A cura di Sara Canali
Se il mare della Sardegna è l’immagine del paradiso che si offre agli occhi di tutti, l’entroterra ne rappresenta il cuore segreto, che si svela solo chi decide di visitarlo. Come è successo a noi che, capitando a Galtellì, borgo medioevale della Baronìa, nella parte centro-orientale della Sardegna, ci siamo lasciati affascinare dalle sue case in pietra bianca, ripercorrendo quelle vie che il Premio Nobel 1926 Grazia Deledda ha reso immortali nel suo romanzo Canne al Vento. E ancora, abbiamo imparato l’arte della tessitura sarda a pipiones con i telai di legno del laboratorio di Rita&Rita, ci siamo lasciati affascinare dai canti antichi dei Cantores e abbiamo seguito passo dopo passo Marzia, la nostra guida nonché assessore al turismo di Galtellì, per scoprire la profonda devozione religiosa che qui è percepibile ovunque. Tutto questo grazie all’evento Noi Camminiamo in Sardegna 2024 che quest’anno è arrivato alla sua terza edizione mantenendo però intatto lo spirito con cui era nato: incarnare un modello di turismo lento, esperienziale e sostenibile, imperniato su un’originale ed efficace fruibilità degli Cammini di Sardegna e delle Destinazioni di pellegrinaggio, iscritti al Registro regionale dei Cammini. Il nostro è solo uno dei 15 gruppi che dal 30 settembre al 5 ottobre hanno camminato in contemporanea su 15 itinerari (di cui otto cammini e sette destinazioni) per un totale di 800 chilometri, con 70 comuni coinvolti. Ogni gruppo era formato da giornalisti, content creator, travel blogger, influencer, guide turistiche e escursionistico-ambientali, foto-video reporter, tour operator, camminantes, esperti ed appassionati del settore per un totale di circa 300 persone che hanno attraversato in lungo e in largo la regione. Il progetto è stato ideato e realizzato dall’Assessorato del Turismo della Regione Sardegna in collaborazione con Terre di Mezzo Editore.
La nostra Sardegna
Come Outdoor Magazine siamo stati invitati a vivere l’esperienza di una destinazione di pellegrinaggio, quella di Galtellì appunto dove ad accoglierci abbiamo trovato la giunta comunale, dal Sindaco ai consiglieri, pronti ogni giorno a fornirci tutto ciò di cui avevamo bisogno. Durante i quattro giorni di permanenza, sono diverse le attività che sono state organizzate, tutte finalizzate alla scoperta e alla valorizzazione del territorio dove l’esperienza è al centro di un programma fitto. Turismo esperienziale significa vivere in prima persona quello che il territorio ha da offrire, una sorta di immersione negli usi, costumi e nella conoscenza delle persone custodi di questo enorme patrimonio. Infatti il primo giorno è l’occasione per visitare il borgo e il percorso deleddiano, con tutti i luoghi che la Deledda ha reso immortali nel suo romanzo, poi un giro alla chiesa del santissimo Crocifisso in cui si trova il miracoloso Cristo ligneo che ancora oggi richiama pellegrini da tutta Europa ma anche per fare un’esperienza di tessitura con Rita&Rita. E ancora, un’immersione nei canti antichi con il sestetto dei Cantores che, con le loro voci, hanno riempito di suoni religiosi di altri tempi la sala affrescata dell’ex cattedrale di san Pietro. Un pieno di bellezza prima di dedicarci ai manicaretti e alle bontà gastronomiche per un altro tipo di “pieno”.
Pellegrinaggio
Lungo le vie percorse nel corso dei secoli dai pellegrini, si arriva al ‘cuore’ dell’identità dell’Isola, nella sua parte più autentica e profonda. Noi questa ascesa la compiamo il secondo giorno con la volontà di raggiungere la vetta del Tuttavista, la montagna bianca e verde su cui Galtellì si adagia. In cima, ci aspetta una riproduzione in bronzo del santissimo Crocifisso, alta 12 metri. Il trekking per raggiungerlo è un’immersione nella macchia mediterranea e nella flora sarda ricca di fiori e profumi che, con la pioggia che ci coglie di sorpresa, si fanno ancora più intensi. Una salita relativamente semplice, con alcuni strappetti che rendono ancora più bello l’arrivo in cima al cospetto della statua, opera di opera dell’artista madrileno Pedro Angel Terron Manrique. Poi, appena il cielo si apre, discendiamo verso il mare, per un tuffo ottobrino nelle acque di Orosei. Il terzo giorno è stato dedicato alla Galtellì medievale, con escursione in e-bike fino al castello di
Pontes, per poi conoscere le domus de Janas del parco Malicas fino a farci rapire dai quadri del pittore Zizzu Pirisi, artista fortemente legato al territorio, conosciuto e amato da tutti. Il tour si concluso al museo etnografico Marras, che racconta la cultura contadina prima. Un pranzo in agriturismo ha aggiunto ancora più valore al tour grazie alle specialità tra cui l’immancabile pane carasau. Un susseguirsi di emozioni e di incredibile bellezza, intervallato da racconti di persone vere e radicate in questo angolo di Sardegna fermo nel tempo. Alla fine della giornata, tutti i gruppi si sono ritrovati a Galtellì che è stata invasa di racconti e grandi abbracci per poi proseguire il giorno dopo al teatro comunale di Cala Gonone, frazione marinara di Dorgali con la conferenza conclusiva di Noi Camminiamo in Sardegna 2024, svoltasi alla presenza della presidente della Regione Alessandra Todde. Un momento che ha rappresentato un hub importante di confronto su un modo diverso di fare turismo dove ognuno ha raccontato il proprio incredibile viaggio.