Il treno storico per la terra del tartufo

È la dodicesima linea recuperata dalle Ferrovie. Un viaggio nel tempo dopo undici anni di attesa.

Il treno storico per la terra del tartufo
(da Torino e Cuneo per Montiglio-Murisengo)
di Luigi Busatti
(pubblicato su torino.corriere.it il 2 ottobre 2022)

Il valore più importante che ha celebrato il treno partito ieri mattina alle nove da Porta Nuova e arrivato circa due ore e mezzo dopo a Montiglio-Murisengo nel Basso Monferrato, è stato l’attesa.

L’attesa trepidante alla stazione di partenza. L’attesa emozionante alla stazione di arrivo. E l’attesa spezzata dopo undici anni. Quella locomotiva a vapore ha ridato vita a una linea storica che ha il fascino del viaggio nel tempo e senza tempo. Fatto di carrozze storiche, costumi a tema, tagli di nastri, discorsi e musiche.

La giornata vissuta dai cinquecento passeggeri che hanno contribuito al tutto esaurito per l’iniziativa è stata a suo modo indimenticabile. Un tuffo nel passato. Una occasione per riflettere. E anche per dare una ulteriore mano al turismo piemontese.

Con quella (re)inaugurata ieri sono dodici le ferrovie riattivate con il progetto «Binari senza tempo».

Chi avesse voglia di un viaggio di charme, particolare, non ha che da informarsi e scegliere da quale percorso ricavare le emozioni che si aspetta di vivere. Un itinerario per famiglie, per coltivare la memoria e per insegnare a chi quella memoria per ragioni anagrafiche non può averla.

Ma torniamo al viaggio di ieri. La prima fermata è stata a Chivasso. Dopo il taglio del nastro, il treno — trainato dalla suggestiva locomotiva a vapore Gr625.017 (modello specificato per gli appassionati che sono tanti) — ha proseguito il viaggio fino alla stazione di Montiglio-Murisengo.

Ad attenderlo le autorità locali. A bordo con i viaggiatori c’erano il direttore generale di Fondazione FS Italiane, Luigi Cantamessa, e il direttore operativo Infrastrutture Territoriale di RFI, Daniele Mari. Per arrivare a Montiglio-Murisengo è stata attraversata per 351 metri la galleria di Lauriano, poi la Galleria di Brozolo, lunga 2.346 metri, quest’ultima di particolare rilievo ingegneristico.

Ma non è finita: un secondo treno, composto da automotrici ALn668 in livrea storica, è partito da Cuneo alla volta di Asti e Montiglio-Murisengo, sancendo la riapertura anche del lato astigiano della tratta. Una doppia emozione, un doppio viaggi nel tempo. Andata e ritorno.

La storia del viaggio di ieri è in realtà iniziata un anno fa con gli interventi per il recupero sulla linea Asti – Chivasso, concentrati in particolare lungo il tratto Chivasso-Montiglio Monferrato, dove si trovano le opere d’arte più importanti. Partendo da Chivasso si incontrano il ponte che supera il Canale Cavour con una bella arcata parabolica e poi, subito dopo, il grande viadotto a 17 arcate che attraversa il fiume Po. Tante suggestioni.

Ultima, ma non per questo secondaria, la sorpresa finale che ha condito di ulteriore bellezza la domenica particolare. L’arrivo del treno a Montiglio-Murisengo è coinciso con la locale fiera del tartufo. È stagione ormai.

Impossibile resistere ad una degustazione. La circostanza ha entusiasmato ulteriormente i cinquecento del treno. In questo fine settimana si aprirà quella ufficiale con il Presidente Mattarella ad Alba. Altro appuntamento da non perdere.

Il commento
di Carlo Crovella

Ci sono infiniti modi per conoscere le mie amate Langhe. Certo il migliore di tutti è girarle a piedi o in MTB e poi “impiolarsi” (piola = trattoria, osteria) ad apprezzare i patti di stagione. La nostra tradizione culinaria è contadina, non necessariamente stellata. La si può gustare anche in location più semplici ed economiche, anzi emerge la genuinità dell’insieme. Una chicca in più può essere quella di arrivare in zona col treno storico, magari con la famiglia e i figli piccoli. Montagna e outdoor non sono solo gradi, dislivelli, performance, ma anche socialità, sentimenti, buon vivere.

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