Un libro veloce da leggere che mostra i lati non completamente conosciuti di Daniele. La prima parte è scritta direttamente dalla mano di Daniele, gli ultimi capitoli invece sono di Alessandra la scrittrice che stava aiutando Daniele nello scrivere le sue avventure.
Si legge di un Daniele stregato dall’immensità del Nanga Parbat e più precisamente dallo Sperone Mummery.
Il libro si articola attraverso i diversi tentativi all’unico ottomila isolato, frammisti alle sessioni di allenamento dell’alpinista di Latina. Risulta incredibile pensare che si potesse allenare solamente su una montagna, dietro casa.
Nel tentativo numero 4, deve abbandonare il campo perché si creano degli attriti tra la sua spedizione e quella di Simone Moro e Tamara Lunger. E proprio per questo sa di non essere soddisfatto ed appagato, continua ad allenarsi e si prepara per la stagione del 2019. Deve salire il Mummery.
Se non dovessi tornare dalla spedizione desidero che Alessandra continui a scrivere questo libro, perché voglio che il mondo conosca la mia storia.
Accade la tragedia. Ma Alessandra è in grado, con stile sopraffino ed elegante di riportare i fatti e gli ultimi pensieri noti di Daniele.
La conclusione del libro è logica e precisa, grazie anche ai racconti dei soccorritori, tra cui Alex Txikon, compagno di Daniele in altri tentativi. L’alpinista di Latina, ammaliato dal Nanga, non ha fatto scelte insensate o illogiche.
La montagna dà, la montagna prende.