(intervista del 2021)
Nato a Trento il 30 agosto 1956 e vissuto nel sobborgo di Povo (Trento) fino a 23 anni, ora residente a Pietramurata di Dro, inizia ad arrampicare giovanissimo.
Nell’arco di 40 anni di attività, sale circa 2500 vie, con un centinaio di prime ripetizioni, dieci prime ripetizioni nazionali, venti grandissime prime invernali, ma la disciplina che più lo affascina è l’esplorazione e l’apertura di vie nuove, circa cinquanta sulle Dolomiti, in Valle della Sarca e anche nei monti Tatra Slovacchi.
Nel 1979 è uno dei primi Italiani a cogliere i grandi cambiamenti dell’ambiente alpinistico: con altri compagni trentini vola negli Stati Uniti, nella Yosemite Valley, sperimentando le nuove tendenze tecniche che tanto influiranno sull’alpinismo del vecchio continente.
Ha arrampicato nei maggiori centri europei, Verdon e Calanques (Francia), Mallos de Riglos (Spagna), Meteora (Grecia), Pakleniza (Croazia). In Patagonia con un amico cliente compie il giro del gruppo del Cerro Torre per lo Hielo continental e il giro delle torri del Paine. Socio dal 1980 del CAAI, nel 1987 consegue il brevetto di Guida Alpina-Maestro d’alpinismo.
Ha tenuto conferenze in tutta Italia perché gli è sempre stata riconosciuta una simpatia espositiva non comune. Nel 1995 pubblica con successo una riuscita monografia dal titolo Arrampicate in Dolomiti, Edizioni Cierre, guida che descrive 70 ascensioni poco note nelle Dolomiti. Nel 2006 pubblica la sua autobiografia, Ampio respiro, edita da Nuovi sentieri. Questa è stata poi ripubblicata e ampliata nell’edizione del 2019 (Alpine Studio).