Recensione a:
Alpi Occidentali – Volume 1
di Christian Roccati e Cesare Marchesi
(Alpi Liguri, Alpi Marittime, Alpi Cozie Meridionali, Monviso)
Alpine Studio e CAI, Lecco e Milano, 2018 390 pp., 19×13.5 cm, 94 foto a colori, I cartina e 47 schizzi 25.00 €
Alpi Occidentali – vol. 1
di Matteo Bertolotti
Si tratta della prima delle due guide dedicate alle Alpi Occidentali, terza uscita della collana “Il Grande Alpinismo sui Monti d’Italia” che ha preso vita tre anni fa in seguito alla chiusura della storica collana “Guida dei Monti d’Italia”. Non più monografie complete di gruppi montuosi ma una selezione accurata di vie tra quelle che la zona può offrire.
Gli autori, il genovese Roccati e il savonese Marchesi, ci conducono in una sorta di trekking alpinistico e arrampicatorio nelle Alpi Occidentali. Si inizia dalle Alpi Liguri per continuare con le Marittime, le Cozie Meridionali, fino a chiudere con il Monviso. All’interno sono presenti sia itinerari di stampo moderno, con sicure protezioni a fix, e altri, di tipo classico, come lo Spigolo Fornelli alla Torre Castello o la Super Figari alla Punta Figari aperta dall’indimenticato Gian Piero Motti in compagnia di Ugo Manera e Vincenzo Pasquali il 16 maggio 1971. L’alpinista e l’arrampicatore troveranno pane per i loro denti.
Ogni relazione è descritta dettagliatamente con la specifica della singola lunghezza; molte le fotografie delle pareti con il tracciato e lo schizzo della linea di salita, le soste, lunghezze e difficoltà del tiro di corda. Completamente assenti le cartine dei luoghi utili per l’avvicinamento (salvo una cartina d’insieme all’inizio del volume) e le fotografie d’azione (queste ultime per linea editoriale, che condivido). Tutte le gradazioni vengono, ahimè, date in scala francese evitando l’utilizzo della scala UIAA per gli itinerari classici ancora protetti a chiodi. L’occhio attento del lettore non avrà problemi di valutazione (e di scelta) grazie al bel cappello introduttivo che precede ogni singolo itinerario presentato. La prefazione è curata da Lorella Franceschini, Vice- Presidente generale del Club Alpino Italiano che con alcune citazioni, da Maurice Bradley a Emily Dickinson, invita a intraprendere queste scalate.
Il libro merita di essere inserito nella propria biblioteca personale. Tuttavia io sento la “mancanza” dei Monti d’Italia, della loro impostazione sistematica. Se dovessi fare una statistica di quante volte consulto i volumi dei Monti d’Italia per approfondimenti su vie “scelte” e quante volte, invece, li consulto per verificare una semplice cresta detritica,. un valloncello, un punta secondaria (insomma quante volte li consulto per approfondire la “montagna minore”) penso che, su 100 volte, la ripartizione sia 10 volte per le vie di fama e 90 per informazioni sulla “montagna minore”.
Non è colpa degli autori di questo volume, è il trend generale che è completamente cambiato. Ai lettori di oggi non interessa più conoscere l’intera morfologia della montagna, ma £essere imboccati” con spunti preconfezionati in una antologia scelta di itinerari (in questo caso di arrampicata/alpinismo).
Le raccolte scelte esistevano anche nei decenni scorsi, ci mancherebbe (alcune anche di notevole qualità e spessore ideologico), ma l’impostazione della Collana Monti d’Italia si distingueva dalle raccolte scelte proprio i i citati motivi, come la Vallot (Monte Bianco) o la Devies (Delfinato) in Francia o le Guide svizzere, in particolare su Vallese e Oberland. Anzi, possiamo dire che il fenomeno di sintetizzare la guida sistematica ed esaustiva in una raccolta di itinerari è iniziato proprio Oltralpe: già da un po’ in libreria si trova la versione moderna della Vallot o delle Guide svizzere, asciugate ai soli itinerari scelti…
Ciao!