Dal 15 maggio al 15 luglio 2025 c’è stato il divieto di accesso all’area di Mandra Murata. L’escursionismo si è fermato per dare priorità alla natura.
Parco Sirente-Velino: chiusi i sentieri per proteggere il camoscio
di Filippo Del Vecchio
In Abruzzo, con la Disposizione n. 2 dell’8 maggio 2025, il Parco Naturale Regionale Sirente Velino ha ufficializzato la chiusura temporanea di alcuni sentieri montani per tutelare la riproduzione del camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata), specie endemica e protetta dell’Appennino centrale.
Il provvedimento, della durata di due mesi, ha riguardato in particolare l’“Area Specifica di Tutela del Camoscio Appenninico”, situata in località Mandra Murata sul Monte Sirente, sopra i 1900 metri di quota. L’accesso è stato interdetto ai sentieri 14, 14C, 14D, 14E e 14F (versante del comune di Rovere) dal 15 maggio al 15 luglio 2025, periodo ritenuto cruciale per la fase riproduttiva della specie.
La decisione è stata presa in continuità con quanto già stabilito negli anni precedenti, sulla base di accordi, atti e delibere regionali, nonché nel rispetto delle norme del sito ZSC IT7110206. C’è stata anche un’intensificazione della sorveglianza da parte del Gruppo Carabinieri Forestali per garantire il rispetto del divieto.
Una misura per una specie simbolo
Il camoscio appenninico è considerato uno degli animali simbolo della biodiversità appenninica ed in particolare di quella abruzzese. Introdotto nella catena del Sirente nel 2012 nell’ambito del Progetto europeo LIFE Coornata, oggi la sua popolazione è ancora in fase di consolidamento ed è per questo che l’Ente Parco ha ritenuto fondamentale riproporre anche per il 2025, la chiusura stagionale dell’area più sensibile.
Il provvedimento rispecchia un modello di gestione ambientale orientato alla tutela attiva, capace di anteporre le esigenze della fauna selvatica alla fruizione umana, anche in contesti – come quello dell’Appennino abruzzese – dove l’escursionismo rappresenta una risorsa economica rilevante.
Escursionismo e conservazione trovano il giusto equilibrio
La chiusura dei sentieri nel periodo primaverile ed estivo, se da un lato tutela una specie a rischio, dall’altro tocca da vicino molti piccoli centri montani, che vivono di turismo e accoglienza legati al mondo dell’outdoor. Il blocco temporaneo delle escursioni su alcuni percorsi storici come quelli del Sirente solleva quindi il tema – non nuovo ma sempre attuale – della convivenza tra conservazione ambientale, dell’ambiente montano e lo sviluppo locale.
Tuttavia, proprio da questi atti di tutela può nascere una nuova consapevolezza ovvero quella di un turismo più consapevole, capace di ascoltare i ritmi della natura ed i suoi bisogni, adattandosi e mettendosi da parte quando serve. Un turismo etico, rispettoso, in cui l’uomo accetta il suo ruolo di ospite e non di dominatore del paesaggio.
Una pausa che insegna
La temporanea chiusura dei sentieri non rappresenta solo un gesto tecnico, ma anche simbolico, simboleggia la volontà di lasciare spazio e soprattutto tempo alla vita selvatica e di riconoscere che la montagna non è solo uno spazio da attraversare, ma un ecosistema fragile che va compreso e rispettato nel quale l’escursionista è solo ospite.
In un tempo in cui il turismo della montagna sta subendo cambiamenti e cerca sempre nuove esperienze, forse imparare a fermarsi quando la natura lo richiede è una delle forme più autentiche di connessione con l’ambiente e rispetto per questo.
E’ da tempo che sostengo che si deve fare “così” e che si farà sempre più “così”. In passato 8e a volte anche al giorno d’oggi) abbiamo abusato della Natura e ora il nostro piccolo obolo per tutelarla è accettare di NON andare in certi luoghi e in certi periodi. Dovremmo arrivarci da soli, ma, siccome l’intelligenza NON è una facoltà ampiamente diffusa nella specie umana, è inevitabile che scattino i divieti e restrizioni.