Secondo un recente studio dell’Università di Helsinki le deiezioni dei pinguini Adelia, ricche di ammoniaca, favoriscono la formazione di nuvole, contribuendo a riflettere la luce solare e a mitigare il riscaldamento climatico nella regione antartica. Un fenomeno che apre nuove prospettive, non solo al Polo Sud.
Una gelida sorpresa
(il guano dei pinguini è un alleato del clima antartico)
di Valentina Gentile
(pubblicato su terraneamagazine.it il 30 maggio 2025)
Pinguini e nuvole, il volto inaspettato dell’Antartide, verrebbe da dire parafrasando (e stravolgendo un bel po’ di geografia) un celebre brano di Enzo Jannacci. Cosa hanno a che fare i simpatici animali bianco neri, uccelli acquatici della famiglia degli Sfeniscidi con le idrometeore di vapore d’acqua condensato e sospeso nell’aria? Più di quanto pensassimo, dato che uno studio dell’università di Helsinki pubblicato recentemente su Nature ha messo in luce l’importanza del guano dei pinguini Adelia nella formazione delle nuvole.
Le misurazioni sul campo e la scoperta sorprendente
La scoperta scientifica ha avuto luogo nelle remote distese dell’Antartide, durante l’estate australe del 2023: un team guidato da Matthew Boyer ricercatore in scienze atmosferiche dell’Università di Helsinki, ha condotto misurazioni presso la base Marambio, nella Penisola Antartica.
I ricercatori hanno rilevato concentrazioni di ammoniaca fino a 13,5 parti per miliardo, circa 1.000 volte superiori rispetto alle aree prive di colonie di pinguini. Anche dopo la migrazione dei pinguini, i livelli di ammoniaca rimanevano elevati, indicando un effetto persistente del guano sull’atmosfera.
La pipì dei pinguini, per comprendere meglio i processi climatici
Dunque, secondo i ricercatori, le deiezioni dei pinguini rilasciano ammoniaca nell’atmosfera, che interagisce con acidi solforici derivanti da attività microbiche oceaniche, favorendo la formazione di aerosol. Questi aerosol servono da nuclei di condensazione per le nuvole, che riflettono la luce solare e contribuiscono al raffreddamento della superficie terrestre.
La scoperta sottolinea l’importanza di considerare le interazioni tra ecosistemi e atmosfera nei modelli climatici, come spiega Tamara Russell, ornitologa marina, esperta in pinguini (ma estranea alla ricerca, ndr) presso la Scripps Institution of Oceanography di La Jolla, California: «Questo studio fornisce dati preziosi che possono migliorare la nostra comprensione dei processi climatici in Antartide e informare i modelli futuri».
Una rete ecologica complessa
La conferma arriva, ovviamente, proprio da Boyer, che ha condotto la ricerca: «Esiste una profonda connessione tra questi processi ecosistemici, tra i pinguini e il fitoplancton sulla superficie oceanica. Tutti i loro gas interagiscono per formare particelle e nubi». Il ruolo del guano dei pinguini nella formazione delle nuvole, dunque, evidenzia la complessità delle interazioni ecologiche.
Le emissioni di ammoniaca si combinano con composti solforici prodotti da fitoplancton e batteri marini, creando una sinergia tra diverse componenti dell’ecosistema antartico. Questo processo naturale contribuisce alla regolazione del clima locale e potrebbe avere implicazioni su scala globale.
Conservazione e cambiamento climatico
Una scoperta che mette soprattutto in evidenza l’importanza della conservazione delle colonie di pinguini e dei loro habitat. Con il cambiamento climatico che minaccia le popolazioni di pinguini, la perdita di questo meccanismo naturale di raffreddamento potrebbe accelerare il riscaldamento dell’Antartide. Quindi proteggere questi ecosistemi e questi formidabili animali è fondamentale non solo per la biodiversità, ma anche per la stabilità climatica della regione.
E non solo: secondo Peter Roopnarine, del dipartimento di geologia presso la California Academy of Sciences, adesso gli scienziati possono iniziare a guardare altrove, per trovare altre colonie di uccelli che potrebbero fornire copertura nuvolosa. Proteggere queste specie dall’inquinamento e dalla caccia sarebbe un modo naturale per progettare i sistemi terrestri in modo da compensare in parte il riscaldamento planetario.