di Gian Luca Gasca, pubblicato su Montagne Digitali in data 21 luglio 2016
La frase che leggo di più in questi giorni è “Chiudiamo i passi dolomitici al traffico!” Quasi completamente d’accordo ma, siete mai stati in Val Ferret? Oppure a Pian del Re? O a Ceresole Reale? O in qualsiasi altro luogo vagamente turistico delle Alpi?
Il problema delle troppe auto in montagna non è un problema solo dolomitico e di certo non lo si risolve chiudendo per un paio d’ore la strada al traffico. Esistono luoghi dove hanno introdotto navette, come sotto le Tre Cime, oppure in Valle Po ma alla fine la gente preferisce comunque salire con la propria macchina, perché così sono “liberi di muoversi”. E infatti queste masse sfruttano questa libertà per andare in montagna, a cercare l’aria sana, senza però accorgersi che alla fine è la stessa che trovano in città: soffocata di inquinanti a causa delle troppe auto.
Esiste un modo per cambiare le cose ed è l’educazione, l’insegnamento. Solo mostrando alla gente quali sono i reali vantaggi di un cambio di mentalità in favore del trasporto pubblico potremo finalmente vedere i passi dolomitici, ma non solo, tornare alla tranquillità che gli spetta.
Bisogna iniziare con i commercianti, mostrandogli che il turismo delle auto non è l’unico in grado di portagli guadagno. Quello dei camminatori, dei ciclisti e degli “alpinisti sostenibili” è un turismo diverso ma di qualità, in grado di portare un grande cambiamento e un ottimo guadagno.
I secondi su cui bisogna puntare sono invece i turisti, bisogna incentivarli all’uso dei mezzi con la consapevolezza. Bisogna mostrar loro come muovendosi con i mezzi pubblici, oltre a tutelare l’ambiente, sono realmente più liberi di godersi la montagna.