L’importanza dell’alpinismo di élite

di Alessandro Filippini
(pubblicato sul suo profilo fb il 21 febbraio 2024)

Con l’organizzazione di Green Media Lab, Sherpa e Campo Base Project, il 20 febbraio 2024 nella sede di Green Media Lab, a Milano in via Tertulliano 68, si è discusso dell’importanza dell’alpinismo d’élite con la presentazione dell’esperienza della prima metà del progetto CAI Eagle Team, progetto che coinvolge 15 giovani alpinisti italiani.

Matteo Della Bordella e Alessandro Gogna
Antonio Montani

Uno degli organizzatori, Nicola Giuliani, all’inizio ha accennato alle future iniziative sull’alpinismo e sull’outdoor che si terranno nel prossimo futuro in questi locali di Green Media Lab. Sollecitati dagli spunti di Alessandro Gogna, il presidente del CAI Antonio Montani e Matteo Della Bordella, che è stato anche colui che ha suggerito la creazione del progetto stesso e ora lo guida, hanno spiegato come si è sviluppato fin qui e tutti gli aspetti che affronterà anche nei prossimi 12 mesi fino alla grande conclusione, con alcuni dei giovani protagonisti che andranno con lui in spedizione in Patagonia (nel frattempo, Matteo è in partenza proprio per il Chalten).

Il presidente Montani ha sottolineato, tra l’altro, come nel progetto si sia subito deciso di aprirlo a tutti, senza separare maschi e femmine. Matteo Della Bordella ha insistito sul concetto di formazione e sul lavoro di gruppo, basati sull’obiettivo dell’auto-responsabilità individuale.

Benedetto Sironi introduce la presentazione
Alessandra Prato e Alessandro Gogna

Brillantissima la partecipazione di Alessandra Prato, una delle quattro ragazze che hanno brillantemente superato la selezione iniziale, alla quale erano stato ammessi 40 degli oltre 200 giovani che si erano candidati. All’evento era presente anche il bravissimo Dario Eynard.

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3 Comments

  1. says: Carlo Crovella

    Plaudo con entusiasmo all’iniziativa CAI EAGLE TEAM e, da socio CAI, sono soddisfatto del dinamismo dimostrato della Presidenze Generale in carica. L’alpinismo nel suo complesso non può fare a meno della componente di élite, come la storia dell’automobile non può fare a meno della Formula 1. Le soluzioni tecniche in novative, elaborate sui circuiti di gara della F1, sono poi recepite dalla produzione di serie delle automobili.

    Bisogna però tener sempre presente che l’alpinismo nella sua totalità è un fenomeno molto complesso e molto articolato e non va confuso con il solo alpinismo di vertice, così come l’evoluzione complessiva dell’automobile non è circoscritta alla sola F1.

    Quest’ultimo concetto non deve MAI esser dimenticato dal CAI, che si deve occupare in egual misura dei fenomeni di élite come di quelli di massa (puntando sempre ad educare TUTTI gli alpinisti ad un uso maturo e consapevole della montagna).

  2. says: Emanuele Menegardi

    Non capisco perchè vengano utilizzati dei fondi che dovrebbero servire per tutti i soci Cai e per le tutte scuole di alpinismo, per una elite che nella maggior parte dei casi si dedicherà al professionismo(alcuni sono già aspiranti guida)!?

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