Un’escursione lungo il torrente Farma in Toscana

di Lorenzo Calamai
(pubblicato su wildecobeach.com)

Nei suoi 34 km di corso, il torrente Farma attraversa un territorio naturalisticamente selvaggio, immerso tra boschi verdi e rocce scavate nel corso dei millenni.

Parte del suo scorrere avviene immerso nella Riserva naturale omonima, all’interno della quale tantissimi sentieri incrociano la propria via con le verdi e incontaminate acque del principale affluente del Merse che, poco dopo la confluenza, si getta a sua volta nell’Ombrone, contribuendo così ad incrementare la portata del secondo fiume toscano.

Uno dei sentieri più affascinanti per scoprire tutta la ricchezza del territorio bagnato dal Farma, in quella parte meridionale della Toscana che sta fra Siena e Grosseto, è quell’anello che prende le mosse dalla minuscola frazione di Scalvaia, nel comune di Monticiano, scende fino ai celebri Canaloni del Farma, spiaggia d’acqua dolce presente in weBeach – Toscana, e prosegue lungo il corso del torrente fino ad arrivare alla suggestiva piscina naturale in corrispondenza della Ferriera di Ruota.

Una spiaggia d’acqua dolce sul corso del Farma

Come arrivare, Scalvaia e la Palla eh!
Monticiano si trova a circa 40 minuti di auto da Siena, percorrendo la SS223 che la collega a Grosseto fino al km 49.200 e seguendo poi le indicazioni per circa 10 km, fino ad arrivare in paese.

Si attraversa quindi il capoluogo comunale per dirigersi ancora verso sud, lungo la SP73bis, una strada con ampie curve, circondata dal verde dei boschi che caratterizzano la zona. Poco dopo il km 26.100, si svolta a sinistra seguendo la cartellonistica per Scalvaia.

Questa piccolissima frazione è abitata solamente da 71 abitanti. La strada che vi giunge non ha via d’uscita. Scalvaia era anticamente conosciuta con il suggestivo nome di Folgori: si trattava di una piccola corte alle dipendenze del vicino Castello di Luriano, che crebbe poi nel corso dell’Ottocento dopo la costruzione della chiesa al centro dell’abitato. Nel periodo di massimo splendore arrivò ad avere circa 120 abitanti.

Oggi Scalvaia rimane un piccolissimo borgo dagli edifici rurali affascinanti e ben tenuti, con un bar, un ristorante, un bed and breakfast e una tradizione particolarissima: vi si gioca uno sport tradizionale del territorio compreso tra Siena e Grosseto, rimasto vivo solamente in una mezza dozzina di frazioni della zona, come Tirli, Vetulonia, Ciciano, Torniella.

Si tratta della Palla eh! Palla a 21, una sorta di antico ibrido fra l’odierno tennis e la pallavolo giocato in mezzo alle piazze dei piccoli borghi che ancora lo praticano.

Potete parcheggiare l’auto nell’ampio parcheggio che precede l’ingresso nell’abitato di Scalvaia. Da qui [43.08998, 11.15264] si attraversa il paese e, superato il bar del circolo, si imbocca la strada in discesa con tanto di indicazione in legno [43.088000, 11.151417].

Il sentiero
La strada scende in maniera abbastanza rapida fino a raggiungere l’altitudine alla quale scorre il torrente Farma, percorrendo circa 100 metri di dislivello in discesa e incrociando infine il sentiero CAI 303, che da qui in avanti rappresenta la traccia da seguire, in sinistra orografica.

Dopo l’inizio in discesa, questa parte centrale dell’escursione è tutta pianeggiante, composta da continui saliscendi e con un fondo stradale carrabile. Solo dopo ca 3,5 km di cammino, nelle vicinanze della sorgente dell’Acqua Diaccia [43.08684, 11.17277], la strada sterrata si trasforma in vero e proprio sentiero, addentrandosi nei boschi attraverso i quali scorre indisturbato il Farma.

Nel giro di pochi minuti raggiungerete la deviazione verso destra [43.08993, 11.17705] per i Canaloni, una zona dove una conformazione rocciosa risalente al Triassico (oltre 250 milioni di anni fa) è stata lentamente scavata dallo scorrere dell’acqua fino a generare piscine e cascatelle in una cornice naturalistica suggestiva.

Bagnanti ai Canaloni del Farma

Tornando alla deviazione, il sentiero prosegue invece a mezza costa, allontanandosi un poco dal letto del Farma. Dopo meno di un chilometro, il sentiero ridiscende nei pressi delle rovine dell’antica diga della Ferriera di Ruota, dove un tempo una chiusa alimentava una gora capace di alimentare lo stabilimento siderurgico trecentesco.

Oggi in questa zona [43.08980, 11.18571] rimangono solo le visibili e suggestive rovine e un profondo tombolo dove potersi godere un tuffo rinfrescante dopo i quasi sei chilometri di camminata affrontati. 

I resti della ferriera sono visibili proseguendo per qualche centinaio di metri lungo il sentiero [43.08856, 11.19144]. Dalla Ferriera di Ruota si ritrova anche la strada bianca che è possibile prendere per compiere il percorso di ritorno senza ripassare dal sentiero appena terminato. Basterà seguire la strada mantenendo sempre la sinistra ad ogni bivio per tornare a Scalvaia in ca 4,5 km, con un dislivello in salita di ca 250 m. 

Resti della diga della Ferriera di Ruota

Se invece si preferisce non camminare a lungo sullo sterrato, rimane valida alternativa il ritorno per lo stesso percorso dell’andata, un po’ più lungo ma con un dislivello inferiore.

Nelle vicinanze
L’abbazia di San Galgano [43.149199, 11.154942] si trova nel comune di Chiusdino, ma ad appena 10 minuti d’auto da Monticiano. Un’affascinante rovina di un antico edificio religioso che rappresenta il complemento ideale alla passeggiata lungo il torrente sopra descritta.

La particolarità dell’abbazia è la mancanza del tetto, crollato, in una struttura dalle mura esterne perfettamente integre: una reliquia del passato, giuntaci direttamente dal Duecento e ormai in rovina da almeno cinque secoli, dall’aria mistica e teatrale.

L’abbazia di San Galgano con il filare di cipressi che accompagna il visitatore all’ingresso

Oggi l’abbazia e il vicino eremo di Montesiepi, dove san Galgano piantò la propria spada nella roccia al contrario di Re Artù, a simboleggiare l’abbandono della vita mondana per l’eremitaggio, sono luogo di frequentazione turistica. 

L’abbazia di San Galgano è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19 e il biglietto d’ingresso per la visita del complesso costa 4 €, con la possibilità di visitarne l’interno, tra cui la Sala Capitolare e lo Scriptorium. Alcuni lavori di messa in sicurezza renderanno in futuro possibile visitare anche altre zone del complesso. L’eremo di Montesiepi, invece, che oltre alla Spada nella Roccia custodisce favolosi affreschi del pittore senese del Duecento Ambrogio Lorenzetti, è aperto dalle 9 fino al tramonto ogni giorno. L’ingresso è gratuito.

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1 Comments

  1. says: Carlo Crovella

    Questo tipo di escursioni, che io definisco “acquatiche”, da che le ho scoperte, mi hanno letteralmente preso. Molto belli i libri della collana.

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