Presentazione di Volevo solo accarezzare le nuvole (Racconti verticali)
di Massimo Dorigoni, Edizioni Saturnia, con l’introduzione di Elio Orlandi.
“Non tutte le storie ci raccontano di trasformazione e di cambiamento. Ma quelle che lo fanno ci lasciano dentro un che di diverso.
Se poi la montagna assume il valore di strumento della trasformazione, a noi che amiamo le terre alte viene da respirare un’aria di casa.
Il racconto di Massimo Dorigoni dà proprio questo sentore. Ognuno che lo legga può trovare la verità della vita vissuta, che individua nell’alpinismo quieto e sereno la via della propria crescita personale. Senza imprese straordinarie: ma dove straordinaria è la felice semplicità del racconto, che si unisce alla sincera e umile espressione delle passioni, anche quelle non facili da esprimere.
È un racconto di conquiste, quindi: non tanto di vette (che pure ci sono) ma soprattutto di nuove visioni, di sé e del mondo (Lorenzo Carpanè – Coordinatore del Premio ITAS del libro di montagna)”.
“La montagna mi è stata amica, a volte saggia consigliera, in altri frangenti maestra inflessibile. Nel rincorrersi dei capitoli di questo libro ho rivissuto forse, non certamente le vie più difficili e impegnative che ho salito, ma sicuramente i momenti più significativi e emozionanti di questo intimo rapporto. Io, la montagna, gli amici più cari. Attimi di vita intensi vissuti nel silenzio delle crode, sotto un cielo stellato nelle notti passate all’aperto o sotto il sole cocente nelle giornate trascorse a camminare sui ghiacciai o ancora sotto la pioggia in qualche grotta angusta tra i camini verticali delle rocce. Attimi che sono volati via come rondini ma che rimarranno per sempre impressi nel mio cuore. Io e i tanti compagni di cordata con cui ho condiviso gioie e dolori, sorrisi e lacrime, salite e rinunce, albe e tramonti. Il rincorrersi delle stagioni ha scandito la mia voglia di salire insieme a loro sempre più in alto e in luoghi sempre più remoti. Una sorta di esplorazione, anche interiore, che mi ha aiutato a crescere sia come uomo che come alpinista. Io, felice di aver incontrato durante il mio cammino verticale volti che non rivedrò mai più e altri invece che ancora oggi vedo giorno dopo giorno in amicizia e amore.
Sono salito sulle montagne molte volte e la voglia di salire è ancora molta. Forse la motivazione più grande che mi spinge a questo è il sogno che fin da bambino si è cullato dentro di me. Quella voglia innocente di ‘voler solo accarezzare le nuvole’ (Massimo Dorigoni)”.
Massimo Dorigoni è giornalista freelance, scalatore e operatore sanitario di professione. Autore e curatore del libro Montagne senza vetta – il coraggio di sentirsi liberi e ideatore del progetto Rifugio cardioprotetto in Trentino (promosso dal Tavolo Trentino della Montagna – Accademia della Montagna), si adopera per promuovere la cultura e la solidarietà in montagna. Già componente del Corpo Istruttori della Scuola di Alpinismo e Scialpinismo “Giorgio Graffer” CAI-SAT di Trento e Socio Accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) con cui ha pubblicato due dei quaderni di etica dell’alpinismo (Il silenzio custode di poesia e Il Rifugio perduto), da sempre si occupa di etica e storia dell’alpinismo. Fondatore del blog Orizzonti Dolomitici, collabora con i siti BuongiornoNatura, Mountainblog e con il blog di Alessandro Filippini – Alpinisti e Montagne (Gazzetta dello Sport).