Alle Cinque Terre meno turisti

Una delle ipotesi è istituire un “numero chiuso” per limitare l’accesso ai piccoli borghi liguri, dove il turismo sta tornando ai livelli di prima della pandemia.

Alle Cinque Terre meno turisti
A cura della Redazione de ilpost.it
(pubblicato su ilpost.it il 5 aprile 2023)

Nel 2022 circa 3 milioni di turisti nazionali e internazionali hanno visitato le Cinque Terre, i borghi di pescatori sulla costa ligure, nella provincia di La Spezia, che sono tra le mete più note e frequentate in Italia. Significa che il numero di visitatori è tornato simile a quello del 2019 e degli anni precedenti, dopo la flessione nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia, e ci si aspetta che quest’anno possa ulteriormente aumentare.

Vernazza. Foto: Du Juanjuan/Xinhua/ZUMAPRESS.com.

Le amministrazioni locali però temono che il flusso turistico sia eccessivo e ingestibile per un territorio piccolo e con risorse tutto sommato limitate. Nelle ultime settimane i sindaci delle Cinque Terre hanno chiesto al governo di intervenire con una legge sul turismo che preveda misure per gestire gli ingressi nella zona: fra queste anche la possibilità di limitare l’accesso nei periodi di maggiore affollamento, istituendo una sorta di numero chiuso di turisti a seconda dei periodi.

Il territorio delle Cinque Terre comprende i piccoli paesi di Monterosso al Mare, Riomaggiore, Vernazza, Corniglia e Manarola. Solo i primi due superano i 1.300 abitanti: Vernazza non arriva a 800, Manarola ne ha circa 350 e Corniglia meno di 200. A livello amministrativo il territorio è gestito dai comuni di Monterosso, Riomaggiore e Vernazza, mentre Manarola e Corniglia sono frazioni rispettivamente di Riomaggiore e Vernazza.

Sono borghi dai paesaggi suggestivi, a picco sul mare e con una costa prevalentemente rocciosa: proprio per questa loro conformazione però non hanno grandi spazi a disposizione, nemmeno per quanto riguarda le spiagge, e per quanto organizzati e abituati al turismo offrono necessariamente un numero di strutture ridotto. Dei cinque, solo Monterosso ha un vero lungomare.

Il paesaggio delle Cinque Terre. Foto: Claudia Oliva/LaPresse.

Il problema del sovraffollamento di turisti in questa zona è noto da tempo e se ne discuteva già nel 2019, prima che la pandemia mettesse in crisi il modello economico basato sul turismo, almeno per un paio di anni. È anche un tema che ha attirato critiche agli amministratori per le loro scelte, secondo i critici troppo indirizzate a incentivare il turismo per massimizzare i profitti, senza badare alle ricadute sulla vita locale.

La scorsa settimana la sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia, aveva spiegato a Repubblica che il turismo di massa ha un impatto negativo sulla popolazione delle Cinque Terre, che stanno perdendo residenti in modo simile a quanto successo in altre città turistiche italiane come Firenze o Venezia, anche a causa della trasformazione delle abitazioni in alloggi per gli affitti brevi: «Stanno diminuendo i residenti, diventa impossibile affittare una casa, stiamo perdendo l’identità culturale che ci ha portato a essere così apprezzati».

Sabato 1 aprile la ministra del Turismo, Daniela Santanché, in occasione della Conferenza programmatica sul turismo organizzata dal comune di La Spezia, ha promesso di istituire una «cabina di regia» nel suo ministero per affrontare il problema, rimanendo però vaga sulle possibili soluzioni concrete: ha parlato della necessità di «avere offerte turistiche alternative» che permettano di indirizzare i flussi verso l’interno, e non solo sulla costa.

Nei giorni precedenti all’incontro il sindaco di La Spezia, Pierluigi Peracchini, aveva parlato della proposta più drastica: quella di stabilire un numero chiuso di turisti che possono accedere alla zona. Il contingentamento degli ingressi è un tema che ciclicamente riemerge alle Cinque Terre, ma che quest’anno potrebbe avere conseguenze più concrete anche per le promesse fatte da Santanché. A breve dovrebbero arrivare anche i risultati di uno studio sui flussi, sulla mobilità e sull’accessibilità del territorio commissionato di recente dal Parco nazionale delle Cinque Terre, l’ente che tutela l’area.

Un limite agli ingressi nell’area del Parco delle Cinque Terre esiste già per la Via dell’Amore, una strada pedonale a picco sul mare che collega Riomaggiore e Manarola e che fa parte del più lungo Sentiero Azzurro, da cui è possibile raggiungere tutti i cinque borghi a piedi. È una delle attrazioni più frequentate della zona e riaprirà prima dell’estate: per percorrerla sarà necessaria la prenotazione.

Per viaggiare da un borgo all’altro delle Cinque Terre il mezzo di gran lunga più conveniente e usato è un treno regionale che passa ogni mezz’ora, ma nonostante questo d’estate sono sempre affollatissimi sia i vagoni che le banchine per l’attesa, con rischi per la sicurezza. Le amministrazioni locali vorrebbero una maggiore presenza del personale di Trenitalia, per gestire meglio la folla che si crea nelle piccole stazioni.

Visto che di recente sono aumentate le tariffe di questo treno, i sindaci dei comuni della zona hanno chiesto che una parte dei ricavi di Trenitalia e RFI (Rete ferroviaria italiana, la società che gestisce le ferrovie) venga data loro per la gestione della sicurezza nelle stazioni. Trenitalia e RFI non sembrano avere intenzione di farlo e hanno invece assicurato che provvederanno loro ad aumentare le misure di sicurezza. Nel frattempo martedì la prefetta di La Spezia, Maria Luisa Inversini, ha incontrato i sindaci e ha promesso loro che entro l’estate saranno posizionate nelle stazioni 164 nuove telecamere di sorveglianza.

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Pierluigi Peracchini, sindaco di La Spezia, apre a una versione light del ’numero chiuso’. “In America funziona. Sistema da adottare, previa intesa tra enti”. Lanciata il 1° aprile 2023 dalla giunta la conferenza programmatica sul turismo.

Alle Cinque Terre accessi garantiti su prenotazione
a cura della Redazione di lanazione.it
(pubblicato su lanazione.it il 21 marzo 2023, aggiornato)

Non ci sarà nessuna guardia forestale con il cappello da Orso Yoghi ad accogliere i turisti, come accade invece nel Parco dello Yosemite. Ma forse anche alle Cinque Terresarà introdotto un sistema basato sulle prenotazioni per regolamentare il flusso degli arrivi.

L’accesso ai grandi parchi americani spesso è scandito da questo filtro. Per vedere gli orsi, i lupi e i cervi scorrazzare nelle grandi pianure del Wyoming o per osservare il sole del tramonto che accarezza tingendo di rosso le rocce Precambriane dei canyon dell’Arizona, almeno in alcuni periodi dell’anno, serve una ’reservation’. “E’ un buon sistema – ha commentato ieri il sindaco Pierluigi Peracchiniche potremmo adottare anche qui attraverso un asse tra enti e Comuni“.

Dal primo cittadino spezzino arriva dunque un’apertura su un ragionamento di ’numero chiuso’ che faccia da spartiacque all’enorme quantitativo di persone che ogni anno, da tutti gli angoli del globo, arriva nella nostra provincia richiamato dalla bellezza semplice e perfetta di Corniglia o di Vernazza.

Il numero di visitatori cresce ogni stagione – oltre tre milioni e mezzo solo nel 2022 – e i sindaci delle Cinque Terre hanno chiesto a più riprese – sia pure con alcuni distinguo e adottando toni differenti – un sistema di governance che faccia sì che un successo così grande in termini di presenze non si trasformi in un boomerang.

Un’arma a doppia taglio, perché il calpestio continuo di comitive che assomigliano tanto a torrenti in piena può mettere realmente in pericolo un ecosistema fatato quanto fragile.

Per preservarlo non bisogna raggiungere il punto di saturazione. “Un ragionamento – ha sottolineato la deputata di FdI e vicesindaco Maria Grazia Frijache mutatis mutandis vale per l’intero territorio provinciale“.

Il turismo, che viene definito non più un fenomeno ma un vero e proprio settore economico al pari dell’industria, ha bisogno di un piano strategico per crescere in modo sano.

E il 1° aprile 2023 al terminal crociere è stata organizzata una grande tavola rotonda – presenti tutti i comuni del territorio, istituzioni, associazioni di categoria, operatori – per dare avvio ad un percorso di condivisione di strategie e obiettivi a medio e lungo termine.

Destinazione Spezia, il titolo dell’iniziativa. Il turismo è molto cambiato nel corso dell’ultimo periodo, le persone sono molto più esigenti e per rimanere competitivi in un mercato ultra concorrenziale serve sempre di più combinare la valorizzazione dei luoghi con l’innovazione dei servizi.

La semplice bellezza, di cui il Golfo è largamente cosparso, potrebbe non bastare più. Servono offerte personalizzate, sostenibilità ambientale e standard elevati di accoglienza. Che nel nostro caso, vuol dire soprattutto qualche sorriso in più.

Il commento
di Carlo Crovella
Alle Cinque Terre forse non arriverà il numero chiuso vero e proprio, ma sicuramente ci si sta indirizzando verso una futura pianificazione degli accessi, attraverso previste regole di prenotazioni, alberghiere ma non solo. Anche Portofino sta varando regole di accesso e di sosta nella piazzetta che si affaccia sul famoso porticciolo. Insomma la marea di turisti non è più vista solo come manna dal cielo: occorre regolamentarla, calibrarla e plafonarla.

Il dibattito per ora riguarda i luoghi di grande e indifferenziato accesso turistico, come mete marine o città d’arte. Ma si è rotto un argine, nel dibattito, e in un amen si arriverà a comprendere anche le montagne, intese non solo come località turistiche, ma proprio come accesso alle vette. A dire il vero qualche vetta di rilievo (Monte Bianco su tutti) è già oggetto di regolamentazioni: però il fenomeno pare destinato ad estendersi a macchia d’olio.

In particolare dopo l’assalto turistico alle Cinque Terre nei giorni di Pasqua 2023, il mondo politico-istituzionale si è espresso a favore dell’ipotesi di regolamentare attraverso obbligo di prenotazioni con pagamento dell’accesso. In pratica si mette a reddito la bellezza naturale. Il principio non è completamente campato per aria, ma se passa per la Via dell’Amore, in un domani ce lo potremmo trovare sulla Cresta delle Bosses al Bianco o su quella del Leone al Cervino.

Speriamo di no, ma, nel dubbio, prepariamoci, perché è inevitabile: è la conseguenza dei grandi numeri antropici, mescolati alle conseguenze del riscaldamento globale, con annesso aumento dei rischi oggettivi in montagna.

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