di Francesca Cassi
Il progetto CleanAlp ha condiviso i preoccupanti dati sull’inquinamento alpino emersi da uno studio e una ricerca durati circa due anni. Si tratta del primo progetto al mondo a studiare l’inquinamento da plastica e altri rifiuti sulle montagne. I risultati? Almeno mezzo chilo di rifiuti ogni chilometro di sentiero.
I dati
Quasi mezzo chilo di rifiuti, in gran parte plastica, ogni chilometro di escursione sui sentieri alpini. Questo è emerso da una ricerca lunga due anni e 488,08 chilometri.
Gli oggetti più ricorrenti? Fazzoletti di carta (1.832, ovvero quasi quattro ogni chilometro). Seguono mozziconi di sigarette (1.307, quasi tre al chilometro), e poi confezioni per gli alimenti – bottiglie, contenitori per succhi, carte di cioccolatini, caramelle e tutto ciò che escursionisti e frequentatori della montagna si portano dietro. Questi ultimi ammontano a 2.713, ovvero 5,55 a chilometro.
L’inquinamento da plastica è normalmente associato al mare e alle aree urbane. Pochissimo ancora si è indagato invece sulle aree montagne e solo in modo molto limitato alle microplastiche. Generalmente, si ritiene che le Terre Alte ne siano esenti, ma sbagliando. Notevole la quantità di materiali che risale a oltre quarant’anni fa: una stima ne ha calcolato l’ammontare a circa il 30% del totale.

Il progetto CleanAlp
Il progetto CleanAlp è stato ideato e realizzato dall’European Research Institute. Inoltre, è stato finanziato da The North Face Explore Fund attraverso l’EOCA – European Outdoor Conservation Association. Hanno contribuito le Aree Protette delle Alpi Marittime – Parco Naturale Alpi Marittime, il Parco del Monviso, il Parco Naturale Mont Avic e l’AGRAP – Associazione Gestori Rifugi Alpini del Piemonte.
CleanAlp ha operato attraverso la citizen science, la scienza partecipata, ovvero un’attività di ricerca scientifica a cui possono collaborare tutti. L’attività è guidata e organizzata da ricercatori che seguono un preciso protocollo. Per conservare il massimo rigore nelle analisi svolte durante le escursioni, sono state prese in considerazione solo aree naturali di alta montagna.

Le escursioni oggetto della ricerca
46 escursioni in oggetto, su tutto l’arco alpino nord-occidentale italiano. 475,43 i chilometri percorsi e analizzati con un dislivello complessivo di 26.931 metri in 26 vallate. Dal Parco Nazionale della Valgrande alla Val Tanaro, con un totale di 203,815 chilogrammi di rifiuti. La media a chilometro ammonta così a 0,42 chili. I partecipanti, volontari, sono stati 810. Al termine di ogni escursione il materiale raccolto è stato censito pezzo per pezzo. L’escursione più “pulita” è stata quella effettuata sul Sentiero dei Fiori in Valle Stura (Cuneo). Il Monte Barone in Val Sessera (Biella) si aggiudica il carico maggiore.

Dichiarazioni
Franco Borgogno, ideatore e coordinatore del progetto CleanAlp, ha dichiarato: “Le Alpi sono l’elemento chiave per sviluppo di tutta l’Europa centro meridionale. Da secoli forniscono acqua, materie prime, energia, cibo. Questo ha favorito lo sviluppo di tutte quelle aree di pianura e collina in cui, più a valle, si sono sviluppate agricoltura di grandissima qualità. I mutamenti in corso e l’impatto che abbiamo sulle Alpi sono quindi importanti per tutti noi e dobbiamo assolutamente tenerne conto per tutelare noi stessi e il nostro futuro. CleanAlp ha raccolto fondamentali indicazioni per correggere i nostri comportamenti e renderli più sostenibili nelle vallate alpine e montane.”
Linda Scalco, ecologa impegnata nel progetto, ha commentato: “La prevenzione sui monti è relativamente semplice. Basta portarsi un sacchetto e riporvi i rifiuti creati e poi buttarlo nell’immondizia; in altri casi può partire dallo sviluppo della vendita di prodotti sfusi a vantaggio anche del piccolo commercio locale, dalla collaborazione di chi lavora ad alta quota, (pastori, gestori di rifugi, ecc…), e dalle stesse aziende che progettano i packaging in modo più efficiente senza rilasciare frammenti alla loro apertura”.

E adesso?
Il progetto ha realizzato, oltre alla ricerca, attività educative svolte con scuole elementari, medie e superiori, tramite interventi in classe abbinati a quelli sul campo che hanno coinvolto 676 studenti. Poi, una formazione destinata ai professionisti della montagna (gestori dei rifugi alpini, guide, personale dei parchi, operatori turistici), che si è rivolta a 212 persone. Anche altri eventi aperti (talk, spettacoli, mostre) hanno contato quasi un migliaio di presenze.
Il progetto continuerà nei prossimi mesi divulgando i risultati. L’obiettivo è spargere consapevolezza del fenomeno sul territorio percorrendo nuovi sentieri e ripulendo aree naturalisticamente pregiate dai rifiuti. Questo, affinché più nessuna possa essere abbandonata al degrado e possa invece essere restituita incontaminata come in origine.