Pubblicato su Climate Witness WWF in data 22 gennaio 2008
Mi chiamo Henk Kroes e ho sessantanove anni. La piccola città in cui vivo, Boazum, conta solo 400 abitanti e si trova in Frisia, una provincia del nord dei Paesi Bassi. Dal 1970 al 1994, sono stato il cosiddetto “Ijsmeester” (Padrone del Ghiaccio) nel rinomato “Elfstedentocht”, il Giro delle Undici Città, in Frisia, Paesi Bassi. Tra il 1994 e il 2008, invece, sono stato presidente del comitato organizzativo.
Essere “Ijsmeester” significa decidere se il Giro potrà essere organizzato o meno, il che, come potete immaginare, è una grossa responsabilità.
Il giro delle Undici Città (Elfstedentocht) è la tradizionale competizione di velocità e resistenza nell’ambito del pattinaggio di velocità. I partecipanti, circa 300 nella categoria della corsa, e circa 16,000 in quella della maratona, devono percorrere più di 200 km su pattini da ghiaccio, in un solo giorno. Durante il giro, passeranno attraverso le undici città storiche della Frisia.

15 cm di ghiaccio o niente gara
L’evento non si tiene ogni anno, poiché è necessario che si verifichino certe condizioni: il ghiaccio deve essere abbastanza solido da permettere ad un gran numero di persone di pattinarci sopra senza rischi. Infatti, lo strato di ghiaccio deve essere spesso almeno 15 cm. Perciò, durante gli inverni più rigidi, ognuno in Frisia si chiede “Chissà se quest’anno ci sarà la competizione…”. E vi posso assicurare che questo mette sotto pressione l’Ijsmeester!
Teniamo dei registri con le condizioni del tempo in relazione a quelle del ghiaccio. Organizzare il Giro non è facile: abbiamo bisogno di migliaia di volontari che ci diano una mano. Quindi, il nostro è un approccio scientifico, che però è anche supportato da una lunga lista di consulenti con grande esperienza nel campo, che ci danno la loro opinione. Come si dice in olandese: non pattiniamo sul ghiaccio che si è formato la notte prima.
Sin dalla prima corsa ufficiale del 1909, solo quindici volte le condizioni meteorologiche erano tali da permettere lo svolgimento dell’evento, ed io avuto la fortuna di dire “It giet oan!” (“Che la gara abbia inizio!”) per ben tre volte. Per come la vedo io, al giorno d’oggi gli inverni sono meno rigidi. L’ultimo Giro si è tenuto nel 1997, e da allora sono stato così fortunato da avere dei nipotini, ma non c’è più stato un “inverno medio Olandese”, con la possibilità di pattinare all’aperto, sui nostri laghi e sui nostri canali.
I bambini in Frisia imparavano a pattinare aiutandosi con una sedia, spinti sul ghiaccio dai loro padri, com’è accaduto a me. Sin dal 1997, ho fatto un solo giro nei dintorni di Boazum, perché le condizioni del ghiaccio lo hanno permesso per quell’unico giorno. I miei nipoti sono costretti a pattinare al chiuso, a Thialf, Heerenveen. Ma non è la stessa cosa.

La fine di una grande tradizione Frisone?
Il percorso seguito dal Giro si avvicina alla piccola cittadina dove vivo, Boazum. Riusciremo ancora una volta a vedere quelle migliaia di persone che arrivano da dietro la curva, nel piccolo canale che si vede in fotografia? Molta gente in Frisia è convinta che non sarà mai più possibile vivere l’esperienza del Giro, a causa del riscaldamento globale.
Personalmente, credo che riusciremo di nuovo a vedere il Giro delle Undici Città, perché gli inverni freddi, di tanto in tanto, ci saranno comunque. Però, dato che secondo le statistiche avremo inverni sempre più caldi, la frequenza sarà di certo più bassa.
Secondo l’IPCC (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico), se le temperature medie dovessero innalzarsi di oltre cinque gradi, entro il 2100, le possibilità di un nuovo Giro saranno vicine a zero. E questo mi preoccupa molto. Non solo per la perdita di una delle nostre tradizioni, ma anche per l’impatto su tutte le tradizioni Frisoni, a cui tengo molto: vivere a contatto con la natura, con l’acqua, e con il ghiaccio durante l’inverno. Per non parlare degli aspetti sociali: il ghiaccio diventa motivo d’incontro per la gente di Boazum, che si riunisce per divertirsi insieme, per le gare di pattinaggio delle elementari, per le corse veloci o semplicemente per bere una cioccolata calda in compagnia.
Quindi, per il bene del Giro delle Undici Città e soprattutto delle tradizioni frisoni legate alla presenza del ghiaccio durante l’inverno, esorto tutti ad agire. Non è troppo tardi per farlo!
Analisi Scientifica
Autore: Dottor Rik Leemans, Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Wageningen, Paesi Bassi
L’Europa Occidentale ha un clima marino caratterizzato da inverni ed estati piuttosto miti, grazie ai venti occidentali provenienti dall’oceano. Le condizioni ideali per le gare di pattinaggio si verificano solo quando nelle regioni continentali e nell’entroterra settentrionale le temperature sono molto basse, e soffiano i venti provenienti dall’est. È probabile che tali condizioni si verifichino nuovamente, in futuro, ma di certo saranno meno frequenti.
Negli ultimi vent’anni, la temperatura media invernale registrata nei Paesi Bassi è di 3.4°C, ossia di 0.9°C più alta rispetto alla media a lungo termine. Questo innalzamento è dovuto principalmente alla prevalenza, sempre in crescita, dei venti occidentali. C’è una stretta correlazione tra le temperature invernali e lo spessore del ghiaccio. A ogni grado centigrado in meno, lo spessore medio diminuisce di circa 5 cm. Questa correlazione permette di determinare grossomodo la frequenza dei Giri, in futuro, sulla base del panorama generale che l’IPCC descrive nell’ambito del cambiamento climatico. L’aumento della temperatura di 2°C favorirà le condizioni ideali soltanto per altre dieci manifestazioni (paragonate alle quindici del ventesimo secolo), un aumento di 4°C permetterà solo cinque manifestazioni, e uno di oltre 6°C ne permetterà solo una.
articolo che mi ha intrigato. Sarà che sto invecchiando, ma mi piacciono molto i racconti delle “tradizioni”, non solo montanare…