Afghanistan 1976 – 1 – Angelo Recalcati

Il mio interesse per la letteratura alpinistica nasce e cresce parallelamente al progredire della mia attività alpinistica. Dalla fine degli anni ’60 ho iniziato a raccogliere guide e la mia collezione, con le mie conoscenze, si sono ampliate col tempo anche grazie a un continuo e proficuo rapporto con la Libreria Alpina dei Fratelli Mingardi a Bologna. Col nuovo millennio ha avuto inizio la mia attività autonoma con Itinera Alpina, che ha l’alpinismo e l’esplorazione come argomento principale, ma che dedica spazio anche all’offerta di buoni e scelti libri di altri argomenti. Nel sito oltre all’offerta di libri è presente anche una rassegna di contributi sulla cultura alpestre.

I libri del catalogo sono in vendita, cliccando sull’immagine della copertina si apre la scheda descrittiva col prezzo di vendita. Si può eseguire l’ordine d’acquisto via e-mail, unendo all’indirizzo anche il codice fiscale e, per le fatture, la partita IVA.

Andai in Afghanistan quando ormai da tre anni l’ultimo re dell’Afghanistan Zahir Shah era in esilio a Roma (e vi rimase fino alla sua morte nel 2007), dopo un colpo di stato incruento ordito da suo cugino Daud Kahn, che a sua volta fu spodestato, e massacrato lui e la sua famiglia, due anni dopo da un altro golpe che istituì la Repubblica Democratica dell’Afghanistan. Il governo filosovietico di Sur Mohammad Taraki durò solo un anno. L’avvio delle sue profonde riforme politico sociali incontrò una fortissima opposizione e il 14 settembre 1979 fu assassinato. L’Armata Rossa non perse tempo, invase l’Afghanistan e occupò Kabul il 27 dicembre. Sono quindi 41 anni che quel martoriato paese è in guerra, visto che da allora vi fu una continuità di conflitti con solo rare pause.

Allora solo dopo aver passato la dogana di Islam Kala, attraversato il tumultuoso Iran (c’era ancora lo scià), si poteva cogliere lo spirito dell’Asia. Solitudine, silenzio, spazi immensi, pochissimo traffico per lo più dei caratteristici camion superdecorati pieni all’inverosimile e con sempre pronto un ragazzino con il  cuneo per bloccare la ruota posteriore se si fermava in salita! La popolazione viveva ancora nelle campagne e le città avevano un decimo della popolazione attuale. Kabul aveva 350.000 abitanti oggi ne ha circa 4 milioni.

Le immagini che presento sono perciò quelle degli ultimi momenti di pace nel paese, un paese allora molto povero, ma dignitoso, fiero e straordinariamente ricco di bellezze naturali e artistiche. Questi 45 anni passati hanno portato anche cose positive (e che non è certo che rimarranno…), specie alle nuove generazioni, ma a che prezzo! Penso ai volti pieni di stupore della giovanetta di Kandahar o del piccolo pasticcere di Balkh che allora incontrai, chissà quale sarà stato il loro destino, e non solo il loro…

Foto di Kandahar, Balkh, Mazar i Sharif, sulla strada per Bamian, la valle di Bamian, nel cuore dell’Afghanistan, Kabul, Herat, Gazargah, incontri nei campi (Angelo Recalcati)

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