Cinque Torri, la palestra degli Scoiattoli
di Enrico Maioni
(pubblicato su guidedolomiti.com il 17 ottobre 2018)
Cinque Torri: arrampicata classica e sportiva per tutti
Alle Cinque Torri arrampicata classica e sportiva vanno a braccetto. Nonostante sia facile trovare in internet numerose informazioni riguardo alle possibilità di scalata offerte dalle 5 Torri, non ho potuto fare a meno di dire la mia.
Sono affezionato a questo luogo, a quella che per anni è stata ed è tuttora la “palestra degli Scoiattoli“.
È infatti su queste pareti che ho iniziato ad arrampicare, da ragazzo. Ancor oggi frequento assiduamente questo magnifico luogo, per diletto e per lavoro, e posso perciò affermare senza presunzione di conoscere a fondo queste guglie e tutte le vie di arrampicata che si sviluppano su queste rocce.
Le Cinque Torri sono da sempre il perfetto banco di prova per generazioni d’alpinisti ampezzani.
Le caratteristiche di arrampicata alle “Five Towers” rispecchiano alla perfezione quelle delle grandi montagne circostanti; si può dire che esse sono la porta d’ingresso all’alpinismo sulle grandi pareti dolomitiche.
Si tratta di un luogo frequentatissimo da ogni categoria di alpinisti che si mettono alla prova sia su brevi monotiri attrezzati a spit che su vie più lunghe e impegnative, dove ancora resiste qualche vecchio chiodo, ormai arrugginito e consumato dal tempo.
Va detto però che, vista la gran frequentazione, già a cavallo degli anni Quaranta/Cinquanta le guide alpine locali iniziarono ad attrezzare le soste delle vie più ripetute con grossi anelli cementati.
Oggi le soste di quasi tutte le vie sono attrezzate in questo modo, e così pure gli ancoraggi necessari alle discese in corda doppia.
Questo piccolo gruppo montuoso è costituito da numerosi enormi massi di dolomia a forma di torri di svariate dimensioni. Mentre la Torre Grande misura dal punto più basso circa 170 m, ci sono alcuni massi che non raggiungono i 10 metri di altezza.
Ingannevole è il numero che dà il nome alle Torri, in quanto è esatto solo se esse vengono osservate dalla vallata ampezzana. Infatti, avvicinandosi alle pareti ed camminando in mezzo a questi bizzarri pinnacoli, se ne contano non cinque ma numerosi e dalle forme più svariate, spesso strapiombanti da uno o più lati.
Per avere un’idea della meravigliosa bellezza delle Torri non basta guardarle da lontano o dal rifugio, ma bisogna girargli attorno e penetrare nel cuore di questo piccolo mondo caotico di massi e guglie bizzarre.
Caratteristiche e tipo di arrampicata alle Cinque Torri
Le Torri ed i massi possono essere scalati da ogni lato ed il tipo di roccia e arrampicata è molto vario.
Sui versanti a Sud e Est la roccia si presenta perlopiù gialla e strapiombante, ed offre un’arrampicata spesso da dita, su tacche e appigli verticali. Sui versanti esposti a Nord e Ovest, la roccia è prevalentemente grigia e lavorata dall’acqua, molto solida e con presenza di numerosi buchi e clessidre.
Ci sono davvero vie e monotiri per tutti i gusti, ma non è mia intenzione elencarli qui. Ti consiglio di acquistare la guida “Falesie a Cortina d’Ampezzo“, che contiene la descrizione di tutti i monotiri e le vie sportive, ma anche quelli delle vie classiche più note e ripetute.
Per le relazioni di tutte le vecchie vie classiche delle pareti bisogna invece consultare la mitica, storica “Guida dei Monti d’Italia – Le Dolomiti Orientali. Volume I. Parte I“, pubblicata dal CAI e dal Touring Club Italiano.
Le vie classiche che consiglio, in ordine di difficoltà, sono: la slanciata Torre Inglese, la Torre del Barancio con la sua roccia solidissima, la storica via Miriam, il perfetto diedro della via Olga, l’esposta Diretta Dimai, la tecnica via delle Raponzole (via sportiva).
Per quanto riguarda un breve elenco dei monotiri raccomandati, puoi scaricare questo file pdf.
Dettagli tecnici e consigli
Avvicinamento: da 10 a 20 minuti (dipende dai settori).
Numero di tiri: oltre 140 monotiri più numerose vie classiche.
Lunghezza dei tiri: da 10m a 40m (utile corda da 80 metri).
Difficoltà: da 3 a 8b.
Adatta a principianti: sì.
Esposizione: tutte le esposizioni.
Quota: 2200m / 2360m.
Si arrampica se piove: su alcuni monotiri della parete sud della Cima Sud.
Periodo: da maggio a novembre. Con il bel tempo, sulla parete sud della Torre Grande si arrampica anche in inverno.
Consiglio: raccomando l’uso del casco, anche a chi arrampica soltanto sui monotiri. Le Torri sono molto frequentate dagli scalatori, e molte vie multi-pitch passano sopra i monotiri sportivi. Non sottovalutare inoltre il rischio di caduta sassi anche durante gli spostamenti tra i vari settori d’arrampicata.
Quali sono i nomi delle Cinque Torri?
Come ho detto sopra, se osservato da Cortina il complesso è formato da cinque speroni di roccia, con un’altitudine massima di 2.361 m (la Torre Grande). Ogni guglia ha un proprio nome
- Torre Grande, la maggiore, è in realtà formata da tre torrioni: Cima Nord, Cima Sud e Cima Ovest;
- Torre Seconda, composta da tre cime distinte chiamate Torre Lusy, Torre del Barancio e Torre Romana;
- Terza Torre, o Torre Latina;
- Quarta Torre, formata da tre diversi denti di roccia di diversa grandezza. I più grandi sono chiamati rispettivamente Torre Quarta Bassa e Torre Quarta Alta. Al margine sud della Quarta Alta si erge un altro torrione più piccolo, che con l’avvento dell’arrampicata sportiva ha visto nascere sulle sue pareti a strapiombo alcuni monotiri. Si tratta della Torre di Mezzo.
- Quinta Torre, o Torre Inglese.
Ecco quindi che se osservate attentamente le 5 Torri non sono cinque, ma molte di più. Questo piccolo microcosmo dell’arrampicata è situato nella zona sud-occidentale della conca ampezzana, a nord del vicino monte Averau, di cui queste cime isolate possono essere considerate parte.
Le Torri si estendono in senso longitudinale da nord a sud: all’estremità sud si erge la Torre Grande, a nord l’aguzza Torre Inglese.
In mezzo alle 5 torri c’è una sorta di vallone formato da ghiaia e piccoli massi, attraverso il quale si snodano vari sentieri utili agli scalatori.
Due secoli fa questo piccolo gruppo montuoso era chiamato Monte Castellat.
Un esaustivo saggio su queste piccole ma spettacolari cime (Ra Pénes de Naeròu – il loro nome in ladino) è stato scritto da mio cugino Ernesto Majoni. Il libro è davvero degno di nota, e spazia dalla geologia alla toponomastica, alla storia alpinistica delle 5 Torri, non tralasciando curiosità ed aneddoti. Questo il titolo dell’opera:
“Su par ra Pénes de Naeròu – Storia, alpinismo, oronomastica delle Cinque Torri d’Averàu con varie curiosità”. Credo però che il volume sia oggi difficilmente reperibile, in quanto non ne furono pubblicate molte copie.
Come si arriva alle Cinque Torri?
Gli accessi principali sono due:
1 – la stretta strada asfaltata che ha inizio in località Cianzopè, sulla strada del Passo Falzarego all’altezza del km 112,200;
2 – la seggiovia situata due km più a monte in località Bai de Dònes (km 110).
Attenzione: la strada è chiusa al traffico dalle 9.30 alle 15.30 (indicativamente) nel periodo che va dalla prima all’ultima domenica di agosto.
Salvo eccezioni, la strada è generalmente sgombra da neve da fine maggio a fine ottobre.
Al termine della strada, così come alla stazione a monte della seggiovia, si trovano due rifugi: rispettivamente il Rifugio Cinque Torri e il Rifugio Scoiattoli. Da entrambi i rifugi partono i sentieri che permettono di raggiungere le pareti in pochi minuti.
Se preferisci farti una piacevole camminata e salire a piedi, ti consiglio di seguire il sentiero che ha inizio a sinistra (Est) della stazione di partenza della seggiovia. Per imboccarlo devi seguire brevemente l’ultimo tratto quasi pianeggiante della pista da sci, e dopo meno di 100 metri svoltare a sinistra.
Durante la stagione turistica un servizio di autobus collega Cortina al Passo Falzarego, con fermata alla seggiovia. Per gli orari delle corriere chiamare il Consorzio Turistico della zona, tel. + 39 0436 2863.
Punti di appoggio e seggiovia
Rifugio Scoiattoli – Tel. 0436 867939
Rifugio Cinque Torri – Tel. 0436 2902
Orari e costi della seggiovia.
La Torre Trephor, la torre che non c’è più
“Sai Enrico, è caduta una delle Cinque Torri!” mi disse un amico, e subito pensai ad uno scherzo, cercando di immaginare il seguito della battuta. Invece era vero! Nel maggio del 2014 la Torre Trephor crollò.
Infatti fino ad allora un’altra bella guglia di pietra svettava tra le altre, ma la piccola torre pendente, fortemente inclinata, era destinata a cadere a terra.
Ora della Torre Trephor rimangono due enormi blocchi rimasti quasi intatti, mentre la cima si è frantumata in mille pezzi. La Trephor era alta una cinquantina di metri e, pur essendo la più piccola, era la più difficile da salire, in quanto strapiombante su tutti i lati.
Fortunatamente l’evento si verificò in un periodo privo di escursionisti e scalatori, e di conseguenza nessuno si fece male.
Ben diverso sarebbe stato l’esito se la Trephor fosse caduta in estate, con numerosi climbers arrampicati sulle sue pareti ed in basso gli escursionisti col naso all’insù ad osservali.
Delle mie esperienze sulla Torre Trephor mi piace ricordare una fredda giornata del gennaio 1979, quando ancora diciottenne insieme all’amico Antonello Cibien tentammo la salita invernale della via Strobel sulla parete est della Trephor, ma fummo costretti a rinunciare per il gelo e, forse, per la poca esperienza.