Caron 3200, il ristorante più alto d’Europa

Realizzato nel rinomato comprensorio de Les Trois Vallées, l’edificio si mimetizza con l’ambiente circostante grazie a un design minimale e all’uso di materiali neutri: acciaio, vetro, legno e pietra. Complimenti agli architetti, ma oggi non è più solo questione di estetica o di sostenibilità. Nelle lodi che riserva nel suo articolo, l’autrice Chiara Giocabelli non sembra accorgersi di quanto realmente siano pericolosi per la nostra società questi esempi di perfetto mimetismo e quanto la parola “esclusivo” possa tradire una grande trappola culturale.

Caron 3200, il ristorante più alto d’Europa
(con wine bar e boutique)
di Chiara Giocabelli
(pubblicato su quotidiano.net del 3 aprile 2025

Là dove le nuvole sembrano a portata di mano, nasce Caron 3200 (in realtà 3195 m, ma tant’è, NdR): il tetto gourmet e panoramico d’Europa. In qualche modo lo si potrebbe definire un luogo nascosto tra le pieghe delle Alpi francesi, dove il cielo sembra più vicino e il tempo si ferma; in realtà, svetta nel punto più visibile in assoluto, quindi da ovunque si guardi verso l’alto molto probabilmente lo si scorge, lassù tra cime innevate e cieli blu.

L’edificio avveniristico di Caron 3200

A 3.200 metri di altitudine sorge Caron 3200, una struttura avveniristica sospesa tra le montagne di Val Thorens e Orelle, nel comprensorio sciistico Les Trois Vallées, il più grande del mondo. Non stiamo affatto parlando di un semplice punto di ristoro, ma di un’esperienza totale che fonde insieme alta quota, ottima cucina e una curata idea di ospitalità.

Sedersi per osservare l’infinito. Foto: Louis Brochot.

Basta mettere piede sul rooftop di Caron 3200 per comprendere l’eccezionalità di questo luogo: oltre mille vette si offrono allo sguardo, disegnando un orizzonte infinito che abbraccia Francia, Svizzera e Italia. Il Monte Bianco si staglia a nord, le Aiguilles d’Arves fendono il cielo a sud e il Ruitor si impone in tutta la sua imponenza. È senza dubbio una delle vedute più spettacolari delle Alpi, tanto che la Guida Verde Michelin non ha esitato a definirla “una delle più belle della catena alpina”.

La Passerelle Rotonde. Foto: FICAP.

La storia di Caron 3200 affonda le sue radici nel 1982, con la costruzione della più grande teleferica del mondo, che per la prima volta rese accessibile la leggendaria Cime Caron. Da allora, una visione ha preso forma: trasformare questo punto panoramico in un vero e proprio polo multiservizi, accessibile a tutti, sciatori e non. Nel 2021 l’apertura delle telecabine Orelle-Caron ha accelerato il progetto, culminato nel dicembre 2024 con l’inaugurazione ufficiale di Caron 3200, frutto di un titanico cantiere durato diciassette mesi in condizioni estreme. Si tratta quindi della prima stagione del ristorante-enoteca, che sta riscuotendo un successo incredibile.

Caron 3200 a Cime Caron. Foto: Thibaut Loubere.

Sviluppato su quattro livelli per un totale di 800 metri quadrati, l’edificio si mimetizza con l’ambiente circostante grazie a un design minimale e all’uso di materiali neutri: acciaio, vetro, legno, pietra. Le grandi vetrate garantiscono luce e trasparenza, mentre le tonalità della base richiamano le rocce estive della montagna. La sostenibilità è il filo conduttore del progetto: il micro-impianto di trattamento delle acque reflue, i pannelli solari e il recupero del calore della telecabina testimoniano un impegno concreto nella tutela dell’ambiente.

Raggiungere Caron 3200 è sorprendentemente semplice: in inverno si parte da Val Thorens o Orelle con gli impianti di risalita, sfruttando le cabinovie Cairn e Caron, oppure la linea diretta Orelle-Caron (accertarsi dell’apertura delle teleferiche prima di partire). Per chi volesse tentare l’ascesa a piedi, ovviamente ben preparato ed equipaggiato, l’impegnativa salita si trasforma in un viaggio contemplativo. Sembra di essere in un mondo fantastico lontano da tutto, ma in realtà da Torino la località si trova a poco più di un’ora e mezza d’auto, a due passi dal confine italiano. Un viaggio che certamente vale la pena di essere affrontato, sia d’inverno che d’estate.

La teleferica che porta a Cime Caron. Foto: Thibaut Loubere.

Caron 3200 è quindi molto più di una meta turistica: è una destinazione sensoriale. Al primo piano, il ristorante accoglie 130 ospiti con una formula originale e raffinata: piatti serviti in barattoli preparati con ingredienti biologici, locali e di stagione. La cucina spazia dal territorio alla creatività internazionale, sempre guidata da un’attenzione meticolosa alla qualità.

Il Wine bar. Foto: Infonews.

Ma è scendendo di un piano che si entra in una dimensione ancora più esclusiva: il wine bar più alto d’Europa. Vi ritroverete in un salotto intimo con 25 posti a sedere, dove degustare oltre 150 etichette selezionate tra le migliori cantine francesi e internazionali. Romanée-Conti, Château d’Yquem, Pauillac, Barbaresco e Barolo: ogni calice racconta una storia, esaltata dall’altitudine che, riducendo pressione e ossigeno, rallenta l’invecchiamento e arricchisce gli aromi. I vini sono accompagnati da formaggi della cooperativa SICA de l’Arvan e salumi firmati dal maestro salumiere Christian Favre, garanzia di eccellenza gastronomica. Ogni abbinamento è pensato per stupire, per lasciare il segno.

Al piano terra si trova anche un’esclusiva boutique, con souvenir e oggetti unici introvabili altrove, nonché una sala polifunzionale da 80 metri quadrati, la più alta di Francia, modulabile per ospitare seminari, proiezioni, mostre d’arte, eventi culturali e sportivi. È uno spazio concepito per creare connessioni e arricchire l’offerta culturale del territorio.

La boutique esclusiva. Foto: Louis Brochot.

Il contesto in cui si inserisce Caron 3200 è già di per sé straordinario. Val Thorens, il resort più alto d’Europa (2300-3230 metri), vanta sei mesi di neve garantita e nove titoli di “Miglior resort del mondo” ai World Ski Awards. Cosmopolita e dinamico, ospita il 70% di clientela internazionale. Dall’altro lato, Orelle – la “perla nascosta” – seduce con il suo charme discreto, i dieci villaggi sospesi tra gli 880 e i 1180 metri, e l’accesso privilegiato al comprensorio sciistico più esteso del mondo: 600 chilometri di piste che si dipanano su tre valli leggendarie, Les Trois Vallées.

Les Bocaux. Foto: Louis Brochot.

Val Thorens non è solo un luogo in cui sciare, ma anche da vivere. Durante tutto l’anno vi si svolgono infatti eventi sportivi internazionali come l’Ice Cross World Championships, la Ski Cross World Cup e il Free Ride World Tour. Al Caron 3200, invece, si privilegia l’arte, con un’area espositiva dove si tengono mostre di artisti contemporanei, incontri culturali, eventi di vario genere e performance che trovano nel panorama alpino una scenografia unica. In definitiva, Caron 3200 è un manifesto di inclusività, accoglienza e rispetto: un’avanguardia concettuale dove il lusso non è ostentazione, ma armonia con la montagna; dove il tempo rallenta, i sensi si affinano e ogni istante diventa memoria. Una meta da scoprire, da gustare, da contemplare. E da portare nel cuore, tra cielo e terra. 

www.caron3200.com
www.france.fr/it
www.inauvergnerhonealpes.com.

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8 Comments

  1. says: bruno telleschi

    L’equivoco non può essere maggiore: la bellezza dell’architettura non può in ogni caso compensare l’orrore della devastazione ambientale. Nel catalogo delle opere da demolire il ristorante Caron 3200 merita un posto privilegiato, come l’albergo che ha sostituito la baracca del passo Santner sul Catinaccio.

  2. says: Fabio Bertoncelli

    Questo articolo è pura pubblicità.

    Una pubblicità pacchiana, puerile, stupida.

    Mi domando: “Quanto ha incassato la Chiara per abbassarsi a un simile livello? oppure la sua è stupidità genuina?”.

  3. says: Grazia Pitruzzella

    La giornalista fa un po’ di confusione definendo “esperienza” un luogo (magari è una bella esperienza salire sin lì, ma non la struttura stessa). Poi ancora confonde la bellezza del panorama, che se mai può essere guastato da un edificio moderno, con la bellezza dell’edificio stesso, che ai miei occhi bello non è.
    Scrivere che la struttura si mimetizza, poi, è un po’ avventato, visto che sottolinea che è visibile da qualunque punto delle vallate circostanti.
    Come può essere accessibile a tutti un ristorante con prodotti così esclusivi, che a mio avviso sono fuori luogo a quella quota?
    Infine, vogliamo soffermarci sulla sostenibilità con sei mesi all’anno di neve garantita?

  4. says: Cla

    E si Bertoncelli mi fanno più paura queste Chiare che i vari Soros, Gates, Schwab, Lynch messi assieme. Queste Chiare sono pronte a leccare il culo a tutti. Ma non lo leccano per soldi, potere, carriera, lo leccano solo perché gli piace il gusto del culo.

  5. says: Paolo Fissore

    Un articolo penoso di pubblicità squallida, che si ammanta di parole assolutamente a sproposito nello specifico, dall’inclusività in poi. Acciaio, vetro, legno, pietra: il massimo del sostenibile a 3200 m. Che cosa ci manca, il mattone a vista ? Un esempio stra-pessimo dell’imbarbarimento a cui si può arrivare con il culto del denaro, del nulla è impossibile. Schifo puro.

  6. says: Marcello Cominetti

    Che palle ‘sti posti e questi articoli leccaculo in cambio magari di un pranzo…
    Sempre adorato le cantine!

  7. says: Enrico

    “Al piano terra si trova anche un’esclusiva boutique, con souvenir e oggetti unici introvabili altrove”

    Invece di perdere tempo in critiche e chiacchiere ieri ci sono andato di corsa. Ho fatto acquisti di cose inimmaginabili, prima che andassero esaurite le poche scorte …

    P.S. (Più Seriamente)
    Terminata la ferrovia della Jungfrau attraverso le viscere dell’ Eiger per fortuna la coscienza ambientalista svizzera ha prevalso per abolire analoghi progetti. Tuttavia il vizio non si è estinto, di qua e al di là delle Alpi.

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