L’«impresa» di un sessantenne spagnolo davanti ad altri escursionisti, alcuni infastiditi, fino ai 3 mila metri di Punta Dronero (Monte Oronaye, alta Val Maira). Esibizionismo? Provocazione? In realtà si tratta di una pratica piuttosto diffusa all’estero.
Nudo sulla ferrata
di Matteo Borghetto
(pubblicato su lastampa.it/cuneo il 15 agosto 2023)
Cappellino in testa, uno zaino sulle spalle e due buoni scarponcini da montagna. Non gli è servito altro per scalare, nella mattinata del 13 agosto 2023, la Ferrata degli Alpini e raggiungere i 3050 metri di quota della Punta Dronero, sull’Oronaye sopra Acceglio, in alta valle Maira.
Il nudismo del trekking sbarca per la prima volta sulle montagne della Granda. Protagonista un sessantenne spagnolo, apparso all’improvviso alla base della parete Est del Monte Oronaye, tra lo stupore generale di altri alpinisti che si apprestavano alla scalata. Loro super equipaggiati, lui senza mutande.
«Voi non siete dei veri alpinisti – ha detto, in discreto italiano, mentre qualcuno scattava foto che stanno facendo il giro del web – Qui non serve l’imbragatura, vi faccio vedere come si fa».
E con grande agilità si è arrampicato sulla storica e pericolosa via per alpinisti esperti, ripristinata dalle guide alpine Nino Perino e Paolo Collo dopo un lungo lavoro, per affiancare un’attrezzatura moderna ai cavi d’acciaio originali. Nel primo tratto, c’è un’adrenalinica scala a pioli verticale, alta 40 metri e che conduce alla Punta Dronero, dove non mancano rocce instabili e tratti non protetti.
Esibizionismo? Provocazione? In realtà si tratta di una pratica abbastanza diffusa in Europa.
Dal 2009, in Svizzera, nella zona dell’Alpstein, gruppo montuoso delle Prealpi, esiste un “angolo di paradiso” dove gli alpinisti scalano nudi, indossando solamente scarponi, zaino e occhiali da sole.
«È la libertà – così un nudista del trekking intervistato all’epoca dal New York Times – Libertà prima di tutto nella testa, poi anche nel corpo. Cerchiamo soltanto di sintonizzarci con la natura: camminare svestiti è la cosa più disarmante del mondo».
Non erano mancate proteste, tensioni da parte di altri escursionisti infastiditi, anche l’arresto per «atti osceni in luogo pubblico» di un ragazzo, poi rilasciato perché in Svizzera non esistono Leggi contro la nudità in pubblico.
La «moda» si è poi diffusa anche in Francia, Germania ed è arrivata anche in Italia.
Pioniere l’alpinista bresciano Emanuele Cinelli, che da almeno una decina d’anni si è spogliato dei materiali tecnici e di tutti i vestiti «per vivere pienamente il contatto con la natura e instaurare una relazione epidermica con l’ambiente circostante – racconta con entusiasmo sul suo blog, Mondo Nudo, che nel tempo ha coinvolto tanti altri appassionati. «È difficile spiegare cosa si sente, per capirlo bisogna provarlo sulla propria pelle. La maggior parte di chi ha cominciato a camminare nudo non ha più smesso di farlo, anche perché comporta diversi vantaggi: si suda poco, quindi si sente molto meno la fatica». E organizza escursioni rivolte a tutti, anche a chi non se la sente di mettersi a nudo.
Ora si vedranno le reazioni di fronte all’«impresa» dell’alpinista spagnolo, senza precedenti accertati nel Cuneese. Altri escursionisti, italiani e stranieri, lo avrebbero avvistato (non solo il 13 agosto) camminare e arrampicarsi in solitaria, incurante del pericolo, su altre montagne della valle Maira.
Al di là della stravaganza, lo descrivono come un uomo gentile e simpatico. Come dire che «l’abito» non fa l’alpinista.
Il commento
di Carlo Crovella
Non sono minimamente scandalizzato da episodi del genere, anche se altre persone potrebbero essere infastidite. Però sbandierare la propria nudista sotto il naso di altri individui corrisponde ad un comportamento estremamente irrispettoso della sensibilità altrui (della serie: “a me piace fare così e degli altri me ne sbatto”, tipico della società dei giorni nostri). E’ un po’ come se un fumatore soffiasse il fumo in faccia alle persone che gli stanno intorno.
Ma non è questo il punto cruciale dell’episodio, anche se il totale rifiuto dell’“educazione” da parte della società in cui viviamo è un tema che mi irrita particolarmente.
Invece un episodio del genere mi irrita perché è una delle tante “perle” del fatto che la montagna è ormai un Circo Barnum. Gente che fa quello che vuole, esibendosi in ogni tipo di comportamenti “da circo” senza alcun ritegno e senza alcun motivo oggettivo che richieda tali comportamenti. E’ impossibile pensare ad un recupero costruttivo di chi ha approcci del genere alla montagna.
Non è il nudismo in quanto tale che rovina le montagne, ma il nudismo è una delle tante “spie” dello sputtanamento in atto a danno della montagna. Allora a quando la donna cannone, i clown con il naso rosso, il domatore di tigri? E questo è ancora “alpinismo”??? Ma va là…
La libertà che si può cercare in montagna non è il rifiuto aprioristico alle regole, ma la capacità di sapersi adattare alle regole della montagna. Il fatto è che senza regole la montagna non la salveremo. Il Circo Barnum ucciderà la montagna: la vede solo come una gallina dalle uova d’ora, da spennare come se non ci fosse un domani. Gli episodi da circo alimentano, direttamente o indirettamente, un contesto che punta a quell’obiettivo. Perché attirano e trascinano in montagna quantità industriali di persone che in realtà sarebbe bene che se ne stessero ben distanti dalla montagna.
Uno che si comporta come questo spagnolo sarà anche gentile e simpatico, ma non ha capito una mazza di cosa sia davvero l’andar in montagna. E’ un cannibale all’ennesima potenza e, se non ci liberiamo completamente dei cannibali, le montagne fra un po’ dovremo completamente scordarcele: finiranno “divorate” dai cannibali.
«Voi non siete dei veri alpinisti» detto da chi fa una ferrata suona un tantino contradditorio. Poi ognuno ha il proprio concetto di alpinismo ed è giusto così, ma che senso ha salire nudi su una montagna ‘vestita’ a festa? Forse mettersi un paio di mutande ed evitare di attacarsi ad un cavo d’acciaio renderebbe più giustizia al concetto di alpinismo.
Beh, il tizio sicuramente sbaglia con quell’opinione su chi sarebbero i veri alpinisti, magari anche nel non indossare l’imbrago (allora sarebbero da condannare tutti coloro che praticano arrampicata solitaria senza corda), ma sulla questione del nudo sarebbero da farsi molti distinguo.
Che senso ha salire nudi su una montagna vestita a festa? Dove è il vestito della montagna? La montagna è nuda, così come nudi sono tutti gli altri elementi che la popolano: gli animali, i fiori, gli alberi, le rocce, i prati eccetera. Piuttosto mi chiederei che senso ha vestirsi, salvo necessità termiche o di protezione dalle abrasioni.
Il nudo è tutto meno che una pagliacciata, il nudo è la nostra essenza, è la nostra natura, è come siamo fatti, è inclusione nell’ambiente, è ecologia, è salute, è civiltà, è rispetto, è cura di tanti mali della società (anoressia, bulimia, e via dicendo, compreso quello terribile dei femminicidi).
Abbastanza d’accordo con il commento di Crovella. Soprattutto la prima parte.
@Emanuele
Può essere vero quello che dici… ma bisogna anche fare i conti con le sensibilità altrui.
Un conto fare il nudista in una spiaggia circoscritta, magari distante dalle altre.
Un altro è trovarsi davanti, mentre fai una ferrata o una via di arrampicata, i gioielli del goliardico alpinista che danzano ritmicamente con i movimenti del corpo…
@Emanuele Cinelli
“Che senso ha salire nudi su una montagna vestita a festa? Dove è il vestito della montagna? La montagna è nuda”
La montagna ‘vestita a festa’ nel mio commento faceva riferimento al fatto che è stata attrezzata con cavi, scale e pioli d’acciaio; personalmente non mi sembra affatto nuda.
Poi, personalmente, come tu possa vedere il nudismo come cura di tanti mali della società, (financo ai femminicidi) è un esercizio mentale in cui non ho alcuna voglia di impegnarmi. Sinceramente vorrei continuare ad andare in montagna per godere di ben altri panorami.
Nudi alla meta?
A me è simpatico!
È più fastidioso sentir cantare le classiche osterie di fine gita a sfondo sessuale che vedere una persona nuda.
Anni fa girava una ragazza bellissima che si faceva accompagnare sulle cime più alte delle Dolomiti da guide alpine e in cima si faceva fotografare nuda.
Uno spettacolo sicuramente più bello che quei caiani ambosessi lenti e dagli zaini enormi con panza che si vedono ovunque e che Crovella considera i veri alpinisti.
Lo spagnolo in questione saliva una ferrata, una giostra già di per sé. Il paragone con il fumatore è davvero fuori luogo. Andare nudi rispetta l’altrui libertà. Ci siamo nati.
La malizia sta negli occhi di chi guarda. Ma chi vive la nudità con tranquillità e si vergogna di più a vestire un abito provocante che a stare nudo, riuscirebbe a stare nudo ovunque se non ci fosse la società che invece deve trovare necessariamente qualcosa che non va.
Anche io, ed alcune volte la mia compagna, andiamo in montagna nudi. Percorriamo sentieri non trafficati ed evitiamo accuratamente di incrociare altri escursionisti perché rispettiamo il loro pensiero anche se non lo condividiamo, e temiamo le loro reazioni. Solo una volta ci è successo di incrociare un’altra coppia che dapprima si è bloccata per la sorpresa, poi al nostro saluto ci hanno contraccambiato con un bel sorriso.
Purtroppo nella nostra cultura la nudità ed anche gli abiti succinti, sono accettati solo in talune circostanze.
Ci si può mostrare in costume da bagno solo al mare, in piscina oppure in televisione. Al di fuori di questi luoghi anche gli abiti succinti vengono ritenuti indecenti…ma perchè? Io credo che siamo troppo condizionati dal legare la nudità al sesso, il che ci porta ad associare la nudità sempre e solo a pensieri libidinosi.
Ah! Attenzione a non mettere in mezzo i bambini: loro non sono colpiti dalla nudità altrui semplicemente perché non ci vedono nessuna malizia.
Carlo, lascia stare la malizia, ma guarda che i bambini (diciamo in età elementare) hanno eccome il senso del pudore tra loro, anche se non sanno neanche cosa sia il sesso (o perlomeno non hanno ancora pulsioni sessuali). Anche in contesti completamente diversi dai nostri, in quasi tutte le società estremamente primitive gli individui, pur semi-nudi, coprono in vario modo i genitali. Francamente non capisco che problema ci sia ad andare in giro vestiti, che è molto più comodo e salutare che andare nudi. Comunque non è un problema mio; certo che è una bella stramberia.
Alberto, io ti capisco. Quasi sicuramente direi lo stesso anche io se non fossi mai stato in un campeggio naturista dove i bambini si divertono senza alcun senso del pudore e dove il nudo è seplicemente la normalità. Poi quando escono si rivestono e si adeguano al comportamento richiesto dalla società.
Chiaro che se vivono in una società dove il nudo viene deriso o associato a comportamenti strambi, che altro dovrebbero fare?
Dammi retta: per quanto andare sulle ferrate nudi possa sembrare strambo, il problema vero è sempre nella malizia di chi guarda.
Carlo, mi sembra che possa valere anche il discorso opposto, ovvero che per dei bambini educati in campi naturisti il senso del pudore sia ridotto ai minimi termini. Io non capisco cosa sia che spinga a girar nudi, andarci poi a fare una ferrata, scusa ma non è per niente normale. Detto come la penso, non aggiungerò altro alla discussione.