Undertourism – 1

Cercare nuove destinazioni, ma anche nuove stagioni e modalità per partire, fa bene agli stessi luoghi troppo affollati, permette di risparmiare, aiuta l’ambiente. E rende ogni viaggio una sorpresa.

Undertourism, lontano dalla folla
di Francesca Masotti, Critina Piccinotti e Carmen Rollo (a cura di Gianfranco Raffaelli)
(pubblicato su viaggi.corriere.it il 5 febbraio 2025)

È il contesto a dare il senso delle parole. Undertourism indicava, nel gergo del marketing, mete e rotte che non sanno emergere, poco sfruttate, invisibili. Ma in un periodo come questo, in cui città come Venezia (che avvia una sperimentazione di sensori contapersone) o Barcellona, parchi naturali, siti storici varano piani anti-folla, mentre l’italiano Institute for the Future annuncia che “il turismo di massa è fuori controllo”, le cose cambiano. E cercare l’under diventa la strategia per risparmiare stress e denaro.

Barcellona, Spagna

Non solo. L’undertourism è l’idea che un altro viaggio sia possibile. Altro rispetto all’abitudine e agli stereotipi che portano tutti negli stessi luoghi, nelle stesse date, in posa per lo stesso selfie. Altro rispetto a un planisfero semplificato in cui una meta è bandita o risulta poco cool per pregiudizio o per disinformazione (l’Africa è davvero un’unica terra pericolosa?), mentre un’altra meta esplode di prenotazioni a causa del tweet di una star influente o di un’inquadratura in una serie televisiva. L’undertourism, dunque, è una visione della realtà più consapevole, personale. Più etica, perché sostiene luoghi che vogliono crescere o rinascere. Dove, in realtà, crede da sempre all’undertourism. E spiega, solo per citare alcuni dei nostri servizi, che non c’è solo Amsterdam, ma anche Utrecht, città green. Che è un’idea visitare l’Alto Adige in autunno, periodo turisticamente poco sfruttato, o trascorrere un’ora in una biblioteca di Milano dimenticando il duomo.

Altre idee? Da Siviglia, preferibile a Barcellona, alle norvegesi Vesterålen, meno affollate delle Lofoten, nella nostra gallery trovate le migliori mete undertourism su cui puntare.

Ecco dove andare (e quali mete evitare)
Via dalla pazza folla, per dirla alla Thomas Hardy, dimenticando le mete mainstream e lasciandosi guidare dal sapore della scoperta. Ecco dove andare, lontano dagli itinerari più inflazionati: dalla Croazia, con il parco di Velebitcome, valida alternativa a quello di Plitvice, alla Norvegia, con le isole Vesterålen, meno famose delle Lofoten, ecco 10 mete undertourism su cui puntare. E altre 10 overtourism, che – troppo gettonate – sarebbe meglio evitare, quantomeno nei periodi di alta stagione.

1 / 20 – Barcellona, Spagna
Barcellona, la vivacissima metropoli piegata dall’overtourism
“Come il turismo sta uccidendo Barcellona”, titolava un anno fa la testata britannica The Guardian. La colorata, vitale metropoli è spesso citata come caso di overtourism: troppi turisti (quasi sette milioni nel 2018 secondo il municipio catalano, quasi cinque turisti per residente), troppo traffico, troppe code. Barcellona è stata una delle prime città a studiare misure anti-folla, come varie forme di tasse di soggiorno o le limitazioni ai ciclotaxi (il sito ajuntament.barcelona.cat è il più aggiornato sul tema). La strategia undertourism per vedere la Spagna senza sgomitare? Provare in bassa stagione o nei giorni feriali, esplorare quartieri alternativi. O, semplicemente, puntare su un altro dei tanti bei centri spagnoli del sud del Paese, molti in pieno rinnovamento.

2 / 20 – Siviglia, Spagna
Siviglia, perla spagnola volta al turismo sostenibile
Siviglia
, per esempio, da città adagiata sugli allori di una storia millenaria si è trasformata in una meta all’avanguardia. Si arriva con i voli low cost all’aeroporto internazionale. Ci si sposta in bici, grazie a un piano urbanistico del 2006 che ha portato i chilometri di ciclabili da 12 a 140 e grazie al clima quasi nordafricano, che a fine ottobre regala ancora punte di 30 gradi, a novembre non scende sotto i 15, con piogge scarse. Grazie al Museo delle belle arti (gratis per i cittadini Ue) il capoluogo andaluso vanta inoltre la seconda pinacoteca più grande di Spagna, che offre uno spaccato interessante sul barocco spagnolo e una ricca collezione di opere di Bartolomé Esteban Murillo, nonché il Centro Velázquez, con diversi capolavori del maestro del siglo de oro. E ancora, la cattedrale, già moschea, il Real Alcázar, fortezza araba del XII secolo, il barrio storico di Santa Cruz e i bar del flamenco. Una città per le tapas, i desayunos tardíos (brunch), le fritture di pesce. E dal 6 al 14 novembre 2020 il Festival de Sevilla, dedicato al cinema europeo, animerà le notti e le piazze della città, tra scorci apparsi perfino nella serie televisiva Il Trono di Spade.
Per info: visitasevilla.es; spain.info

Plitvice, Croazia

3 / 20 – Plitvice, Croazia
L’ecosistema a rischio del parco nazionale di Plitvice
Sono 16 specchi d’acqua collegati da cascate e sorgenti, immersi in un bosco di faggi, abeti e ginepri: il parco nazionale di Plitvice, patrimonio Unesco dal 1979, è da anni la cartolina della Croazia. Dopo l’Unesco, però, anche il Wwf ha lanciato l’allarme: a causa dello sfruttamento idrico, delle troppe concessioni edilizie rilasciate e del turismo che intasa letteralmente l’area, l’ecosistema locale è a rischio.

4 / 20 – Velebit, Croazia
La bellezza del parco di Velebit, non distante da Plitvice
Vicino, altrettanto bello ma molto meno affollato, il parco di Velebit è una riserva della biosfera istituita nel 1999 sull’omonima montagna. Ricca di specie endemiche, è ideale per chi cerca silenzi nel primo entroterra del Quarnaro, con un biglietto d’ingresso a 5,40 euro contro i quasi 34, in alta stagione, del celebre vicino.
Per info: np-sjeverni-velebit.hr

5 / 20 – Phi phi Island, Thailandia
Phi phi Island e l’assalto del turismo di massa
È scattato il numero chiuso per Maya Bay, spiaggia-icona delle Phi Phi Island, in Thailandia, e set di The Beach, film del 2000 con Leonardo Di Caprio: la folla di bagnanti avrebbe compromesso l’80 per cento della barriera corallina. Dopo un primo blocco di quattro mesi, le autorità hanno deciso di estendere il divieto di ingresso fino all’estate 2021 per permettere all’habitat della baia di riprendersi. Da quella data potranno accedere al massimo 2.400 turisti al giorno, contro i seimila degli anni passati.

6 / 20 – Koh Samui, Thailandia
Koh Samui, tra surf e templi buddisti
Green Pearls, piattaforma mondiale che si occupa di turismo sostenibile, propone Koh Samui, la seconda isola più grande del Paese, all’altro lato della penisola malese. Un paradiso dei surfisti con un interno di colline, foreste pluviali e templi buddisti. Da visitare a novembre, prima dell’arrivo dei monsoni.
Per info: kosamui.com

7 / 20 – Santorini, Grecia
Santorini, l’isola dai tramonti bellissimi (ma molto affollati)
Nel 2018, secondo il governo, ha avuto 32 milioni di turisti, contro i 6 del 1998. E hanno fatto il giro del mondo le foto delle folle che, all’alba, attendono il tramonto a Santorini. Di come regolamentare i flussi di visitatori sulle isole e sulle coste della Grecia si occupa da quest’anno anche la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Con l’idea di farne un laboratorio internazionale del turismo sostenibile e del destination management, la gestione dei flussi nelle diverse destinazioni, incentivando mete oggi meno battute per cause logistiche, magari, o puntando alla destagionalizzazione.

8 / 20 – Nafplio, Grecia
Nafplio, le bellezza di vivere il mare come i local
Ecco una proposta di spiaggia greca d’inverno. A meno di due ore d’auto dalla capitale, Nafplio (Nauplia, in italiano), è dove gli ateniesi vanno a staccare in cerca di mare e relax praticamente tutto l’anno. Affacciata sul blu del golfo dell’Argolide, la cittadina offre strade lastricate fiancheggiate da eleganti edifici veneziani e turchi. Vi si aprono, anche nei weekend di novembre, caffè, piccoli negozi, boutique creative e gallerie d’arte. Cara ai locali per essere stata la prima capitale della Grecia indipendente (nel 1829), conserva l’antico forte veneziano di Palamidi, a cui si arriva salendo, dice la gente del posto, 999 scalini (in realtà sarebbero 857), le mura del castello di Akronafplia, meta di romantiche passeggiate sul lungomare, e l’isola fortificata di Bourtzi, in mezzo alla baia. Nei giorni di bel tempo, qui numerosi, si può prenotare un bicitour con l’operatore Gr sulla costa o nell’entroterra cosparso di uliveti e aranceti. E a mezz’ora d’auto sorge, ben conservato, il teatro di Epidauro, da vedere senza file. Indirizzi fuori stagione? Le Deluxe queen suite del 3Sixty Hotel, in una dimora neoclassica (hanno anche il camino) e l’Adiandi boutique hotel, nel centro storico, che è anche caseificio. Ottimo pesce da Arapakos (tel. 0030.27.52.02.76.75), alla griglia o in una zuppa. E sulla spiaggia urbana di Arvanitia c’è sempre qualcuno che prende il sole.
Per info: visitnafplio.com, visitgreece.gr

9 / 20 – Lofoten, Norvegia
Lofoten, tra panorami visionari e luoghi gremiti
La Norvegia ha più di 50 mila isole, ma solo le Lofoten hanno numeri da overtourism. Toccate dalle acque del Mar di Norvegia, caratterizzate da grandiose montagne e stormi di uccelli marini, sono tra le destinazioni scandinave più famose. E che più stanno soffrendo il turismo di massa: epicentro del trend nordico, promosse anche da film hollywoodiani e serie tv, negli ultimi anni hanno dovuto varare politiche di contenimento e redistribuzione dei flussi.

Koh Samui, Thailandia

10 / 20 – Vesterålen, Norvegia
Vesterålen, la nuova destinazione in Norvegia
Idee alternative verso il Polo? Lo stesso governo norvegese spinge come meta emergente le Vesterålen, isole oltre il circolo polare, all’estremo nordest del Paese. Terra di pescatori, balene e trekking. I norvegesi ci vanno a fare sport d’estate, ma al resto del mondo è praticamente sconosciuta.
Per info: visitvesteralen.com

11 / 20 – Cammino di Santiago, Spagna
Cammino di Santiago, il pellegrinaggio più famoso (e affollato)
Sono gli anni del ritorno dei viaggi a piedi. Per sport, ma anche in nome dell’ecologia, dei ritmi slow, dei viaggi esperienziali in cerca di silenzio e raccoglimento. A guidare il revival è il successo dei pellegrinaggi verso Santiago de Compostela. Con oltre 327 mila presenze registrate nel 2018, più di 50 mila solo nel mese di giugno 2019, difficile, però, riuscire a raccogliersi. Anche qui, meglio cambiare date, o puntare altrove. In tutta Europa sentieri storici e vie dei pellegrini vengono rilanciati e riattivati.

12 / 20 – Via di Francesco, Italia
Via di Francesco, per ritrovare se stessi lontano dalla folla
Molto più vicina e accessibile, analoga per la bellezza dei paesaggi e il valore storico, l’italianissima Via di Francesco unisce i luoghi del santo nell’Italia centrale. L’itinerario parte in Toscana e arriva nel Lazio, dal santuario della Verna alla basilica di San Pietro e Paolo a Roma. Il cuore del cammino è in Umbria, ma Assisi, patria di San Francesco, è solo una tappa al centro del percorso. Lungo 500 chilometri, svela ai pellegrini le foreste del Casentino, il monte Subasio, la cascata delle Marmore. E poi, una collana di borghi e piccole città tra cui Sansepolcro, Città di Castello, Perugia, Foligno. Come altri cammini, può essere percorso in tempi diversi.
Per info: viadifrancesco.it

13 / 20 – Civita di Bagnoregio, Italia
Civita di Bagnoregio, tra i borghi vittima di overtourism
I borghi più belli d’Italia sono luoghi indimenticabili, ma fragili, come Civita di Bagnoregio, nel viterbese, dove si arriva solo attraversando una stretta passerella. Civita di Bagnoregio è stato citato insieme alle Cinque Terre dalla Cnn nel 2018 come esempio di overtourism. Questi borghi hanno introdotto o pensano di introdurre tasse di soggiorno. Eppure, secondo l’Istat, in Italia ci sono 5.498 comuni con meno di cinque-mila abitanti. Ci sono i Borghi più belli d’Italia, scelti dall’omonima associazione, e le Bandiere arancioni del Touring Club Italia, come la new entry del 2019 Scanno, in Abruzzo. L’importante è scegliere meglio.
Per info: borghipiubelliditalia.it, bandierearancioni.it

14 / 20 – Scanno, Italia
Scanno, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Inserito tra le Bandiere arancioni del Touring Club Italia, Scanno trova posto nel rigoglioso patrimonio naturalistico del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Situato su uno sperone, è uno dei borghi abruzzesi più suggestivi da visitare e ancora poco noto al turismo di massa: qui tutto ha un sapore pittoresco, dalle case a schiera alle scalinate con gli archi. Non a caso Scanno è il soggetto di fotografie a opera di maestri come Giacomelli e Cartier-Bresson, colpiti dalla sua intensità.
Per info: visit-scanno.it

Nafplio, Grecia

15 / 20 – Cinque Terre, Italia
Cinque Terre, luogo da cartolina senza pace
Luoghi da cartolina, quelli delle Cinque Terre, meta ligure celebre in tutto il mondo: merito delle case colorate arroccate sulle rocce affacciate sul mare, tra i panorami più suggestivi d’Italia. Ma non è tutt’oro quel che luccica: il turismo, qui, sta raggiungendo numeri sempre più alti, tanto che sono state citate anche dalla Cnn come caso di overtourism. Ma, oltre al meraviglioso sito UNESCO, la Liguria offre tantissime alternative tra borghi dal sapore antico e pittoresche cittadine.

16 / 20 – Tellaro, Liguria
Tellaro, incantevole borgo marinaro
E se la bellezza delle Cinque Terre non è opinabile, così come il loro essere tremendamente affollate, la verità è che si può godere del tipico incanto ligure in diversi luoghi della regione. Tra questi c’è Tellaro, poetico borgo marinaro che non ha nulla da invidiare alle destinazioni più celebri. Amato da Eugenio Montale, è caratterizzato dalla presenza di casette colorate a strapiombo sul mare e dalla chiesa di San Giorgio, così simile a un castello, posta come scudo rispetto al borgo. Nonostante sia custode della cultura ligure più vera, oggi la frazione di Lerici è una delle mete più indicate per l’undertourism in Liguria. Il motivo è molto semplice: Tellaro non è collegato alla rete ferroviaria e, via terra, si può raggiungere solo attraverso una strada. L’abbattimento dell’overtourism in favore dei viaggiatori più curiosi.

17 / 20 – Roma, Italia
Roma la bella (ma gremita)
Roma la grande bellezza, la città ricca di storia e di tesori, amata dai turisti di tutto il mondo. O per meglio dire, presa d’assalto: secondo l’Istat la Città Eterna, nel 2018, avrebbe raggiunto circa 29 milioni di turisti. Numeri da capogiro, quindi, che non sembrano volersi fermare. D’altronde, la capitale è colma di meraviglie: il Colosseo, i fori romani, le opere d’arte a ogni angolo, l’Altare della Patria e ancora, in una miscellanea di bellezza ed epoche differenti più unica che rara. Eppure, non molti sanno che a solo mezz’ora di viaggio c’è un luogo idilliaco, capace di conservare la bellezza dei tempi antichi senza cedere il passo al turismo di massa.

18 / 20 – Tivoli, Italia
Tivoli: tra storia e ville di pregio, dimenticando la calca
Stiamo parlando di Tivoli, cittadina raggiungibile da Roma con soli 30 minuti di treno. Menzionata da Virgilio nell’Eneide, vanta radici millenarie: si stima, infatti, che il primo insediamento arcaico sia nato nel 1215 a.C.. Nonostante fosse una delle tappe del Grand Tour, il celebre itinerario ottocentesco, oggi Tivoli resta pressoché sconosciuta al turismo di massa. Basti pensare che gli hotel sono ancora poco presenti nel centro storico, preferendo affitti o b&b, e che l’attrattiva di Roma, spesso, fagocita tutto ciò che le sta intorno, facendo dimenticare le gemme sparse oltre i suoi confini. Tivoli è la meta ideale per allontanarsi dalla calca della capitale e apprezzare angoli di una bellezza oggettiva: Villa d’Este con le sue cento fontane e l’antica Villa Adriana, entrambe Patrimonio Unesco, la Villa Gregoriana, gestita dal FAI, ma anche le Terme di acque Albule, realtà a cui questa località è legata a doppio filo. Un luogo che sembra essere uscito dalle pagine di un libro, custode della storia passata e dei suoi capolavori: una destinazione originale per scoprire uno dei volti più autentici della romanità.
Per info: visittivoli.eu

Vesterålen, Norvegia

19 / 20 – Pliva, Bosnia Erzegovina
Le cascate di Pliva, perla dei Balcani da visitare in bassa stagione
Un’altra perla naturalistica balcanica sono le cascate di Pliva, praticamente nell’abitato di Jajce, nel cuore della Bosnia-Erzegovina. Qui ad agosto si tengono celebri gare di tuffi, ma in autunno i turisti sono pochi e ci si può godere in tutta tranquillità il foliage nei boschi. Costo di ingresso? Appena due euro.
Per info: visitjajce.com

20 / 20 – Bliha, Bosnia Erzegovina
Bliha Waterfall, meraviglia naturale lontana dalla folla
Molto meno conosciuta delle cascate di Pliva e, quindi, visitabile in tranquillità anche in alta stagione, la cascata di Bliha è una delle gemme nascoste da scovare in Bosnia Erzegovina. Posta sul fiume Bliha da cui prende il nome (nei pressi di Fajtovci), è raggiungibile attraverso un sentiero immerso nella natura, tanto scenografico quanto di facile percorribilità. Una volta arrivati, lo spettacolo si spalanca davanti agli occhi: un’energica cascata che scende da una scogliera alta 56 metri. Non a caso, nel 1965, è stata dichiarata monumento naturale.

Bliha, Bosnia Erzegovina

Il commento
di Carlo Crovella
Il termine Overtourism è ormai sulla bocca di tutti. Le immagini delle code di turisti “ciabattoni” a Venezia oppure lungo la Via dell’Amore (Cinque Terre) oppure ancora, in versione “alta quota, sull’Hillary Step all’Everest ormai hanno fatto il giro del mondo.

L’Overtourism si porta dietro dibattiti accesi, polemiche ferocissime e decisioni molto controverse, come divieti, numeri chiusi, prenotazioni obbligatorie.

La presa di coscienza del concetto di Overtourism sta generando, per differenza, la sua antitesi: l’Undertourism. Si tratta della ricerca di luoghi “belli” ma non affollati, cioè senza tutto il Circo Barnum che caratterizza l’Overtourism.

Non male come idea: sicuramente ha i suoi seguaci (fra i quali il sottoscritto). Potrebbe anche estendersi all’andar in montagna: si escludono per definizione vie di arrampicata o itinerari scialpinistici belli e famosi (e, per questo, iperaffollati) e si ricerca qualcosa di appartato, finora ignoto ai più o, forse, anche solo al singolo che non ci è mai stato prima. Non è poi una gran novità: esploratori dei valloni dietro casa, un po’ negletti e bistrattati dalla massa, sono in attività da tempo immemore. La novità potrebbe forse essere costituita dalla presa di coscienza collettiva della “bontà” di questo filone e il conseguente infittirsi di relativi appassionati.

C’è un risvolto che lascia perplessi. Bene segnalare, sia ai turisti generalisti che agli alpinisti/scialpinisti, i luoghi adatti ai seguici dell’Undertourism. Ma, così facendo, li si rende noti a un numero crescente di persone e… non si rischia forse di darli in pasto ad una futura nuova ondata di Overtourism?

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3 Comments

  1. says: Fabio Bertoncelli

    Grazie alle gentili autrici dell’articolo, le dieci mete appartenenti al cosiddetto mondo dell’Undertourism presto diventeranno parte dell’Overtourism.

  2. says: Grazia Pitruzzella

    Infatti, Fabio!
    Non mi sembra geniale far pubblicità a luoghi poco visitati: in men che non si dica saranno invasi da orde di turisti, mossi dalle stesse ragioni elencate dall’articolo.

  3. says: Luciano Regattin

    Questi articoli ormai non li legge più nessuno. A parte il fatto che è stato pubblicato nel 2025, ma parla al futuro del 2021 e cita dati del 2018 (quindi sarà stato scritto nel 2019), fanno molti più danni gli influencer su Instagram, soprattutto quelli che per ricevere like devono a tutti i costi mostrare luoghi che fino a quel momento erano veramente al di fuori dei circuiti di massa e frequentati solo dai residenti. A forza di proporre alternative, tra poco queste non esisteranno più, l’overtourism è tale anche in proporzione alle dimensioni del luogo. Se in una cascatella con annessa pozza, 20 anni fa ci si trovava in 10 appena comodi, e oggi a causa degli influencer lungo la strada ci sono parcheggiate 50 macchine, e attorno alla pozza 100 persone, non è overtourism anche questo, anche se non ne parla nessuno?

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