Bandidos

di Giuseppe Chessa 
(pubblicato sul suo profilo fb il 23 febbraio 2025)

Il 18 febbraio 2025 abbiamo aperto una via alpinistica classica chiamata Bandidos, al Monte Tuttavista 806 m sul versante di Orosei.

Pochi giorni prima ricevo la chiamata di Stefano Michelazzi, una guida alpina con cui ho stretto amicizia, che risiede nel territorio di Galtelli. Mi dice che su quella montagna ha trovato una parete interessante, molto illuminata dal sole, che ha il nome di Baccu ‘e Janas.
“Ci sono delle linee molto interessanti” mi dice “e non ci sono altre vie!”.

Decido di accettare la sfida. Ho appena fatto il corso di alpinismo proprio con lui, devo mettermi alla prova!

Tempo di preparare gli zaini e partiamo, armati fino ai denti e determinati a concluderla in un giorno. Fa caldo, il cielo è limpido. E’ la giornata perfetta!

Arrivati in parete Stefano accende le solite tre sigarette di rito, dice che servono per riprendere fiato. Io inizio a guardare la parete e la mia determinazione inizia ad affievolirsi, capisco subito che non sarà un’impresa facile “Per fortuna c’è Stefano”, penso.

Facciamo il primo tiro, improteggibile con mezzi tradizionali. La parete ci costringe a mettere due spit: sarebbe troppo pericoloso, un tiro così duro non lo ripeterebbe nessuno. Si prosegue tra un chiodo, un altro spit e alcune protezioni mobili.

La giornata è ormai finita e sfiancati decidiamo di arrenderci. Un bel 6c+ di tutto rispetto (non male come prima via).

Il secondo giorno sarà quello buono, pensiamo, e con decisione torniamo. E’ il mio turno finalmente!

Un pezzetto un po’ più facile, dove posso fare pratica. Parto con calma e concentrazione. Dopo un po’ di emozione iniziale mi sento perfettamente a mio agio, Stefano mi osserva con attenzione e non dice nulla. Percepisco molta fiducia e positivamente mi auto alimento. Tra protezioni mobili e qualche chiodo, arrivo finalmente in sosta. Sento di aver fatto un buon lavoro! Stefano mi raggiunge e mi dà supporto, altri stimoli… non so più dove metterli, salirei slegato (se non ci fosse la forza di gravità).

Stefano riparte. Un altro tratto non troppo facile e con protezioni non troppo certe, perciò decidiamo di mettere un’altra protezione più sicura. Altro spit prima di uscire dallo strapiombo.

Concludiamo anche questo tiro e con grande fatica raggiungo Stefano, soddisfatto per non aver dovuto tirare i chiodi per superare il passaggio.

Da sinistra: Giuseppe Pio Cosseddu, Stefano Michelazzi, Giuseppe Chessa.

Quando arrivo su la giornata è ormai terminata, gli imprevisti non sono mancati nemmeno oggi, il sole inizia ad andarsene, la luce cala e arriva il freddo. E’ ora di andare (al bar).

E’ arrivato il terzo giorno, confidiamo di risorgere. Questa volta si unisce a noi il mitico Pio (Giuseppe Pio Cosseddu, NdR). E’ carichissimo ma anche determinato a mettersi in gioco ed apprendere il più possibile. E’ la sua prima via e anche lui ha concluso da poco il corso.

Ci incamminiamo sul sentiero, io corro veloce, so che oggi sarà nuovamente il mio turno. In realtà non abbiamo fretta, è l’ultimo tiro, abbiamo tutto il tempo e sembra facile.

Pio e Stefano bruciano sigarette come se fosse una competizione, tabacco precisamente. Credo di averli visti arrotolarle con una mano sola…

Arriviamo in parete e ripetiamo la via, superando abilmente tutti i passaggi fino a raggiungere il terzo tiro. Riparto nuovamente, con calma, voglio assaporare il momento. Organizzo le mie belle protezioni. Stavolta niente spit e niente chiodi, solo protezioni veloci. Trentadue metri, un 5c molto divertente.

Arriviamo tutti e tre in cima con grande soddisfazione, Bandidos è libera e finalmente possiamo andare (al bar!).

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