Nature Restoration Law

Il 12 luglio 2023 gli europarlamentari, nella plenaria del Parlamento Ue, hanno approvato la Nature Restoration Law. Si tratta di un provvedimento molto contestato, che rende la protezione della natura e il ripristino degli habitat europei un obbligo di legge. Appoggiato dalle associazioni ambientaliste, è criticato dagli agricoltori.

Una mobilitazione enorme ha sconfitto lobby e politiche anacronistiche, aprendo le porte alla vera transizione ecologica. Ogni euro investito in natura produrrà un ritorno tra i 9 e i 38 euro sotto forma di servizi ecosistemici migliori.

Nature Restoration Law
(cos’è e cosa prevede la legge europea sul ripristino della natura)
a cura della Redazione di tg24.sky.it
(pubblicato su tg24.sky.it il 12 luglio 2023

Mercoledì 12 luglio 2023 gli europarlamentari, nella plenaria del Parlamento Ue, hanno approvato la Nature Restoration Law, la legge per il ripristino della natura. Si tratta di un provvedimento, proposto dalla Commissione europea, molto contestato. Il via libera è passato con 336 voti favorevoli, 300 voti contrari e 13 astenuti. La Plenaria del Parlamento europeo poco prima aveva respinto la proposta di reiezione della legge. Presente anche Greta Thunberg.

La base del testo votato, con l’approvazione di diversi emendamenti presentati da Renew, si avvicina all’accordo del giugno scorso del Consiglio Affari Ambiente. Il via libera è stato seguito dal voto che rinvia la proposta di regolamento in commissione Ambiente: si tratta di un passaggio formale che definisce la posizione negoziale dell’Eurocamera in vista dei triloghi sul testo con Consiglio e Commissione. Dopo la fine dei negoziati interistituzionali il testo tornerà all’Eurocamera.

Ma cos’è e cosa prevede la legge?
La legge sul ripristino della natura e degli habitat è uno dei pilastri del pacchetto clima della Commissione von der Leyen e si inserisce nella strategia sulla biodiversità per il 2030. Tra i suoi punti c’è la previsione di istituire obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri per il ripristino degli ecosistemi.

In altre parole, la legge rende la protezione della natura e il ripristino degli habitat europei un obbligo di legge. Punta, infatti, a servirsi dello strumento legislativo per il ripristino degli ecosistemi degradati e per fermare la perdita di biodiversità. Tra gli obiettivi c’è anche quello di combattere il cambiamento climatico.

In particolare, la legge si pone l’obiettivo di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Unione e il 15% dei fiumi nella loro lunghezza. Inoltre, sempre entro il 2030, prevede la realizzazione di elementi paesaggistici ad alta biodiversità su almeno il 10% della superficie agricola utilizzata.

Entro il 2050, poi, la legge ha l’obiettivo di recuperare tutti gli ecosistemi che necessitano di azioni di ripristino. Si tratta, quindi, di un grande progetto di riqualificazione degli ambienti naturali che non riguarderà solo le aree protette ma tutti gli ecosistemi, compresi i terreni agricoli e le aree urbane. La proposta di legge fa parte del cosiddetto “Pacchetto natura”.Il testo fa riferimento agli ecosistemi fluviali, forestali, urbani e agricoli. Tra i punti: ridurre le barriere che limitano la connettività dei fiumi, aumentare gli stock di carbonio migliorando la gestione forestale, diminuire l’uso di pesticidi, rendere più sostenibile la pesca, aumentare il verde urbano, diversificare le aree coltivate per favorire farfalle, insetti impollinatori e uccelli, combattere l’uso indiscriminato di fertilizzanti e monocolture intensive. I negoziati erano partiti all’insegna del dialogo, ma poi anche questa legge ha risentito della frattura tra S&d e Popolari sui temi ambientali. Anche il governo italiano è molto critico su alcuni aspetti del Fit for 55. La formazione liberale Renew, cercando una mediazione, ha presentato degli emendamenti che di fatto ripropongono il testo, più morbido, approvato dal Consiglio. A sostenere la proposta sono diverse associazioni ambientaliste, che la vedono anche come un passo contro le alluvioni e a favore della prevenzione dagli incendi. E anche Greta Thunberg, paladina dell’ambientalismo targato Generation Z. “La legge sulla natura va sostenuta per mitigare la crisi climatica”, ha twittato l’attivista. “La destra sta cercando di segare via il ramo su cui tutti noi sediamo“, ha aggiunto arrivando al presidio in sostegno alla legge organizzato dal gruppo dei Socialisti, dei Verdi e delle Sinistre davanti al Parlamento europeo. Sono contrari gli agricoltori. Il Copa-Cogeca, sindacato degli agricoltori e delle cooperative agricole europee, sostiene che la legge ridurrebbe le aree destinate alle attività agricole, forestali e orticole. “Ridurremmo di fatto la nostra capacità di produrre cibo e saremmo più esposti alle importazioni che noi e tante Ong e organizzazioni considerano rischiose. Vogliamo produrre cibo per i cittadini europei e questa legislazione minaccia seriamente questo obiettivo del nostro settore“, ha detto nei giorni scorsi il segretario generale dell’ente, Pekka Pekkonen. “La legislazione non è una minaccia” per gli agricoltori, ha detto Virginijus Sinkevičius, commissario Ue all’Ambiente, in un’intervista a Politico.eu. “È molto difficile per me capire queste argomentazioni” perché “la realtà racconta una storia diversa“, ovvero che i cambiamenti climatici, e non l’Ue, stanno danneggiando i raccolti degli agricoltori, ha aggiunto.

Timmermans fermati, ritira la bozza di legge sul ripristino della natura“, aveva detto invece il presidente e capigruppo del Ppe Manfred Weber, che si è unito alla protesta degli agricoltori. “Prendiamo il tema della biodiversità molto seriamente ma questa legge è pericolosa per i cittadini e le imprese“. Sono 21 i Popolari che il 12 luglio hanno votato in dissenso alla linea Weber e hanno detto sì alla legge sul ripristino della natura.

Un evento unico che può cambiare la storia europea
di Danilo Selvaggi (direttore generale della Lipu)

Salutiamo il voto del Parlamento europeo con grande soddisfazione e gratitudine, per il coraggio e la lungimiranza dimostrata da una parte consistente della politica nel sostegno a una legge storica, che dà speranza alla natura e al futuro dell’Europa. La Nature Restoration Law è un provvedimento unico nel suo genere in tutta la storia della comunità europea. Per la prima volta avremo una legge con una funzione non solo protettiva, come avviene per le preziose direttive Uccelli e Habitat, ma proattiva, il cui principio è che proteggere la natura esistente è fondamentale ma non basta più: bisogna ripristinare quella perduta. Questo aiuterà a fermare il declino della biodiversità, ad affrontare la questione climatica così come ad avere un territorio più sicuro, città più verdi e accoglienti, servizi ecosistemici di maggiore qualità.

Nonostante questi straordinari benefici, l’Europarlamento ha dovuto superare un’opposizione anacronistica e scorretta, di una parte della politica e di alcune lobby contrarie ad ogni vera agenda ambientale, che ha usato argomenti fasulli e talvolta linguaggi inopportuni per fermare la legge.

Il successo dell’approvazione lo si deve alla determinazione della Commissione europea e di una parte consistente delle forze politiche dell’Europarlamento ma anche alla mobilitazione civica senza precedenti che ha supportato la legge: un milione di cittadini europei, 6000 scienziati, la campagna #wearenature della Lipu che ha informato 6 milioni di persone, oltre 200 organizzazioni Italiane, centinaia di ricercatori, accademici, figure di enti e istituzioni e personalità di spicco come Elisa, Luca Mercalli, Dacia Maraini, Paolo Rumiz, Vivian Lamarque, Tessa Gelisio.

Ora il tratto finale della legge, il negoziato del Trilogo (Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue) da cui uscirà il testo della legge, che gli Stati membri faranno proprio e attueranno. Si aprirà una fase nuova, piena di speranza per la natura europea e una maggiore salute delle nostre società. Ogni euro investito in ripristino della natura, secondo gli studi della Commissione europea, produrrà un ritorno tra i 9 e i 38 euro sotto forma di servizi ecosistemici migliori, e questo è solo uno degli esempi di come questa legge può davvero cambiare in meglio la storia europea.

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