Ripartire dalle Cime Bianche

Ripartire dalle Cime Bianche
di Piermauro Reboulaz (Presidente CAI Valle d’Aosta) e Marcello Dondeynaz (Referente Associazione Ripartire dalle Cime Bianche)

Senza ritegno
Non appena consegnato, dopo mesi di ritardo e senza aver avuto neppure il tempo di esaminare le centinaia di pagine dello studio di fattibilità, è ripartita la gran cassa della propaganda pro impianti nel Vallone delle Cime Bianche (Valle d’Ayas, AO), basata su cifre fantasiose e slogan insensati.
C’è da chiedersi se assessori e alcuni commentatori abbiamo letto qualche parte della copiosa documentazione che stabilisce alcuni punti fermi: il Vallone delle Cime Bianche è inserito in un contesto che presenta una ricca e preziosa biodiversità che si estende oltre i confini dell’Area Natura 2000; al netto del divieto, tutte le proposte progettuali sono in contrasto, di più o di meno, con le misure di tutela dell’area ZPS; nel Vallone è impensabile realizzare piste da sci; i costi delle linee funiviarie sarebbero enormi a fronte di ritorni economici del tutto aleatori.
Cionostante, il nuovo governo regionale parte lancia in resta con i noti slogan della grande attrazione alla Skyway per una funivia incassata in un Vallone, a cui si aggiungono nuove perle: che i nuovi impianti porterebbero beneficio agli artigiani e agricoltori della media e bassa valle, che occupando gli impianti a fune solo lo 0,4% del territorio si può ben sfigurare il Vallone delle Cime Bianche. Perchè allora non immaginare una bella funivia per la Valnontey attraverso il prato di Sant’Orso a Cogne?
C’è anche qualche dissociazione: da una lato si inneggia alle buone performance della presente stagione invernale e dall’altra parrebbe che senza impianti nel Vallone delle Cime Bianche si metterebbe in ginocchio l’intero settore dello sci o si metterebbero a rischio 5.000 posti di lavoro.
Senza ritegno.

Il miglioramento del Vallone delle Cime Bianche, secondo Monterosa
Dai propugnatori dell’invasione funiviaria del Vallone delle Cime Bianche ne abbiamo sentite di tutti i colori, dalla creazione del megacomprensorio sci ai piedi di 580 km (poi diventati 490 senza sci ai piedi) alla creazione di 5.000 posti di lavoro (poi diventati messa in sicurezza di 5.000 posti di lavoro non meglio specificati). Il culmine della spudoratezza l’ha raggiunto il presidente della società Monterosa: il progetto migliorerà il Vallone delle Cime Bianche.
C’è da chiedersi se il presidente abbia esaminato gli elaborati che ha presentato.
Al netto dei vincoli normativi, la valutazione d’incidenza è NEGATIVA per tutte le soluzioni prospettate. Anche la soluzione 5) con stazione intermedia Gavine (ridicola sul piano funzionale), la meno dannosa sul piano dell’alterazione degli habitat, potrebbe avere conseguenze pesanti
sull’avifauna (motivo dell’istituzione delle ZPS) e devasterebbe in modo irreversibile l’integrità paesaggistica del Vallone, attraversandolo totalmente con la collocazione di enormi tralicci alti da 47 ai 60 metri, con una base di 256 mq. Senza parlare della cantierizzazione.

Chiunque sia già stato nel Vallone ha ben presente la visione spettacolare che si apre sull’insieme delle tre Cime Bianche, quando all’inizio del pianoro di Vardaz si supera il grande masso dove campeggia la scritta “bivacco Città di Mariano”.

La nuova visione sarebbe peggio di così: sulla sinistra il traliccio con base 16 x 16 (256 mq) e alto 51 metri.

Trasparenza, confronto e democrazia in Valle d’Aosta
Nus, 6 aprile 2023
In data 5 dicembre 2020, a firma dell’avv. Paola Brambilla e per conto dell’Associazione Ripartire dalle Cime Bianche, del Club Alpino Italiano e diverse altre Associazioni di tutela ambientale, fu inviata alla Regione Autonoma Valle d’Aosta una diffida dal dare corso a studi di fattibilità per un’opera vietata dalla vigente normativa di tutela del Vallone delle Cime Bianche.
Nonostante fra i soggetti coinvolti nella valutazione della fattibilità del collegamento funiviario siano espressamente e formalmente citati i Portatori di interesse, a tale diffida non è mai stato dato riscontro, neppure per contestarne la fondatezza.
A fronte di tale silenzio, e dell’organizzazione di parate propagandistiche da Valtournenche ad Alagna per lanciare slogan senza fondamento con la partecipazione di assessori regionali, nel corso del 2022 abbiamo raccolto oltre 2.300 firme di valdostane e valdostani per poter essere sentiti dalle Commissioni consiliari, e consentire un primo ampio dibattito pubblico in Consiglio regionale.
In data 10 marzo 2023 abbiamo stigmatizzato le anticipazioni dello studio di fattibilità non ancora consegnato alla Regione, rilasciate dal Presidente della Società Cervino, e richiesto che gli elaborati fossero resi pubblici.
Dopo che tutti gli organi d’informazione erano entrati in possesso della documentazione, in qualità di portatori d’interesse e tramite pec, lo scorso 17 marzo abbiamo richiesto formalmente alla Presidenza della Regione di ricevere copia di:
– studio propedeutico e preliminare alla valutazione di fattibilità del collegamento intervallivo Cime Bianche;
– nota dell’avvocatura della Regione inviata ai Consiglieri regionali in data 16 marzo 2023;
– studio sulla riorganizzazione delle società degli impianti a fune in Valle d’Aosta, commissionata da Finaosta alla società di consulenza Deloitte, in quanto strettamente connesso con nuovi eventuali investimenti nel Vallone delle Cime Bianche.
La richiesta è stata protocollata in data 20 marzo 2023, il 22 marzo 2023 è stata inoltrata al Dirigente della Struttura Impianti a Fune.
Lunedì 3 aprile 2023 le società Monterosa e Cervino hanno presentato in Commissione gli studi propedeutici ed il Presidente della società Monterosa, con illimitata spudoratezza, è arrivato ad affermare che realizzare impianti funiviari migliorerebbe il Vallone delle Cime Bianche, e che i contribuenti valdostani dovrebbero finanziare il 100% dell’opera: inutile, devastante, costosissima. A questo punto tutti i cittadini devono poter esaminare i documenti. 
Ad oggi, 6 aprile 2023, non abbiamo ancora ricevuto alcun cenno di riscontro alla nostra richiesta e sono comunque passati 20 giorni. Ulteriore brillante esempio di trasparenza, confronto e democrazia in Valle d’Aosta.
Piermauro Reboulaz, Presidente CAI Valle d’Aosta
Marcello Dondeynaz, Reeferente Associazione Ripartire dalle Cime Bianche

https://lovecimebianche.it/

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1 Comments

  1. says: Carlo Crovella

    No nuovi impianti. A cominciare dal Vallone delle Cime Bianche ma estendendolo a tutto il territorio.

    Se NON facciamo un passo indietro, non possiamo lamentarci che la Natura patisca, venga distrutta e, magari, si ribelli e ce la faccia pagare (dalle inondazioni alla siccità, fino alla reazione dell’orsa Jj4…).

    Se davvero siamo i SAPIENS, cioè la specie con più intelligenza, dobbiamo metterla noi, l’intelligenza…

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