Un viaggio in bikepacking nella natura maestosa dell’affascinante Paese asiatico, per un totale di circa 40 mila metri di dislivello. I protagonisti? Giuseppe Papa, guida cicloturistica ed esperto avventuriero, insieme a Davide Ciarletta e Marco Ricci di Esplora, che ci hanno raccontato preparativi e obiettivi di questa sfida. L’obiettivo è il sostegno a Vispe (Volontari Italiani Solidarietà Paesi Emergenti) che farà da tramite per Gonesa, associazione nepalese che si occupa di formazione scolastica e promozione sociale a cui andrà il ricavato della raccolta fondi alla base di questo progetto.
Di Daniele Pansardi e Benedetta Bruni
L’avventura come strumento per uscire dalla propria zona di comfort, per scoprire cosa c’è al di fuori dal proprio giardino. È con queste premesse che due anni fa è nata Esplora, un team di appassionati di sport, natura, fotografia, comunicazione e visual art che nasce durante un viaggio in bikepacking sull’Alta Via dei Monti Liguri. Un’esperienza che unisce la squadra attorno a un unico filo conduttore: esplorare i luoghi più incontaminati, remoti e mozzafiato e condividerne la bellezza.
Gran Canaria, Monti Sibillini, Ecuador, Argentina, un Giro delle Tre Nazioni tra Italia, Svizzera e Austria. Sono i viaggi raccontati dalla squadra di Esplora, che negli ultimi mesi invece si è preparata a quella che finora è l’avventura più lunga e sfidante mai affrontata. Mentre leggete questo articolo, Davide Ciarletta, Marco Ricci e uno “special guest” ed esperto esploratore come Giuseppe Papa sono nel bel mezzo del loro viaggio in bikepacking in Nepal. Iniziato il 24 ottobre 2023, il trio pedalerà e si sposterà per 45 giorni in un Paese dove la natura è tutto: montagna, spiritualità, tradizione, maestosità.
Prima della loro partenza abbiamo intervistato Marco e Davide, tra i co-fondatori di Esplora, che ci hanno raccontato la filosofia dietro al loro progetto e come si sono preparati al viaggio, che sarà poi raccontato in un documentario da loro prodotto.
L’intervista
Davide Ciarletta e Marco Ricci, co-fondatori di Esplora
Da dove nasce l’ispirazione per le vostre avventure?
Dall’idea che fuori c’è un mondo da esplorare. E che è figo farlo anche attraverso il bikepacking, un modo per viaggiare alla velocità ideale per godersi la natura, ma non solo. Ci fa chiedere anche quali sono le cose davvero essenziali da portare.
Cosa porterete con voi in Nepal per il vostro viaggio?
In genere viaggiamo con una saddle bag (15/17 l), una handlebar bag (15 l), una borsa piccola da telaio e un piccolo zaino. Per quest’avventura, abbiamo aggiunto altre due piccole borse per accessori, due per il cibo, una da mettere sotto il telaio e quattro fork bag. Il vestiario sarà minimal: due fondelli a testa, tre maglie più le termiche, un pile, un piumino e una giacca in Gore-Tex. Dormiremo in sacchi a pelo molto compatti adatti per le temperature molto rigide, con materassini gonfiabili. Per cucinare useremo il jetboil, un sistema pentolino-fornello integrato per far bollire acqua in due minuti.
Quanti chilometri percorrerete?
Parliamo di un viaggio di circa 1.700-1.800 km, ma quello che ci preoccupa un po’ è il dislivello di circa 40 mila metri. È difficile prevedere quanto pedaleremo ogni giorno, ma abbiamo l’obiettivo di mantenere una media di circa 50 km, anche perché nel frattempo dovremo anche fare delle riprese per docufilm. In caso di necessità, ricorreremo all’autostop, che in Nepal funziona ancora (ridono, ndr).
Da sinistra: Davide Ciarletta, Marco Ricci, Giuseppe Papa
Cos’ha di diverso questo viaggio in Nepal rispetto ai precedenti?
L’Asia di per sé è un luogo con una cultura molto diversa rispetto ai soliti luoghi in cui viaggiamo. Cercheremo di conoscere anche le persone e le comunità locali, perché vogliamo che diventi parte integrante del viaggio. C’è poi una generale incertezza su ciò che ci aspetta e l’approccio da avere sui potenziali problemi che potrebbero emergere. Vogliamo che diventino delle opportunità, o delle situazioni divertenti da cui imparare.
Avete già un’idea su quali difficoltà potreste incontrare come affrontarle?
I problemi principali potrebbero essere legati alla bici e a eventuali problemi tecnici. Cercheremo poi di non restare senza acqua o cibo. Per la prima avremo con noi un filtro ai carboni attivi che ci permetterà di ottenere dell’acqua potabile anche da una pozzanghera. Per il cibo ci porteremo una serie di liofilizzati di emergenza, che però terremo nelle borse fino al momento in cui ci troveremo in luoghi senza possibilità di trovare altro da mangiare. In più, potremo contare sulla presenza di Giuseppe Papa, che abbiamo conosciuto alla Fiera del Cicloturismo a Bologna ad aprile e che ci ha proposto il viaggio. Avventuriero esperto e guida cicloturistica, è stato in Patagonia, in Islanda e arriverà in Nepal direttamente dall’India. Ci ha dato consigli molto utili riguardo i viaggi lunghi e in luoghi remoti. La sua figura, sia in fase di preparazione sia quando saremo lì, ci dà molta sicurezza.
Come potremo seguire e sostenere il vostro viaggio?
Con Instagram sulle pagine di Esplora e Briko. Collaboreremo inoltre con Vispe (Volontari Italiani Solidarietà Paesi Emergenti), un ente che fa da tramite con l’associazione nepalese Gonesa che supporteremo con il ricavato della nostra campagna di raccolta fondi organizzata per l’occasione. Si tratta di una ong nepalese che si occupa di formazione scolastica e promozione sociale per famiglie che vivono negli slum. Andremo anche a Pokhara, dove Gonesa sta gestendo la ristrutturazione di un asilo nido. L’idea del crowdfunding è partita da una riflessione: in ogni viaggio che facciamo ci riempiamo di esperienze bellissime, salvo poi andare via. Ma cosa lasciamo ai luoghi che visitiamo? Così abbiamo deciso di organizzare questa raccolta fondi in cui il 50% del ricavato sarà devoluto a Gonesa, mentre il restante verrà utilizzato per sostenere una parte delle spese di viaggio e del documentario, un modo per raccontare anche la cultura e le comunità nepalesi.
Bel sistema per pagarvi le vacanze. Complimenti.