I paesi dove non vuole vivere nessuno

La giunta provinciale trentina vara l’assegno annuale per chi trasferisce la residenza nelle «zone periferiche e svantaggiate». Si possono ottenere fino a 3mila euro.

I paesi dove non vuole vivere nessuno
(dopo il contributo da 100mila euro c’è un nuovo bonus per sostenere gli affitti)
di Enrico Pruner
(pubblicato su corrieredeltrentino.corriere.it il 13 settembre 2025

Prosegue la campagna di «rivitalizzazione» delle aree montane del Trentino. Dopo il bando anti-spopolamento con contributi fino a 100 mila euro, la Provincia mette in campo un bonus annuale da 3.000 euro in su per sostenere gli affitti nelle cosiddette «zone periferiche e svantaggiate». Condizione necessaria: trasferire lì la propria residenza. Il provvedimento peserà sulle casse provinciali per 1,5 milioni, stanziati per il triennio 2026-2028. Dal 22 settembre 2025 è possibile fare domanda per accedere al contributo, che coinvolge due terzi dei comuni trentini: un «listone» di 112 municipi sui 166 presenti in provincia, che condividono tutti una certa distanza dalle città, una carenza di particolari servizi e, evidentemente, il rischio di spopolamento. Se si scorre l’elenco, si trovano quasi tutte le valli.

Vermiglio, in Val di Sole, è uno dei paesi a rischio spopolamento

«Abbiamo voluto garantire una grande partecipazione al bando», spiega l’assessore alla casa Simone Marchiori, che ha proposto la misura approvata ieri dalla giunta. E inquadra: «Con questo intervento vogliamo sostenere concretamente le famiglie che scelgono di vivere nei nostri territori più periferici, contribuendo così a mantenerli vitali e abitati».

Come fare e quanto si può ottenere
Per accedere al contributo è necessario trasferire la residenza in un alloggio in affitto in uno dei comuni beneficiari entro il 31 dicembre 2026. Il contratto di locazione deve avere durata minima di tre anni ed essere regolarmente registrato. Finora in diversi paesi trentini erano già previsti contributi per l’acquisto e la ristrutturazione della casa. Ora il sostegno viene quindi garantito anche per le locazioni. Un bando sperimentale simile era stato pubblicato alla fine della scorsa legislatura, ma con una platea di comuni destinatari decisamente più ristretta e vincoli più stringenti.

Il risultato era stata solo una manciata di domande. Adesso i requisiti sono stati ammorbiditi e, calcolatrice alla mano, si tratta di fatto di un contributo per l’affitto di 250 euro al mese. In molti casi è possibile anche sfondare il tetto dei 3.000 euro all’anno, a patto che l’ammontare del contributo non superi il valore annuale del canone di locazione: sono previsti ad esempio ulteriori 250 euro se i componenti del nucleo sono under 40, e 500 euro per le famiglie numerose o per chi possiede un indicatore Icef per l’edilizia abitativa pubblica a canone moderato non superiore a 0,41.

Gli obiettivi della misura
«È una misura che unisce il sostegno alle famiglie con il contrasto allo spopolamento, con l’obiettivo di valorizzare le comunità locali e il loro futuro», prosegue Marchiori. E sottolinea i tanti comuni a trazione turistica «su cui vale la pena puntare» per dare risposte. Sono i paesi dove la grande presenza di alloggi turistici, sostiene l’assessore, rischiano di compromettere il mercato degli affitti a lungo termine. «Penso alla Val di Fassa, dove i comuni sono fortemente turistici. Questa misura è vista con grande interesse perché può andare a calmierare i prezzi degli affitti».

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