di Guido Dalla Casa
Nella situazione attuale della Terra (e in particolare dell’Italia), per ridurre al minimo i grossi guai già in corso a danno dell’ambiente, sarebbe necessario:
- Inondare il mondo di anticoncezionali;
- Diventare tutti quasi-vegetariani, come oranghi, gorilla, scimpanzé e bonobo;
- Non abbattere più alcun albero, né distruggere un solo metro quadrato di foreste, né di boschi in generale;
- Chiudere tutti gli allevamenti, consentendo solo rapporti di simbiosi con gli altri esseri senzienti;
- Cessare qualunque monocoltura e impiego di pesticidi;
- Cessare ogni estrazione e impiego di combustibili fossili;
- Non costruire più alcun veicolo con motore a combustione interna;
- Chiudere tutte le fabbriche di armi;
- Cessare ogni “produzione” di energia di origine non solare diretta (sui tetti);
- Non alterare il corso dei fiumi, e ripristinare le situazioni naturali;
- Smettere immediatamente la produzione e l’impiego di materie plastiche;
- Chiudere tutti gli impianti petrolchimici, o di chimica industriale in genere;
- Non parlare più di economia, del PIL, dello spread, del reddito e simili amenità. Chiudere tutte le Borse: siamo stati almeno uno-due milioni di anni senza tutte queste sovrastrutture inutili e soprattutto dannose. Abolire i concetti di ricchezza e povertà e forse anche il denaro.
Tutto questo significa la fine della civiltà industriale e della sua mania dell’espansione, anzi, è la fine dell’economia stessa. Naturalmente si tratta di utopie, provvedimenti che causerebbero problemi gravissimi. Tuttavia sono una carezza in confronto a quello che succederebbe andando avanti come prima, cioè non agendo più o meno come sopra indicato senza considerare alcun limite da non superare. Ci sarebbe una catastrofe ben maggiore solo poco tempo dopo.
Una consolazione: moltissime culture umane (native e orientali) vivevano senza quella roba, e sono durate migliaia di anni. Il problema insolubile è dato dagli otto miliardi di umani presenti sul Pianeta: un Primate di 70 Kg non può stare in un numero simile. Ci penserà la Terra? Ricordo che anche noi siamo la Terra. Dunque, ci penseremo noi?
Guido Dalla Casa è nato nel 1936 a Bologna e oggi vive a Milano. Laureato in Ingegneria Elettrotecnica, dal 1959 al 1997 ha svolto l’attività di dirigente dell’Enel nelle aree tecnica e commerciale della distribuzione. Oggi fa parte del Gruppo Ecologia ed Energia dell’Aldai – Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali. Ha scritto numerosi libri: quello in cui si è occupato di temi affini all’articolo qui proposto è Guida alla sopravvivenza. Imparare a essere autosufficienti (Macro Edizioni, 2020).