Il successo del progetto Coliving

Quattro anni fa delle famiglie venete avevano aderito al progetto di Coliving, allo scadere dell’iniziativa tutti i nuclei hanno deciso di rimanere a Luserna.

Il successo del progetto Coliving
di Paolo Fornasari
(pubblicato su corrieredeltrentino.corriere.it il 19 maggio 2025)

Vivere gratuitamente per quattro anni nell’isola linguistica cimbra e decidere che quel posto resterà per sempre la tua casa. Fra le iniziative pensate per favorire il ripopolamento dei comuni trentini negli ultimi anni è spiccato il progetto Coliving di Luserna, un comune di poco meno di 300 abitanti nella zona degli altipiani di Lavarone e Folgaria, dove quattro nuclei familiari provenienti dal Veneto hanno terminato il percorso a costo zero iniziato nel 2020. La particolarità? Tutte le famiglie continueranno, accettando di pagare, ad abitare tra i boschi del Trentino meridionale. Un progetto nato dalla collaborazione «tra Itea (l’azienda di proprietà immobiliari), il comune di Luserna, la Provincia Autonoma. Le famiglie hanno dovuto pensare solo a coprire le spese. Scaduto il quadriennio è stato possibile stabilire un canone concordato e continuare a restare» ha spiegato Isacco Corrardi, presidente della Comunità di Valle degli Altipiani Cimbri.

Il progetto
Insomma tutti hanno accettato di buon grado di continuare a rimanere a vivere in quota, versando un canone di locazione: «Siamo soddisfatti sia come amministratori, sia come popolazione. Quest’ultima era preoccupata di un eventuale abbandono. Il fatto che siano restati tutti è un buon segnale anche perché tutti si sono integrati, facendo parte di associazioni come i vigili del fuoco volontari o la Pro Loco» ha continuato il presidente. Le ricadute sono positive anche in ottica futura, spiega ancora Corradi: «Essendoci dei bambini è stato possibile tenere aperto in paese il servizio scolastico integrato per i piccoli fino ai sei anni». Il progetto continuerà anche nei prossimi anni: «Il territorio dell’Alpe Cimbra è interessato a svilupparlo ancora e si potrebbe pensare – conclude Corradi – ad aiuti come l’acquisto di una casa di proprietà, liberando le abitazioni di Itea che tornerebbero disponibili. Ci sono i bandi della Provincia per i comuni svantaggiati da sfruttare». 

Le famiglie
Cosa abbia spinto le quattro famiglie a rimanere agli oltre 1000 metri di Luserna (TN) lo chiarisce Stefano Fabris, uno dei protagonisti, con la moglie e i tre figli, dell’iniziativa: «Siamo rimasti colpiti dalla qualità della vita, dell’aria, dai ritmi più umani e lenti rispetto a quelli di una città come Padova. Fin da subito siamo entrati nelle associazioni come i vigili del fuoco, la Pro Loco o la corale e questo ha aiutato l’integrazione. Non abbiamo avuto problemi, anzi è stato un percorso bello e naturale. Non ci sentiamo forestieri ma cittadini di Luserna». Fabris è soddisfatto anche del percorso scolastico dei suoi tre figli: «Il più piccolo, ad esempio, ha fatto un anno e mezzo nel servizio integrato che è ottimo perché i bambini sono inseriti in classi piccole e vengono seguiti da due insegnanti e una mediatrice linguistica».

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