La via dell’Amicizia

(al Bric Pianarella)
di Alessandro Grillo
(pubblicato sul suo profilo facebook)

Correva l’anno 1974 e un freddo 25 aprile vedeva ben cinque arrampicatori (rampinisti, venivano chiamati in quei luoghi), inerpicarsi sul lato destro del Bric Pianarella, la parete più alta del Finalese.

Dopo la prima ascensione della Via dell’Amicizia al Bric Pianarella, da sinistra a destra, Gianni Calcagno, Vittorio Simonetti, Nello Tasso, Lino Calcagno (il gemello di Gianni) e Alessandro Grillo.

Formammo due cordate, Gianni, Nello e Lino e Sandro con Vittorio. Gianni ovviamente apriva la via, d’altronde era il più bravo e già famoso. Vittorio, ultimo, recuperava il materiale in eccesso. Quel manipolo di prodi, che Giusseppe Marzari, vista la fotografia, avrebbe definito, senza indugi, “in brancu de legere” (genovese intraducibile, ma intuibile), avanzava senza indugi.
Avevamo individuato, a circa metà parete, due grandi diedri di roccia chiara e lì ci dirigemmo.

Appena giunti alla base di quelle strutture, il cielo si fece più scuro, nere nuvole avanzavano da ponente e il vento divenne più impetuoso.
Con nostro gran stupore, iniziò a nevicare. Era il 25 aprile!
Prima chicchi di riso, poi ampie farfalle candide.
Ben presto la nevicata si trasformò in una fastidiosa pioggerella.
Ci radunammo alla base dei diedri per discutere il da farsi. Salire, scendere (cosa problematica poiché l’arrampicata, sino a quel punto, si era svolta in diagonale) o attendere gli eventi. Questo il dilemma.

Debbo dire che lo scambio di idee ben presto divenne molto vivace.
Alcuni volevano salire, altri scendere, nessuno voleva attendere.
Fortunatamemente Gianni prese in mano la situazione e con un categorico: “cazzeruola, si va in cima”, ammutolì la combriccola.
Ne uscì un percorso splendido con due diedri a dir poco fantastici.

Dafne Munaretto sale nei diedri con eleganza e maestria. Archivio: Dafne Munaretto.

La pioggia ci accompagnò per tutto il giorno, ma felici e soddisfatti ritornammo alla base.
Si trattava ora di dare un nome alla via e qui sorsero le idee più strampalate e buffe.
Ci scaldammo decisamente, ognuno voleva imporre la propria idea.
Chi voleva dare il nome della moglie, chi della figlia; Vittorio, il più grosso, voleva chiamare la via “neve d’aprile”, ecc…
Poi la ratella (vivace discussione, in genovese) terminò, e visto che si era iniziato a litigare come bestie, all’unanimità decidemmo di chiamarla… Via dell’Amicizia.

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