Cinquant’anni fa moriva l’autore del Deserto dei Tartari.
Sulle Dolomiti di Dino Buzzati
di Marco Moretti
(pubblicato su lastampa.it il 7 aprile 2022)
Cinquant’anni fa moriva Dino Buzzati (San Pellegrino di Belluno, 16 ottobre 1906 – Milano, 28 gennaio 1972), artista poliedrico: poeta, pittore, drammaturgo, scenografo, di mestiere giornalista, ma soprattutto scrittore – tradotto in 34 lingue – che usava magistralmente il paradosso per indagare l’animo umano. In un ampio ventaglio di stili, dalla favola alla parodia dell’assurdo nei racconti della Boutique del Mistero, dalla tormentata introspezione sentimentale autobiografica di Un amore fino all’attesa come metro esistenziale del Deserto dei Tartari, il suo capolavoro.
Dino Buzzati nacque il 16 ottobre del 1906 alle porte di Belluno in località San Pellegrino nell’antica villa di famiglia. Trasformata in Villa Buzzati, è sede oggi di incontri, mostre e spettacoli teatrali sull’opera dello scrittore organizzati dall’associazione culturale Il Granaio. Una parte della villa è adibita a bed & breakfast. Si trova tra Feltre e Belluno, a 2 km dal capoluogo, sulla strada provinciale SP1, nel cuore della Valbelluna, base ideale per visitare i luoghi delle Dolomiti che ispirarono all’alpinista Buzzati diversi libri. Come scriveva Buzzati, le Dolomiti iniziano qui: «… attraverso il prato che c’è davanti alla casa e quando sono arrivato in fondo, mi volto. Allora vedo la Schiara, la montagna della mia vita».
Il suo luogo preferito era la Val Morel, il borgo alpino in fondo alla Valpiana che si raggiunge seguendo il ‘sentiero Buzzati’ che parte dal paese di Giaon, a pochi minuti da Villa Buzzati. I miracoli di Val Morel (1971) fu il suo ultimo libro, finzione letterario-pittorica, raccolta di dipinti di immaginari ex voto compiuti da Santa Rita, con brevi didascalie, che riprendono i temi affrontati dall’intera sua opera: destino, fantastico, ironia, amore, perversione, delitto. Il sentiero segue la passeggiata abituale di Dino dalla via crucis della Madonna di Parè, passando per l’eremo di San Pietro in Tuba, fino ai prati di Valpiana, pascolo di mucche e pecore che alimentano l’ultima latteria turnaria del Veneto, dove i pastori producono a turno burro e formaggi.
Val Morel è una frazione di Limana, un comune sulle rive del Piave dichiarato Città del Miele perché qui si produce la pregiata varietà di rododendro: in estate gli apicoltori portano le arnie sui versanti alpini più soleggiati oltre i 1200 metri di altitudine, per sfruttare le fioriture d’alta quota. Sede di Apidolomiti, associazione degli apicoltori locali, Licana organizza ogni anno, il terzo weekend di ottobre, la Festa dell’Apicoltura e dell’Agricoltura.
Le guglie e le pareti bianche delle Dolomiti furono le silenziose testimoni di Bàrnabo delle montagne (1933), il suo primo libro. La foresta della Riserva Naturale Orientata di Somadida, a 1400 metri sopra a Auronzo di Cadore, è invece il luogo che ispirò Il segreto del Bosco Vecchio (1935), il suo secondo libro, adattato per il cinema da Ermanno Olmi nel 1993.
E sempre sulle Dolomiti, nel vicino Trentino sull’Altopiano delle Pale di San Martino, trovò l’ispirazione per il suo maggiore successo, Il Deserto dei tartari. Situato sopra San Martino di Castrozza, l’Altopiano delle Pale di San Martino è un pietroso pianoro (tra 2400 e 2600 metri d’altitudine) di 50 chilometri quadrati dominato dalle cime di quattro catene dolomitiche. Trasposto per il cinema nel 1976 da Valerio Zurlini, Il Deserto dei tartari – l’attesa del sottotenente Drogo di un improbabile nemico in un’immaginaria fortezza ai limiti del regno e del tempo – fu girato nel sudest dell’Iran, nella stupenda città fortificata di Arg-é-Bam, costruita in epoca sassanide con mattoni di argilla e paglia seccati al sole. La fortezza di Bam fu danneggiata dal terremoto del 2003, ma grazie all’Unesco, che l’ha dichiarata patrimonio dell’umanità, è stata restaurata.
Le spoglie di Dino Buzzati riposano nella chiesetta di Villa Buzzati.