Dolomiti di Brenta, volume 5
presentazione dell’ultimo volume dell’opera Dolomiti di Brenta, di Francesco Cappellari (IdeaMontagna, Villa di Teolo, PD, luglio 2023, ISBN 979-12-80483-62-1, euro 29,00)
Finalmente è uscita! La collana “Roccia d’Autore” dell’editore IdeaMontagna ha pubblicato il quinto volume delle Dolomiti di Brenta, con ciò concludendo un lavoro titanico cominciato almeno tredici anni fa.
Il primo dei cinque volumi ad uscire fu Val d’Ambièz (400 pagine, aprile 2013); seguirono Versante sud-est (aprile 2014), Vallesinella, Campa e Catena Settentrionale (aprile 2016) e Massiccio Centrale (512 pagine, agosto 2019). Ora è uscito (352 pagine, luglio 2023) Massiccio di Cima Tosa, Fracingli, Vallon.
E se ne sentiva l’esigenza, perché il finale comprendeva montagne famose e importanti come la Cima Tosa e il Crozzon di Brenta!
Il nuovo volume che conclude l’opera Dolomiti di Brenta presenta 146 vie di roccia classiche e moderne, in pratica tutte le vie del gruppo preso in considerazione, tralasciando magari solo qualche variante di scarsa importanza, brevi deviazioni dei quali si può trovare traccia nella Dolomiti di Brenta di Gino Buscaini ed Ettore Castiglioni ma di cui non è del tutto necessario conservare memoria.
Nel filo logico che lega i cinque volumi non si trovano evoluzioni particolari, segno che la formula iniziale era azzeccata e non ha avuto bisogno di modifiche. Tutti gli itinerari sono descritti alla perfezione, dispongono di un tracciato disegnato e hanno una o più foto. Sono 326 le pagine dedicate ai 146 itinerari, il che significa che, in media, ciascuno di loro è descritto e illustrato con 2,2 pagine. Il che, oggettivamente, rappresenta decisamente il massimo di ciò che editorialmente si può osare.
Aggiungete i riferimenti storici, le fotografie dei primi salitori, molte curiosità. Siamo ben lontani dalla selezione di itinerari scelti e ci si accorge subito che questa guida dà dei consigli soprattutto informando, non cercando di spingere in una direzione o in un’altra. Questa guida non fa graduatorie di bellezza con le stellette, non mette in fila le vie in ordine di difficoltà come faceva la collana di Gaston Rébuffat delle “100 più belle”. Siamo molto vicini alla trattazione di Buscaini/Castiglioni, un’ideale continuazione rivisitata della Guida dei Monti d’Italia.
Sta al lettore interpretare e incontrare sulle vie la personalità degli apritori: e se questo incontro fecondo è stato facilitato da questo lavoro, ben venga.
Fare oggi una guida per un pubblico di appassionati di arrampicata in montagna è diventato assai difficile. Troppi e troppo diversi sono i gusti, le maggiori o minori aderenze con l’arrampicata sportiva, le tendenze variegate di apertura degli itinerari. Si rischia di non potercisi più raccapezzare.
Oggi, la proliferazione di itinerari concomitanti o incrocianti, l’uso implacabile di internet e, in generale, quel colino impertinente che vaglia i fatti oscuri della storia, hanno reso impossibile la vita comoda dell’autore: che deve o chiarire i misteri o, dopo adeguato e non risolutivo studio, denunciarli candidamente.
Ai tempi di Buscaini, e soprattutto di Castiglioni, per certe salite remote, autori semisconosciuti, vie non ripetute, si è aperto un lungo periodo storico in cui anche le inesattezze finivano nel dimenticatoio e non avevano bisogno di essere perdonate proprio perché non riconosciute.
Un dato impressionante è il confronto tra le due opere. La Castiglioni-Buscaini aveva un totale di 510 pagine. Ora, la stessa precisa quantità di montagne e pareti è descritta in quello che approssimativamente sono 2.100 pagine.
La volontà di portare ordine in una materia che non vedeva aggiornamenti scritti dal 1977 è evidente, come pure il risultato.
Si vede con facilità la precisione con cui gli itinerari sono descritti non tanto per una malintesa e inutile pignoleria o per l’ansia di non dare adito a interpretazioni sbagliate: qui la precisione è essenziale, è chiarezza di ricordo e di suggerimento. Fa parte cioè della struttura mentale dell’autore, che finalmente citiamo: Francesco Cappellari.
L’autore, e alla fine dell’opera possiamo dirlo con tranquillità, si è mosso con grande agilità tra biblioteche e ammuffiti documenti come tra le pagine di un web sempre più nervoso, intervallando con lunghe chiacchierate con i protagonisti.
Fino a qualche decina d’anni fa la notizia di qualche nuova apertura si faceva luce sulle riviste specializzate. Poi queste sono scomparse, e così le notizie delle vie nuove e relative relazioni! Solo negli ultimi circa venti anni il web ha permesso di pubblicare ciò che di nuovo succedeva. Ma il materiale messo a disposizione in quel modo ha evidenti difficoltà di classificazione, ciascuno pubblica dove vuole e giudica il proprio operato secondo i propri metri. Chi vorrebbe informarsi non sa né dove né cosa esattamente cercare. E non ha alcuna garanzia di trattamento omogeneo delle difficoltà e delle info.
Ecco perché a mio parere un’opera come questa va a colmare un vuoto, un deficit d’informazione davvero eclatante, specialmente se si pensa che la zona alpinistica trattata è tra le più frequentate, note e apprezzate delle Dolomiti intere.
Per avere informazioni sull’intera produzione di IdeaMontagna, vedi qui.
Complimenti a tutta l’équipe di Idea Montagna per il prezioso lavoro svolto!