(regole inasprite a causa dei troppi turisti incivili)
di Noemi Penna
(pubblicato su lastampa.it/viaggi il 16 marzo 2024)
L’overtourism è arrivato anche sul Monte Fuji. Non è una novità, ma da adesso lo splendido stratovulcano patrimonio mondiale dell’Unesco che si trova a un paio d’ore da Tokyo, limiterà gli accessi giornalieri e aumenterà le tariffe, oltre a far entrare in vigore un codice di comportamento più rigido, per gestire al meglio la sicurezza e rispettare l’ambiente.
Il governo locale della prefettura di Yamanashi ha deciso che a poter salire sulla vetta potranno esser non più di 4 mila scalatori al giorno, in cambio di 2000 yen, circa 13 euro.
A monitorare i sentieri dai turisti incivili saranno delle guide di montagna, incaricate di monitorare con particolare attenzione che le persone non bivacchino sui sentieri e non accendano fuochi.
“Promuovendo con forza misure di sicurezza globali per la scalata del Monte Fuji, garantiremo che questo tesoro rimanga tale e venga trasmesso alle generazioni future“, ha dichiarato Koutaro Nagasaki, governatore della prefettura di Yamanashi.
Nel 2019 sono state cinque milioni le persone che hanno scalato il Monte Fuji, da luglio a settembre. Poi il Covid ha frenato le presenze, che già dall’anno scorso sono tornate ai livelli pre-pandemia. Il Fujisan World Cultural Heritage Council aveva già incoraggiato i viaggiatori a evitare i fine settimana e a venire invece negli orari meno affollati come nei giorni feriali o dopo l’alba. Ma questo non è bastato.
Scalare questa famosa montagna non è l’unica cosa per cui i viaggiatori in Giappone dovranno sborsare di più. Oltre a ristoranti e alberghi, quest’anno è aumentato anche il prezzo del popolare Japan Rail Pass, che è arrivato a costare 50 mila yen, 310 euro per 7 giorni.
Ma in cambio il Paese sta lanciando un programma per nomadi digitali che consente agli stranieri di viaggiare in Giappone e lavorare allo stesso tempo, nel tentativo di espandere ulteriormente il settore turistico, soprattutto nelle zone meno frequentate dalla massa.
Il commento
di Carlo Crovella
Il fenomeno, che è stato codificato come “overtourism”, sta innescando una pletora di reazioni di segno opposto, finalizzate a contenerlo.
Dalla Via dell’Amore (Cinque Terre) a Venezia, dalla normale francese del Monte Bianco al Cervino (dove la prenotazione obbligatoria nei rifugi è di fatto un implicito numero chiuso di accesso alle montagne), il fenomeno sta dilagando a macchia d’’olio.
Che siano decisioni quali numero chiuso, prenotazione obbligatoria, ingressi con patentino, le tecnicalità poco differiscono sul discorso generale. Troppi flussi umani sono di per sé dannosi in assoluto, ma comportano un’ulteriore conseguenza negativa: se i flussi umani sono molto consistenti, al loro interno cresce la componente dei maleducati, degli incivili, insomma dei cannibali.
Tutto ciò amplifica i danni in modo esponenziale. Danni all’ambiente, danni alle cose, danni alle opere d’arte. Inevitabile la regolamentazione, che è innanzi tutto quantitativa (per cui le restrizioni coinvolgono anche le persone educate, mature e consapevoli) e poi, anche qualitativa, ma solo in sede di ammende per chi, concretizzando la sua maleducazione, ha davvero realizzato dei danni.
La risultante è che viene sempre più ristretta la libertà individuale di spostamento. Il trend è destinato ad inasprirsi, sia in montagna che in qualsiasi altra attività.
Se non basta l’appello alla costituzione antifascista per difendere la libertà individuale (l’articolo 16 ovviamente: «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche»), preferisco le rappresaglie. Se gli italiani devono pagare per entrare a Venezia alle Cinque Terre o altrove, bisogna imporre agli indigeni una tassa per entrare in Italia. Chi vuole uscire da Venezia dalle Cinque Terre eccetera deve pagare qualcosa oppure rimane a casa. Basta recintare i luoghi esclusivi e selezionare le uscite mediante appositi varchi.
Vuoi passare il confine di Venezia? Un fiorino!
Vuoi passare il confine delle Cinque Terre? Un fiorino!