Nata per gioco, la mania di Popi di interpretare ritratti di alpinisti famosi tramite il disegno è diventata, con il tempo, una galleria di personaggi di grande interesse, una collezione che presto potrebbe diventare argomento di una bella mostra personale.
Giuseppe Miotti
Uno spiccato spirito innovativo venato di una “sana” provocazione e un’innegabile longevità creativa sono forse gli aspetti salienti dell’alpinismo di Giuseppe Popi Miotti. Un alpinismo a 360° il suo, come dimostra il curriculum di questo valtellinese nato a Sondrio nel 1954, laureato in agraria, ex-Guida alpina e socio del prestigioso Alpine Club di Londra. Il “catalogo” delle sue esperienze è ricco e vario: dalla prima al couloir nord-ovest del Piz Cambrena, quando era agli esordi (1975), al pilastro della Nord-ovest del Pizzo Badile; da Cittadini della galassia, il più lungo couloir a cascate delle Alpi ( 1700 m di dislivello) sulla Nord-ovest del Monte Legnone, alle prime ascensioni e invernali al Céngalo e all’Ortles; dalla prima traversata sciistica del Sentiero Roma, alla più recente prima salita allo sperone Sud dell’anticima orientale del Monte Disgrazia (2011). Si aggiungano, se ciò non bastasse, tutte le maggiori ascensioni delle Alpi Retiche centrali fra cui la Via del Fratello sul Badile, la Nord del Disgrazia, gli speroni Nord del Palù; ma anche scalate in Dolomiti, al Monte Bianco e al Monte Rosa. Notevoli anche le esperienze extra alpine: dalla via del Nose su El Capitan (1984), ai tentativi di traversata dello Hielo Continental, dalle nuove vie aperte nelle Alpi Albanesi fino alle scalate realizzate nel 2007 in Norvegia. Ma il nome di Miotti è indissolubilmente legato alla grande stagione del Sassismo i cui rappresentanti seppero mostrare la loro valentia non solo in quel “laboratorio del gesto” che fu la Val di Mello, ma anche in imprese alpine. È il 1978 quando Popi supera lo “storico” passaggio di Goldrake, seguito pochi anni dopo dall’ancor più difficile Nipote di Goldrake (7b), ma con Guido Merizzi apre anche la via Soli di ghiaccio, tutta in clean climbing e arrampicata libera: un punto d’arrivo e al tempo stesso di partenza per le decine, centinaia di giovani che giungono in val di Mello attirati dai “nuovi mattini” dei Sassisti.
Davvero un personaggio eclettico e fuori dagli schemi, oltretutto dotato di una carica di positività a tutto tondo.
Il suo “Gli archivi ritrovati” lo rispecchia appieno.