Taglio del perimetro del Parco Regionale Sirente-Velino

Lettera al Ministro
a cura del Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino

L’Aquila, 5 gennaio 2020
Al Gen. Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare MATTM@pec.minambiente.it segreteria.ministro@pec.minambiente.it
Al Dott. Carlo Zaghi, Direttore Direzione Generale per il Patrimonio Naturalistico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare PNA@pec.minambiente.it

Oggetto: Regione Abruzzo. Proposta di Legge regionale Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini.

La Giunta regionale abruzzese con DGR n. 333/C del 15/6/2020 ha approvato la Proposta di Legge Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini che prevede, oltre a una revisione dell’articolato della disciplina del Parco, anche la riduzione del perimetro dello stesso di circa 8.000 ettari, ora al vaglio del Consiglio Regionale.

Nei mesi scorsi un nutrito gruppo di Associazioni ha manifestato la propria contrarietà alla proposta ed è nata una grande mobilitazione per chiedere alla Regione e al Presidente della Giunta, Marco Marsilio, di non tagliare l’unico Parco regionale abruzzese, ma al contrario di avviare un vero e proprio piano di rilancio di questa area naturale protetta che, per la sua centralità rispetto ai Parchi nazionali abruzzesi, riveste un ruolo strategico nella visione di tutela e di promozione socio­economica dell’Appennino centrale e del suo patrimonio naturale e culturale. Sono urgenti il superamento della fase commissariale e l’approvazione del Piano di assetto naturalistico, per una corretta gestione, capace di rilanciare il Parco e conferirgli il posto che merita tra le aree protette italiane.

Una petizione on line contro il taglio del Parco lanciata da un cartello di circa venti associazioni ha superato le 119.000 firme (e il numero continua a crescere). Cinquanta personalità della scienza e della cultura, abruzzesi e italiane, hanno firmato un appello rivolto al Presidente della Regione per scongiurare la riduzione del Parco regionale. Un comitato locale di cittadini si è autorganizzato per far sentire la voce dei tanti che non vogliono uscire dal Parco.

La richiesta di taglio del perimetro portata avanti dalla Regione non ha alcuna giustificazione scientifica e si basa su datate delibere di alcune amministrazioni comunali, ormai in gran parte superate da nuove compagini amministrative. Non a caso, lo scorso 28 ottobre l’Amministrazione Comunale di Tione degli Abruzzi, superando una precedente deliberazione, ha chiesto alla Regione Abruzzo di non ridurre il territorio protetto del Parco regionale Sirente Velino che insiste sui propri confini amministrativi, dando un segno di grande lungimiranza.

Nonostante questa ampia mobilitazione, le Associazioni e il Comitato locale che si oppongono al taglio non sono stati neppure ricevuti dal Presidente Marsilio.

Pur nella piena consapevolezza della competenza regionale sull’area protetta in questione, ci preme ricordare che il Parco regionale del Sirente Velino è un’area estremamente importante per le connessioni ecologiche tra i Parchi nazionali presenti in Abruzzo e in Appennino: qui si trovano specie e habitat di pregio, tutelate da normative nazionali e internazionali. Il nuovo perimetro del Parco lascerebbe al di fuori dell’area protetta o a pochi metri dal suo confine, siti noti di nidificazione dell’Aquila reale (Aquila chrysaetos), del Lanario (Falco biarmicus feldeggii), del Falco pellegrino (Falco peregrinus), del Gufo reale (Bubo bubo), aree con presenza di nuclei riproduttivi di Lupo (Canis lupus), zone di presenza e di connessione per l’Orso marsicano (Ursus arctos ssp. marsicanus) e andrebbe ad interferire con la metapopolazione di ittiofauna del fiume Aterno e del bacino idrico interessati e con le numerose specie di Anfibi, Rettili e Chirotteri presenti. In particolare, il Parco assolve poi un ruolo fondamentale per l’Orso marsicano – come ricordato dai recenti studi di aggiornamento della cartografia del PATOM – per la cui tutela il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e tante altre amministrazioni nazionali ed europee hanno investito notevoli risorse economiche. Inoltre, nel territorio del Parco è stato recentemente reintrodotto il Camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata), altra specie per la quale le connessioni nel territorio sono fondamentali per garantirne l’espansione. A ciò si aggiunge che nel territorio del Parco regionale, e anche sulla superficie oggetto della riperimetrazione, sono presenti aree della Rete Natura 2000 (ZSC e ZPS designate dal Ministero dell’Ambiente ed approvate dall’UE): la variazione del perimetro del Parco pregiudicherebbe quindi la gestione di queste aree, che oggi è affidata proprio all’Ente Parco.

È incoerente anche solo ipotizzare di ridurre un’area naturale protetta, mentre la comunità internazionale si pone l’obiettivo di aumentare la superficie di territorio protetto e la Strategia dell’Unione Europea per la Biodiversità al 2030, uno dei pilastri fondamentali del nuovo Green Deal Europeo, fissa l’obiettivo di proteggere il 30% del territorio europeo.

Alla luce di quanto brevemente illustrato, si chiede un intervento del Ministero, affinché la Regione Abruzzo, che si presenta quale modello per la gestione delle aree naturali protette, non persista anacronisticamente e senza nessuna valida motivazione scientifica, naturalistica o economica, nella volontà di ridurre la superficie protetta del proprio territorio.

Firmato
Filomena Ricci – WWF Abruzzo
Francesco Sulpizio – CAI Abruzzo
Domenico Valente – Italia Nostra Abruzzo
Marano Mario Viola – Mountain Wilderness
Stefano Orlandini – Salviamo l’Orso
Stefano Allavena – LIPU Abruzzo
Pieralisa Di Felice – Pro Natura Abruzzo
Massimo De Maio – Fare Verde Abruzzo
Fabio Borlenghi – Altura Abruzzo
Maria Di Gregorio – Appennino Ecosistema
Mimi D’Aurora – Dalla parte dell’Orso
Nicoletta Pupp – Orso and friends
Enrico Perilli – Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino

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2 Comments

  1. says: Franco Salvati

    Ciao questa lettera deve essere rinviata al nuovo Ministro della TRANSIZIONE ECOLOGICA !
    Se qualcuno legge questo commento il 2 marzo è stata convocata la Commissione regionale per approvare la legge !
    Franco Salvati

  2. Aggiornamento de Il Fatto quotidiano, 23 luglio 2021
    Il Cdm impugna la norma regionale che taglia di 10mila ettari il Parco del Velino. La Soa: “Legge dannosa e anacronistica”.

    Per il Cdm, le “disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di aree naturali protette e in materia di ordine pubblico e sicurezza”. A darne notizia è la Stazione ornitologica abruzzese (Soa) che nei mesi scorsi aveva scritto alla presidenza del Consiglio dei ministri, sollecitando, appunto, che il provvedimento – ritenuto dannoso ed anacronistico – venisse bloccato e portato all’attenzione della Corte Costituzionale. Legambiente: “Si trasformi in Parco nazionale”.

    Il Consiglio dei ministri prova a fermare il taglio del Parco del Velino. Dopo che il Consiglio regionale dell’Abruzzo aveva approvato una legge che prevedeva il ridimensionamento dei confini del Parco naturale regionale con una riduzione di 10mila ettari (un quinto dell’intero parco), il Cdm, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini ha deciso di impugnare la norma “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini”, in quanto le “disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di aree naturali protette e in materia di ordine pubblico e sicurezza”. A darne notizia è la Stazione ornitologica abruzzese (Soa) che nei mesi scorsi aveva scritto alla presidenza del Consiglio dei ministri, sollecitando, appunto, che il provvedimento – ritenuto dannoso ed anacronistico – venisse bloccato e portato all’attenzione della Corte Costituzionale, come è ora avvenuto.
    In una nota anche Legambiente ha comunicato come la loro richiesta – avanzata lo scorso 19 maggio – “ha trovato ragione nel governo che ha impugnato la norma taglia Parco”. Ora l’associazione ambientalista chiede che si lavori per trasformare il parco Sirente Velino in un Parco nazionale. Si tratta di “un’area fondamentale per la tutela delle specie a rischio” si legge nella nota che sottolinea come servano più “territori protetti per frenare la perdita della biodiversità e ridurre gli effetti dell’emergenza climatica in corso”. Legambiente specifica poi come la scelta del taglio di un quinto del parco sia anacronistica e in contrasto con le norme nazionali e con gli obiettivi dell’Ue definiti anche nel programma Next Generation EU. “Questa impugnativa rappresenta una sonora bocciatura per la Regione Abruzzo e anche di chi, appena nominato al vertice del Parco, ha rivendicato la giustezza e la necessità della riduzione del perimetro. Se ne prenda atto e lavoriamo per la trasformazione del Sirente Velino in Parco Nazionale” conclude la nota dell’associazione.
    Secondo la maggioranza, le ragioni della Regione Abruzzo, a guida centrodestra vanno ricercate nei “disagi socio-economici e conseguentemente demografici, lamentati nei territori, come diretta conseguenza della loro totale inclusione nel perimetro dell’area protetta”. Con l’unica opposizione del M5s, il 18 maggio scorso il Consiglio aveva adottato la norma, generando non poche contestazioni e polemiche. La Soa aveva subito avvisato la giunta regionale delle criticità del provvedimento, in netto contrasto con i principi costituzionali e con le misure di conservazione della fauna protetta a livello comunitario. Ma era stato “tutto inutile”, per questo il 29 giugno la Stazione ha deciso “tirare in ballo il governo”. L’augurio è che adesso la Regione torni sui suoi passi e ripristini i confini del Parco prima della delibera della Consulta. Ma al di là dei principi che la norma viola, per gli ambientalisti “la questione è nel merito: nel 2021 “non si può tagliare un parco”, soprattutto se il territorio è sempre più cementificato e impoverito, come dimostrano i dati Ispra sul consumo del suolo e la vulnerabilità della zona a frane, alluvioni e perdita di biodiversità”. “Di fatto le scelte della Regione sono equiparabili ad un’attività di pianificazione di quel territorio, processo che necessita di una valutazione ambientale adeguata e non certo delle quattro paginette con cui l’assessore ad un certo punto si è presentato al Consiglio Regionale per sostenere “tecnicamente” la bontà della norma” conclude la Soa.
    Eppure la proposta di legge dell’assessore all’Ambiente, il leghista Emanuele Imprudente, era presentata come necessaria alla “transizione ecologica”, facendo emergere “le condizioni dei piccoli comuni montani”. Il Parco regionale – istituito nel 1989 – ha già subito tre riduzioni, nel 1998, nel 2000 e nel 2011. L’ultima, la legge approvata dalla giunta regionale e adesso impugnata dal Cdm è passata solo grazie all’applicazione della clausola d’urgenza, prevista dal regolamento consiliare che ha permesso alla maggioranza di non discutere gli oltre 10mila emendamenti presentati dal M5s.

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