Episodi di “turismo cafone” hanno preoccupato e irritato amministrazione e residenti di Cortina in vista delle Olimpiadi invernali del prossimo anno: «Siamo davvero indignati e allucinati».
Turisti a Cortina senza veli e docce per strada
(esplode la polemica: «Non siamo una spiaggia nudista»)
di Cecilia Dardana (pubblicato su open.online.it il 15 agosto 2025)
e
di Dimitri Canello (pubblicato su corrieredelveneto.corriere.it il 13 agosto 2025)
Scene che nulla hanno a che vedere con il fascino elegante della Regina delle Dolomiti e che, in vista delle Olimpiadi invernali 2026, preoccupano e irritano amministrazione e residenti. In poche ore, a Cortina, sono stati immortalati tre episodi di “turismo cafone”, tutti con un filo conduttore: comportamenti indecorosi in pieno centro o in zone di forte passaggio. Il primo scatto (del 12 agosto 2025), diventato virale sui social, mostra un uomo completamente nudo, con una mano nelle parti intime, accanto al proprio van parcheggiato sotto il centro tennis Apollonio. A questo si aggiungono altre due immagini che hanno alimentato la polemica: un uomo intento a lavarsi sotto il getto di una grondaia al Rio Gere e una coppia, anch’essa senza veli, accanto a un van in pieno centro.
Come bloccare questi episodi
Episodi che hanno fin da subito scatenato le polemiche di amministrazione e cittadini. «Siamo davvero indignati e allucinati», commenta la vicesindaca Roberta Alverà. «Il problema è che in Italia non abbiamo strumenti normativi efficaci: in Svizzera, per esempio, in casi simili possono fermare il mezzo fino al pagamento della multa, qui invece dobbiamo sorprendere i trasgressori in flagranza di reato. Altrimenti la passano liscia».
Chi sono i trasgressori
Alverà distingue fra i camperisti tradizionali, che seguono un codice di comportamento e utilizzano le aree attrezzate, e un nuovo tipo di viaggiatori: «Sono i turisti in piccoli van, spesso provenienti dall’Est Europa, come la Repubblica Ceca. Arrivano, restano un giorno e il giorno dopo sono già altrove, ma intanto reiterano certi comportamenti. Non dispongono dei servizi dei camperisti e si arrangiano come possono, spesso in modo inaccettabile».
Residenti sul piede di guerra
La situazione non passa inosservata ai cittadini. «Sono giorni in cui non si vedono altro che foto di persone nude vicino a roulotte, camper e van, che si lavano senza il minimo ritegno in mezzo alla gente», denuncia su Facebook Nives Milani, di Radio Cortina. «Non siamo una spiaggia nudista ma un paese che ospiterà le Olimpiadi. È una questione di educazione e rispetto del decoro». Il Comune dal canto suo promette controlli più serrati, ma il fenomeno appare difficile da arginare senza nuove norme che permettano interventi immediati e sanzioni effettive. L’obiettivo è chiaro: proteggere l’immagine e il decoro di una località simbolo delle Dolomiti, soprattutto in vista dell’appuntamento olimpico.
La reazione del sindaco
La foto dell’uomo nudo è arrivata presto anche negli uffici del municipio occupati dal primo cittadino Gianluca Lorenzi.
Il sindaco, che già in passato si era scagliato contro quelli che vengono ritenuti atti osceni in luogo pubblico, non usa mezzi termini e si scaglia contro l’uomo catturato dall’obiettivo di un residente: «Direi che l’immagine si commenta da sola – attacca Lorenzi – siamo veramente caduti in basso e da sindaco mi auguro che certe persone non vengano più nella nostra città. È un atto di inciviltà inaccettabile che mi fa imbestialire, ma soprattutto quello che mi preoccupa è che questa gente ha anche figli e insegna loro certi comportamenti totalmente sprezzanti dei regolamenti e del pubblico decoro. È difficile commentare un’immagine del genere, anche se purtroppo non succede solo a Cortina».
La richiesta di danni
Lorenzi giunge al punto di minacciare multe e addirittura una richiesta danni a chi venisse pescato in situazioni analoghe: «Contro la maleducazione non abbiamo alcun appiglio – conferma Lorenzi – vorremmo sanzionare ma non ci riusciamo. Con i nostri agenti abbiamo varato una campagna di massicci controlli a tappeto. Purtroppo, nonostante gli sforzi, non riusciamo mai a cogliere questa gente in flagranza di reato, altrimenti fioccherebbero multe elevatissime. Anzi, dirò di più, se succederà ancora siamo pronti a chiedere i danni d’immagine contro la nostra località. Sono incavolato nero e non ho strumenti, purtroppo, per limitare questa gente a muoversi nelle nostre zone».
L’augurio
Lorenzi chiude con una considerazione: «Mi auguro non capiti più – tuona Lorenzi – spero che si senta preso in causa e si vergogni. Da parte nostra nessuna pietà, in futuro se ci saranno altri casi i responsabili verranno multati con il massimo della sanzione possibile e scatterà una denuncia per danni. Questa gente non è benvoluta e non la voglio, non è questo il turismo che sto cercando. Che vadano pure in altri posti, ma non si facciano mai più vedere a Cortina».
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Rifugi alpini della val Gesso in emergenza
(portatevi le borracce nello zaino!)
di Giulia Poetto
(pubblicato su lastampa.it/cuneo il 13 agosto 2025)
Per raccontare sui social alle rispettive community che da oggi (mercoledì 13 agosto 2025) sono in emergenza idrica, o molto vicini, i gestori dei rifugi Remondino e Morelli-Buzzi, in valle Gesso, hanno scelto prima l’ironia – «tranquilli che birra e vino ne abbiamo a volontà», ha scritto in una storia Marco Ghibaudo del rifugio Remondino, «cercasi esperto o esperta di danza della pioggia, che vada a colpo sicuro. Se centra il risultato fino a 24 ore dopo, offresi mezza pensione e mutande del Morelli», così Paolo Giraudo, gestore del Morelli-Buzzi, per poi cambiare tono con le coordinate per orientarsi in questo nuovo scenario.
La situazione è più seria al Remondino: «Da alcuni giorni non è più possibile fare la doccia; oggi abbiamo chiuso la fontana e lasciato la quantità minima necessaria di acqua nei bagni – spiega Ghibaudo – A chi pernotta cercheremo di dare sia acqua da bere, sia per lavarsi; a tutti chiediamo di arrivare con le borracce piene – lungo il sentiero c’è una cascatella per riempirle – e la massima attenzione in bagno, tirando lo sciacquone soltanto ogni 3-4 usi». In rifugio sarà possibile acquistare acqua in bottiglia fino a esaurimento scorte.
Proprio in questi giorni è in corso l’installazione, resa possibile da fondi Pnrr Margreen, di un sistema per la raccolta dell’acqua piovana – 10 mila litri – da utilizzare per la toilette e gli altri usi non potabili, come lavastoviglie e lavatrice.
La vasca da 5 mila litri di accumulo dell’acqua potabile installata al Morelli Buzzi sempre grazie a fondi Pnrr Margreen dovrebbe permettere al rifugio di garantire la normale operatività – doccia esclusa, e in modalità «risparmio idrico» su tutti i fronti – per una settimana o poco più in caso di perdurante assenza di precipitazioni: il laghetto sopra la struttura, che negli otto anni della gestione Giraudo ha sempre consentito di arrivare a fine stagione senza troppi patemi, è solo un ricordo.
L’appello di Giraudo riecheggia quello di Ghibaudo: «Arrivate al rifugio con le borracce piene».
Il commento
di Carlo Crovella
Il problema è serio e oggettivo: io mi schiero senza alcun dubbio dalla parte dei rifugisti che fanno benissimo il loro lavoro e, ora, in alcune vallate devono aggiungere anche questa difficoltà logistica alle loro giornate stressantissime.
Certo che andrebbero evitate espressioni pubbliche del tipo: “Ora in rifugio non si può fare la doccia (?!?)” e anche: “Ma troverete vino e birra a volontà…”. Il motivo è che la strada della montagna per cannibali è lastricata di concetti come questi: intanto iniziamo a non alimentare queste abitudini e poi arriveremo a disboscare il fenomeno del cannibalismo…
A Cortina non c’è limite all’ipocrisia. Gli indigeni che protestano contro i turisti sono gli stessi vandali che distruggono i boschi e le montagne per le olimpiadi dei marziani.