Bindu-Gul-Zom II

(Hindu Kush 6215 m, gruppo del Tirich Mir)
di Ugo Manera
(pubblicato su Bollettino del Centenario GEAT e sul Bollettino Geat n. 1, 1985)

1a ascensione della Cresta Nord, 3 agosto 1984, Spedizione del Gruppo Occidentale del CAAI. Componenti della spedizione: Lino Castiglia, Giuseppe Dionisi, Eugenio Ferrero, Ugo Manera, Pietro Peronato, Corradino Rabbi, Franco Ribetti, Claudio Sant’Unione.

La catena principale del Tirich protende verso est una lunga cresta che divide i bacini del Lower Tirich Glacier e del Barun Glacier. Su questa cresta, ad est del Tirich Est si elevano dapprima il Bindu-Gul-Zom II e poi il Lono Zom. Dal Bindu-Gul-Zom II, con andamento generale verso nord, si stacca una imponente cresta lunga diversi chilometri, che forma quattro elevazioni ben individuate, poi cade fin sul ghiacciaio, alla confluenza del Lower Tirich Glacier con l’Upper Tirich Glacier. Il balzo del ghiacciaio alla prima elevazione è formato da una cresta granitica molto bella, di circa 1000 metri di dislivello.

Bindu-Gul-Zom III 5891m, a sinistra e II 6315m a destra.

Delle quattro elevazioni a nord del Bindu-Gul-Zom II la più alta è quota 5891 m e denominata Bindu-Gul-Zom III. Le altre non hanno né quota né nome. Proseguendo la nomenclatura in uso si potrebbe chiamare Bindu-Gul-Zom IV, V, e VI. La loro quota è compresa tra 5600 e 5200 m.

L’obiettivo iniziale della spedizione CAAI era la parete nord-ovest del Bindu-Gul-Zom III e il successivo proseguimento per cresta fino al Bindu-Gul-Zom II. Durante la sistemazione del campo base, posto alla base delle pareti sul Lower Tirich Glacier, notammo che l’itinerario prescelto era gravemente esposto alla caduta di pietre, per cui venne deciso di tentare la grande cresta nord integrale, obiettivo di più ampio respiro, ma al sicuro da pericoli oggettivi.

In arrampicata sui grandi diedri del Bindu-Gol-Zom IV

Partita il 19 luglio 1984 da Rawalpindi, la spedizione raggiungeva Chitral il 20 superando a mezzo jeep il Lowari Pass, il 21 proseguiva sempre in jeep da Chitral fino a Zungramgran nella valle del Tirich. Seguivano tre tappe di marcia di avvicinamento e il 24 veniva eretto il campo base. Il 25 Castiglia, Manera e Sant’Unione effettuavano una prima ricognizione sulla cresta con la posa di circa 200 metri di corde fisse. Nei giorni 27 e 28 Castiglia, Manera e Sant’Unione posavano una tendina alla base delle forti difficoltà e in due giorni di arrampicata molto difficile, ma molto bella, raggiungevano l’anticima della prima elevazione attrezzando tutto il percorso con corde fisse.

Arrampicata libera a 5000 m.

Il 29 Manera e Ribetti raggiungevano la vetta della prima elevazione (Bindu-Gul-Zom VI) vincendo un diedro di eccezionale eleganza alto 45 metri con difficoltà di V, VI e A1. Il 30 luglio Ferrero e Rabbi risalivano le corde fisse portando in parete il materiale per l’attacco conclusivo.

Discesa dal Bindu-Gul-Zom IV alla Brèche Nord del III.

Il giorno 31 Castiglia, Manera, Ribetti e Sant’Unione iniziavano l’attacco finale partendo dal campo base: la sera dello stesso giorno bivaccavano in vetta dell’anticima della seconda elevazione. Il 1° agosto scavalcavano la seconda elevazione, aggiravano sul versante est parte della cresta irta di gendarmi che collega la seconda alla terza elevazione e pervenivano a bivaccare sulla sella nevosa alla base della cresta nord del Bindu-Gul-Zom III. Il giorno 2 veniva raggiunta la vetta del Bindu-Gul-Zom III ed il successivo colle che lo divide dal Bindu-Gul-Zom II ove veniva posto il terzo bivacco.

Il 3 agosto veniva superata la cresta nord del Bindu-Gul-Zom II, e alle 12.15 la cordata Manera-Sant’Unione raggiungeva la vetta seguita dopo circa due ore dalla cordata Castiglia-Ribetti. Nella sera stessa veniva iniziata la discesa lungo la sconosciuta parete est, un quarto bivacco si rendeva necessario dopo circa 300 metri di discesa.

Il giorno 4 proseguiva la discesa lungo la selvaggia parete alta oltre 1700 metri, battuta da scariche di pietre e di ghiaccio. La discesa richiese circa 40 calate a corda doppia. Verso sera i quattro scalatori raggiungevano il Lono Zom Glacier alla base della parete, discendevano il ghiacciaio fino alla confluenza con l’Upper Tirich Glacier e risalivano al campo base. La salita della grande Cresta Nord del Bindu-Gul-Zom II è stata un’ascensione molto complessa che ha presentato tutti i tipi di difficoltà. La prima parte fino in vetta alla prima elevazione è una arrampicata di roccia pura valutabile TD+, più bella e più difficile della parete ovest dell’Aiguille Noire de Peutérey. La seconda parte è una grande cavalcata di creste dapprima rocciose poi miste roccia e ghiaccio, alcune torri hanno presentato forti difficoltà di roccia e la parte finale della cresta presentava muri di ghiaccio inclinati fino a 70°. I tratti più difficili della prima parte sono stati superati arrampicando in pedule. Durante tutta l’ascensione gli scalatori hanno usufruito di un tempo eccezionalmente bello, immediatamente dopo si è instaurato un regime di instabilità con numerosi temporali.

Per maggiori dettagli vedi anche
https://www.clubalpinoaccademico.it/images/_file_utenti/ANNUARI_COPERTINE/Annuario_1984_Spedizione_CAAI_in_Hindu_Kush_compressed.pdf

 

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