Il 51enne di Verona che ha aggredito il gestore di malga Kaser Alm, in Val Casies, è stato denunciato. Il vicesindaco: «Siamo al limite, dobbiamo ridurre i turisti».
Turista assale il custode con lo spray urticante
di Silvia M. C. Senette
(pubblicato su corrieredellaltoadige.corriere.it il 2 agosto 2025)
In un’estate già segnata da crescenti tensioni tra turisti e popolazione locale, un nuovo gravissimo episodio ha scosso l’Alto Adige. Giovedì 31 luglio 2025, in una baita della Val Casies, un diverbio scaturito per futili motivi, sembra il tempo di attesa per un piatto di patate, è culminato nell’aggressione di un avventore nei confronti del gestore, colpito al volto con dello spray urticante. L’episodio, avvenuto alla malga Kaser Alm, a poco più di 2000 metri di altitudine, infiamma il dibattito su quello che in pochi ormai stentano a definire overtourism e sulle tensioni che ne derivano.
Rissa per un piatto di patate
L’aggressore, un 51enne di Verona, è stato denunciato dai carabinieri di Monguelfo per rissa assieme agli altri tre uomini, un adulto e due ragazzi, che erano al suo tavolo: il reato si configura d’ufficio per la presenza di almeno tre persone coinvolte. Secondo quanto riferito dagli uomini dell’Arma intervenuti, il diverbio sarebbe scaturito dall’incomprensione su un’ordinazione.
L’oste, Alfred Selbenbacher, aveva portato a un altro tavolo il piatto di patate destinato ai quattro turisti, creando un ritardo nella comanda che ha scatenato la reazione esagerata dei clienti.
Prima le offese, poi le violenze
L’aggressore, che era in compagnia del figlio diciannovenne, di un 63enne e di un 17enne, avrebbe prima offeso il gestore; quindi «senza alcun preavviso» lo avrebbe colpito al volto con lo spray al peperoncino. La sostanza ha raggiunto occhi, bocca e gola del 55enne, che l’ha inalata e ingerita. Gli altri adulti avrebbero inoltre lanciato un bicchiere contro la moglie del gestore per poi fuggire a piedi. Una dinamica confermata dai testimoni, gli altri avventori della malga, tra cui un’infermiera italiana presente per caso che ha prestato i primi soccorsi a Selbenbacher, poi trasportato in ospedale dal soccorso alpino e dalla Croce Bianca e dimesso con una prognosi di sette giorni. I carabinieri di Monguelfo hanno intanto sequestrato la bomboletta e stanno verificando se si tratti di uno spray legale o di quelli per gli orsi, illegali in Italia. L’oste, che si è detto intenzionato a sporgere querela, potrebbe procedere nelle prossime ore con una denuncia per lesioni.
Le reazioni politiche
Il fatto ha subito suscitato la reazione politica. Hugo Bachmann, assessore all’Economia del comune di Valle di Casies, si dice «preoccupato per il trend del turismo che stiamo vedendo quest’estate», definendo l’accaduto «un brutto episodio» e ribadendo che «questa cosa non esiste, non è ammissibile». Sulla stessa linea Sara Steinmair, collega di giunta con delega ai Giovani e allo Sport, che parla di «un’estate preoccupante» e di «persone che se ne fregano di tutto», lamentando la «mancanza di regole base della montagna, di un po’ di educazione e di rispetto per la natura e per le persone che vivono qua». L’assessora preannuncia che il tema sarà affrontato nel prossimo consiglio comunale, definendolo «un tema da discutere».
«C’è un problema di numeri ma anche di cultura»
Ancora più decise le parole del vicesindaco e assessore alla Cultura, Andreas Pramstaller, che auspica apertamente un intervento politico per contenere il fenomeno. «Quel che è certo è che dobbiamo in qualche modo ridurre i turisti in diversi posti» afferma citando l’esempio del Lago di Braies. «Il nostro gruppo della Svp si è espresso chiaramente e chiede che in questi luoghi venga imposto un blocco, un numero chiuso per contenere il turismo». Pramstaller sottolinea che, sebbene l’Alto Adige viva di turismo, «siamo arrivati a un punto critico» e che «c’è un problema di numeri ma anche di cultura». Quindi un appello a «consentire che il settore vada avanti» ma sperando che «si possa tornare a condurre tutti una vita più tranquilla».
Il commento
di Carlo Crovella
Se, per insaziabile desiderio di “sghei”, si vira verso un modello turistico di stampo “circense” (quello che io sintetizzo con la definizione CLUB MED), non ci si deve scandalizzare se tale modello attira personaggi dalle caratteristiche “circensi”. Ecco spiegato perché ormai vediamo interi eserciti di clown, donne cannoni, domatori di tigri, con tanto di tigri al seguito. Insomma una bella schiera di cannibali.
Insomma: “Dio li fa e poi li accoppia.”. Quindi i tanti episodi dell’estate 2025, specie in Dolomiti (ma in realtà sono accaduti anche altrove, solo che il martello mediatico sta insistendo sulle Dolomiti), non sono altro che la conseguenza di una strada imboccata in passato, magari inconsapevolmente, ma pur sempre imboccata con determinazione, alla ricerca degli “sghei”.
L’unica consolazione è che i reiterati episodi di overtourism stanno facendo storia, ovvero scavano, uno dopo l’altro, l’opinione pubblica e vi annidano due concetti chiave: che “tanti” turisti sono un male e che, se i turisti sono tanti, al loro interno saranno tantissimi gli “sprovveduti tamarri”, alias cannibali. Quando si afferma pubblicamente che “c’è un problema culturale”, questo si intende.
Sono due problemi uno nell’altro: trovando il modo di contrarre gli accessi totali alla montagna, per definizione si ridurranno anche i cannibali. Anzi io sono convinto che i cannibali si ridurranno in misura più che proporzionale, così come negli ultimi decenni i cannibali in giro sono aumentati in misura più che proporzionale rispetto all’aumento generale dei turisti.
Impeccable e condivisibile il commento di Carlo Crovella.
Non ci sono troppi turisti, semmai ci sono troppi sceriffi. Senza la conquista di altri spazi (forse su Marte), non ci sono rimedi alle folle. Nel frattempo non bisogna lasciare spazio alla moltiplicazione di vincoli e di divieti privi di senso.
Sì, mi tocca associarmi in toto al commento del terribile Crovella.. Merenderos go home!
Aggressività, prepotenza e maleducazione, unite alla mancanza di senso civico, sono caratteristiche ben presenti nella nostra società. Non possiamo pretendere che salendo di quota essere rimangano a valle. Sono parte integrante della società capitalistica consumistica nella quale viviamo.
Limiti e divieti su base economica potrebbero, per assurdo, favorire la presenza in quta dei possessori di tali caratteristiche. Di solito più forniti di denaro rispetto ad altri che in montagna salgono e per ristoranti si mangiano un panino o altro cibo portato da casa per risparmiare .
Mala tempora currunt.