Situato al confine tra Pakistan e Cina, il K2 8611 m è la seconda montagna più alta della Terra. Per molti alpinisti, è un premio ancora più grande dell’Everest, con più limitata possibilità di vie, una salita più ripida e una vetta difesa da più tratti difficili. Soprannominata la “montagna selvaggia”, la vetta del K2 si pone in quell’atmosfera d’alta quota senza protezione, ed espone con certezza scalatori e portatori a condizioni meteorologiche assai facilmente letali. Nonostante siano pagati a tariffe di gran lunga inferiori ai ricavi dei leader delle spedizioni internazionali, tali portatori – sia che forniscano rifornimenti essenziali ai campi base della spedizione o che assumano compiti ad alta quota a sostegno degli scalatori che tentano la vetta – svolgono alcuni dei lavori più difficili e pericolosi: lo spendere con generosità queste energie li rende degni di riconoscimento, i veri eroi di quell’alpinismo.
La regista Iara Lee e il suo team raccontano le vite dei portatori pakistani e degli sherpa nepalesi. Il film segue anche la prima spedizione ufficiale tutta pakistana, composta da ex portatori, che ha raggiunto la vetta con successo nel 2014, per celebrare il 60° anniversario del K2. In uno scenario grandioso, il film racconta i sacrifici quotidiani dei portatori e il coraggio di quegli scalatori locali che hanno scelto di tornare sul K2 nonostante le tragedie passate. Nel loro tentativo di perfezionare la loro arte, questi alpinisti contribuiscono a gettare uno sguardo nuovo sulle culture e sulle tradizioni nazionali del Pakistan, un paese tipicamente descritto dai media stranieri come semplicemente una terra di conflitti settari e intolleranza religiosa.
Per saperne di più sul film: https://culturesofresistancefilms.com/k2-invisible-footmen