Lupi in Lombardia
a cura della Redazione de ilgiorno.it
(pubblicato su ilgiorno.it il 17 aprile 2024)
Dopo aver ricevuto la segnalazione di un cittadino sulla presenza di una carcassa di cervo a Gandellino, la Polizia provinciale di Bergamo si è attivata con le operazioni di monitoraggio e verifica e ha posizionato fototrappole che hanno registrato l’attività di diversi animali. In alcune riprese è stata rilevata una coppia di lupi, di cui uno con 3 zampe.
I dati raccolti sullo spostamento degli animali sono stati trasmessi alla Regione Lombardia mentre i campioni prelevati sono stati inviati all’istituto di ricerca per l‘analisi genetica che coordina il progetto comunitario Life WolfAlps, finalizzato al miglioramento della coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi e costruendo e realizzando soluzioni condivise insieme ai portatori di interesse, per garantire la conservazione a lungo termine del lupo sulle Alpi.
Il lupo è tornato in Lombardia intorno al 2000, dopo quasi 80 anni dalla sua scomparsa dal territorio regionale. Il lupo (così come altri animali selvatici) è chiamato specie ombrello perché per vivere ha bisogno di grandi spazi e di una natura ben conservata, nella quale sono presenti numerose altre specie.
La loro presenza è quindi un segnale di “buona salute” di un territorio. Se la presenza di grandi carnivori anche sulle montagne quindi è naturale, è altrettanto legittima la preoccupazione di abitanti: si ripropone la questione della convivenza con l’uomo e le sue attività. In ogni caso una maggiore informazione può garantire una maggiore sicurezza.
I consigli degli esperti in caso di incontri ravvicinati
Il lupo è un animale schivo e ha paura dell’uomo. Preferisce evitare un contatto diretto e frequentare spazi estesi e la natura incontaminata. I suoi sensi sono estremamente acuti per cui è altamente improbabile l’eventualità di avvistarlo prima che lui si accorga della nostra presenza e si allontani.
Nonostante l’improbabilità statistica di un incontro ravvicinato, non esiste un “rischio zero”, il pericolo è connaturato ad un certo grado di imprevedibilità dell’animale selvatico.
Quando l’esemplare femmina sta accudendo i cuccioli, da pochi mesi a 1-2 anni di età, ci sono maggiori rischi nel caso di un incontro ravvicinato per l’istinto di protezione della progenie. Quando un esemplare di lupo abbandona la madre può andare a cercare un altro territorio, tecnicamente si dice “in dispersione”, dove ci siano prede e possibilmente un altro sesso opposto per formare un nuovo branco.
La prima regola spesso infranta dall’escursionista è quella di non essere mai da soli, utile sia per chiamare aiuto in caso di incidente che per prestare i primi soccorsi nell’emergenza. È buona norma segnalare la propria presenza, parlando con l’accompagnatore, od usando un bastone per picchiare il terreno: regola che vale per il lupo, ma anche per l’orso, il cinghiale o le vipere.
In caso di incontro ravvicinato la regola di prudenza generale è non scappare e non sopravvalutare le proprie forze, sforzarsi di mantenere la calma e considerare che il lupo corre più veloce di un uomo; non correre quindi ma indietreggiare possibilmente senza dare la schiena: fare il più rumore possibile per spaventarlo, anche battendo le mani o gridando.