48 ore tra Lipari e Vulcano


(isole Eolie lontano dalla folla estiva)
di Marco Moretti
(pubblicato su lastampa.it/viaggi il 4 aprile 2024, con aggiornamento)

Lipari in primavera è una destinazione ideale per scoprire la bellezza delle isole Eolie subito dopo l’invasione turistica dell’estate. Per visitare senza folla il nostro unico arcipelago vulcanico, con scenari mozzafiato tra crateri, faraglioni, vegetazione mediterranea, spiagge bianche e soprattutto nere. Certo l’acqua potrebbe essere più freddina, più adatta ad ardori nordici che alla dolce vita mediterranea. Ma i prezzi sono più abbordabili: la sproporzione tra domanda esorbitante e offerta contenuta, in estate rendono le Eolie una meta carissima.

Lipari – capoluogo, centro logistico e principale isola dell’arcipelago (37,6 kmq) – è l’unica a offrire un itinerario culturale con centro storico e attrazioni monumentali: il Castello e la storia dell’isola raccontata tra Museo e Parco archeologico. Ed è il luogo dove scoprire, fuori stagione, la vita di provincia e la sicilianità di questa terra. Non ultimo a tavola tra ricette di mare, ricche pastasciutte, fantastici capperi locali, pasticceria e granite.

Se Lipari è soprattutto la città, pochi minuti in traghetto portano alla natura selvaggia della vicina Vulcano, la meno abitata dell’arcipelago, per una fuga naturalistica tra crateri, fumanti fanghi sulfurei, acque termali, sentieri, grotte e spiagge di sabbia nera.

Lipari, Porticello. Foto: Marco Moretti.

Primo giorno
Il Castello separa Marina Corta – il lungomare con gli animati caffè, la movida e i barcaioli che propongono escursioni attorno all’isola – da Marina Lunga, il porto con l’andirivieni delle navi, l’attività dei pescatori e le barche in rada. Il castello, appoggiato su un roccione e cinto da mura spagnole, è un mosaico di stili che racchiude la storia delle Eolie. Una ripida scalinata porta alla Cattedrale barocca di San Bartolomeo. Sorge a fianco di Palazzo dei Vescovi, Parco Archeologico e Museo Archeologico. Il Museo, testimone di popoli e civiltà che si sono alternati e soprapposti per 5000 anni, espone reperti che spaziano dell’Età del Bronzo alla Magna Grecia e ai Romani. È diviso in sei sezioni: preistorica, epigrafica, classica, delle isole minori, vulcanologica e paleontologia. Nel Parco Archeologico restano tracce di mura greche, acropoli, teatro e necropoli.

Lipari, Castello. Foto: Marco Moretti.

Per cogliere il fascino della vecchia Lipari ci si perde nelle antiche vie tra botteghe che vendono Malvasia, pomodori secchi, origano, olive e capperi (tra i migliori del Mediterraneo). A fianco di ceramisti, di maschere della tragedia greca e vari souvenir. Corso Vittorio Emanuele – detta ‘il pozzo’ – è la via del ‘passiare’ lo struscio liparota dopo le 7 di sera, la vasca di mondanità e pettegolezzo di provincia.

Un giro dell’isola (la strada che disegna il suo periplo è lunga 28 km) porta in pochi minuti alla spiaggia di Canneto. Poi alle cave di pomice di Porticello con le sue acque trasparenti, sito legato alla mitologia greca, dichiarato patrimonio universale dall’Unesco e celebrato da Curzio Malaparte (confinato qui per anni durante il fascismo) che si fece fotografare mentre sollevava un gigantesco masso “che in realtà pesava appena un paio di chili” come scrisse. C’è un progetto per trasformare Porticello in un museo diffuso. Si raggiunge quindi la frazione costiera di Acquacalda, da qui salendo a Chiesa Vecchia si gode – se l’aria è tersa – la vista su Salina, Filicudi e Alicudi. Tornando verso la città si fa tappa ai resti romani delle terme di San Calogero. E infine a Quattrocchi per lo spettacolare panorama sui faraglioni e su Vulcano.

Cena
La cucina delle Eolie è basata su pesce, ortaggi e pasta. Il re di tutti i piatti è il cappero. Il suo sapore intenso invade caponata, pizza, spaghetti all’eoliana: con capperi, tonno e menta (alcuni ristoranti servono con questo nome un sugo di pomodori, capperi, olive, aglio, basilico, origano e peperoncino). Aromatizza la pasta con le sarde. E insieme ad aglio, prezzemolo, peperoncino e pan grattato forma il ripieno dei totani chini (cucinati in salsa di pomodoro): una delle ricette più tradizionali e frequenti dell’arcipelago. Tra i pesci più diffusi, oltre alle varietà azzurre (sarde, alici e spatola), ci sono ricciola e pescespada. Squisiti gli spaghetti con i frutti di mare: granchi, ricci, vongole, cozze, patelle. Tra le verdure tradizionali: peperoni e melanzane ripieni. Provate i vini di Salina, soprattutto la Malvasia.

Buona cucina di mare, antipasti eoliani e pizze al Pescecane in via Vittorio Emanuele. Kasbah in via Maurolico 75 replica delle radici arabe della Sicilia con mobili in ferro battuto, fontana saracena, limoneto con poltrone in vimini, tende in seta e gazebo per musica dal vivo: cucina più creativa con piatti siciliani rivisitati e ampia carta dei vini.

Vulcano vista da Lipari. Foto: Marco Moretti.

Secondo giorno
A venti minuti di traghetto da Lipari, Vulcano è dove la mitologia greca vuole che Efesto (Vulcano per i romani) il dio del fuoco forgiasse le armi. É l’isola con più attrazioni naturalistiche. Nella baia di Porto Ponente c’è Sabbie Nere, un arenile vulcanico a semicerchio tra pareti di roccia. Alle sue spalle c’è il bacino di fango caldo dove ci si immerge per curare reumatismi, dolori ossei e malattie della pelle. E sulla spiaggia di Levante gorgogliano sorgenti d’acqua bollente.

Vulcano, Grotta del Cavallo. Foto: Marco Moretti.

La grande attrazione dell’isola sono i tre apparati vulcanici. Innanzitutto il Gran Cratere (386 metri), ancora attivo con una bocca dal diametro di 500 metri e numerose fumarole: lo si raggiunge in un’ora di facile trekking. Vulcanello, alto appena 100 metri, situato nella propaggine nord-orientale dell’isola, nella Valle dei Mostri: prende il nome da bizzarre forme di roccia modellate dall’erosione di venti e mare. E il massiccio che domina l’orizzonte, formato dai monti Aria e Saraceno (500 metri), inattivo dalla preistoria. Il giro dell’isola in barca di due ore porta alla Grotta del Cavallo, alla spiaggia di Gelso dominata dal vecchio faro, a calette solitarie dove tuffarsi, come la piscina di Venere.

Cena
A Vulcano, Da Vincenzino, a Porto Levante: antipasti di mare, pastasciutte alla siciliana e ricette di pesce.

Informazioni
– Turismo Lipari
– Turismo Vulcano

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