Gleise

di Susanna Gonella
Foto di Susanna Gonella
(pubblicato su camoscibianchi.wordpress.com l’11 giugno 2023. Il post rientra nella rubrica “Il movimento delle donne solitarie”, curata da Emanuela Provera. Qui il link alla rubrica per coloro che fossero interessati a leggere ulteriori contributi)

Vivo in Val di Susa, a Gleise, una borgata che si trova a 1550 metri di altitudine (Gleise, in lingua occitana/franco-provenzale e patois locale significa “chiesa”).

Sto camminando sul sentiero che, da qui, conduce ad altre frazioni sparse sul fianco della montagna, piccoli gruppi di baite uniti da una rete di mulattiere nascoste nel bosco, da secoli percorse dagli abitanti di questi luoghi che, fino agli anni ’60, li popolavano coltivando ed allevando gli animali. Ora qui passano gli escursionisti ed è un bene che mulattiere e sentieri siano mantenuti praticabili, sono testimonianze della nostra storia.

Grange Horres, a 1700 metri. Grange o grangia, che significa costruzione per alpeggio, è una parola francoprovenzale o piemontese

Cammino sola, libera, fermandomi ad ascoltare il canto degli uccelli ed ammirando i primi fiori primaverili; in silenzio e senza distrazioni umane è più facile incontrare gli animali del bosco e sentirsi in totale sintonia con la natura. Ho raggiunto la borgata Horres e salgo verso la Gran Bea, un dolcissimo sentiero che costeggia un antico canale: in passato portava l’acqua del torrente Valfredda alle case ed ai campi. “Bea”, nel dialetto locale, significa acqua.

Sentiero Gran Bea

Lentamente costeggio la borgata Broue, attraverso il rio Perilleux ed ecco l’abitato di Suppas. Continuo sulla strada sterrata fino alla frazione Foens, un gruppo di case in pietra affacciate sulla valle. La mulattiera prosegue e conduce ad altre baite, alcune lontanissime da qui: il versante sud ovest della montagna è ricco di pascoli e case, ora disabitate. Potrei continuare, è tutto così invitante, sono tentata… ma è meglio che rientri, dopo una sosta tra i ruderi delle antiche baite. Seduta vicino alla fontana ascolto il suono dell’acqua e rifletto sulle donne che vanno in giro sole, ne ho incontrate tante nei viaggi e sulle montagne; da giovane a volte ero un po’ imprudente, ora ho il buon senso della maturità ma non riesco a rinunciare alla bellezza di vivere le sensazioni in solitudine.

Mi chiedono “Hai paura?”, in montagna io mi sento a casa, in un luogo familiare, è difficile avere paura; il disagio lo provo in un centro commerciale, nella metro affollata, nel rumore cittadino, tra gente che parla troppo… ricordo divertita la reazione perplessa degli amici quando, sette anni fa, nell’ottobre 2016, li ho informati che avrei fatto un trekking in Nepal da sola. Era il terzo viaggio himalayano, il primo in gruppo ed il secondo con un’amica; desideravo un’avventura, un’emozione diversa, volevo sentire la sottile eccitante inquietudine di scoprire, sola, posti mai visti prima. La guida, un giovane nepalese paziente e premuroso, spesso mi seguiva a distanza perché aveva capito che mi piaceva camminare adagio e senza parlare, rinviando la conversazione (quel poco che riuscivamo a comunicare in inglese) alle soste per il pranzo e la cena. È stata un’esperienza profonda, non solo per i luoghi incantevoli che ho visto, ma soprattutto perché ho vissuto ogni momento con profonda intensità.

Everest 8848 m, Lhotse 8516 m, Ama Dablam 6812 m dal villaggio di Kunde 3840 m

Mi piace anche viaggiare in compagnia ma le emozioni non si possono condividere totalmente, ciascuno di noi vive le sensazioni in modo diverso ed è impossibile tradurle in parole, l’unico linguaggio universale è l’arte: solo la poesia, la musica, la pittura possono comunicare i sentimenti. Ed allora, per spiegare cos’ho provato quando ho realizzato il sogno di vedere l’Ama Dablam, la montagna sacra del Khumbu, nella valle dell’Everest, non posso fare altro che mostrare la sua immagine, sperando che una foto possa ispirare le altre camminatrici solitarie.

Bio
La montagna è la mia casa, abito in una borgata sopra Bardonecchia (Val di Susa – Piemonte) dove mi sono trasferita 12 anni fa, terminata la vita lavorativa. Curiosa di conoscere, mi piace camminare, viaggiare e sono attiva nel volontariato: da più di 20 anni collaboro con l’associazione ambientalista Mountain Wilderness in cui ho ricoperto diversi incarichi, attualmente mi occupo della Tesoreria.

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