E’ allo studio un dispositivo di sicurezza per ciclisti ed escursionisti in montagna

L’Università di Trento sta sviluppando un dispositivo per migliorare la convivenza tra ciclisti ed escursionisti sui sentieri di montagna.

Che sui sentieri di montagna le mountain bike (MTB) siano diventate un “problema” è ormai assodato. Nei mesi estivi, gli scontri fra MTB ed escursionisti (a volte con conseguenze non lievi per questi ultimi) stanno diventando notizie di frequenza quasi quotidiana. Che le E-bike (la MTB con il motorino elettrico) accentuino i dati del problema è altrettanto evidente, perché consentono di frequentare la montagna anche a chi non avrebbe la forza di percorrerla con i propri muscoli. Ma ancora una volta non è lo strumento (in questo caso la MTB) che è “figlio del diavolo”, bensì i comportamenti di alcuni, spesso molti, individui che lo utilizzano.

Verso la fine dell’estate 2024, molti itinerari nel massiccio dei Cerces (fra Briançon e Nevache) sono stati “chiusi” alle MTB, sia muscolari che E, proprio per i problemi registrati, nei mesi centrali dell’estate, con gli escursionisti. Come al solito, per colpa di alcuni (forse tanti) “cannibali”, ne portano le conseguenze anche i biker educati e coscienziosi. È l’ennesima puntata del contrasto fra individui maturi e cannibali irrecuperabili.

Ben vengano eventuali dispositivi tecnici (come quello illustrato da questo articolo) per ridurre i rischi a carico degli escursionisti, ma se non lavoriamo per educare i cannibali, questi escamotage tecnici saranno solo dei palliativi e il problema non si risolverà strutturalmente (Carlo Crovella).

E’ allo studio un dispositivo di sicurezza per ciclisti ed escursionisti in montagna
di Alessandro Farina
(pubblicato su blastingnews.com il 23 settembre 2024)

Il tema della sicurezza in montagna si lega con quello del cicloescursionismo, viste alcune notizie di cronaca con protagonisti bikers ed escursionisti e una convivenza sempre più diffiicile. Negli ultimi anni stanno aumentando le iniziative per trovare soluzioni tecnologiche per migliorare la sicurezza dei ciclisti negli ambiti cittadini e ora anche in quelli di montagna. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Trento sta studiando una possibile soluzione in merito, con lo sviluppo di un apposito dispositivo in grado di segnalare ai ciclisti, durante il percorso, i pericoli sui sentieri di montagna.

Lo studio punta a migliorare le attuali tecnologie per prevenire incidenti in contesti urbani ed estendere la loro efficacia anche in montagna.

Ciclisti in montagna con mountain bike

Il dispositivo di sicurezza per mountain bike dell’Università di Trento
Il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento sta studiando un sistema per avvertire i ciclisti sui possibili pericoli lungo i sentieri di montagna, attraverso un dispositivo da posizionare sulla mountain bike. Il progetto è frutto del lavoro di Michele Segata e Michele Zucchelli, che questa estate hanno iniziato una serie di studi in Val Gardena, su due percorsi, sia quelli riservati al downhill che quelli aperti anche ai pedoni. Sono stati mappati i sentieri e individuati i punti potenzialmente pericolosi, poi per effettuare i test sono stati collocati dei dispositivi di comunicazione su due diverse bici, una ferma e una in movimento, simulando la possibilità di una caduta o di punti in cui ci si ferma per la presenza di ostacoli sul percorso.

I risultati preliminari degli studi hanno riscontrato la fattibilità del progetto, visto che le tecnologie esistenti funzionano, ma andranno migliorate per ovviare al problema della perdita di comunicazione o del segnale GPS, che avvengono più di frequente in zone boschive. Le successive fasi della ricerca si concentreranno sullo sviluppo effettivo del dispositivo, con le varie fasi di sviluppo, design e creazione dell’interfaccia utente.

Un progetto in cui sta collaborando anche l’Università di Ulm, con l’ateneo tedesco che si sta concentrando sul miglioramento della geolocalizzazione, anche per segnalare in automatico la posizione in caso di incidenti.

L’aumento degli incidenti in mountain bike sulle montagne italiane
Il numero di ciclisti che utilizzano la mountain bike per escursioni in quota è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni e un maggiore traffico sui sentieri di montagna ha causato anche un aumento degli incidenti tra ciclisti ed escursionisti a piedi.

Infatti le caratteristiche dei sentieri montani, con percorsi stretti e accidentati, rendono molto più difficile guidare le bici e possono rivelarsi molto pericolose per i meno esperti. La situazione è certificata dai dati del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino, che mostrano come gli interventi effettuati sul territorio di competenza sono stati 244 nel corso del 2023, un numero in crescita rispetto al periodo precedente, in cui erano stati 221.

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