Un cammino ispirato da un ricco padre di famiglia che prima dell’anno Mille decise di prendere i voti. Boschi, eremi e borghi intatti.
Il cammino del Cilento
(da Sapri a Palinuro: con San Nilo alla ricerca del monachesimo italo-greco)
a cura di Terre di Mezzo Editori
(pubblicato su corriere.it il 3 agosto 2023)
Quando si dice Cilento molte sono le cose che vengono in mente: il mare di Palinuro, il verde del parco nazionale, la dieta mediterranea patrimonio Unesco, le tradizioni ancora vive e l’ospitalità dei piccoli borghi…
È in questa parte della Campania che nell’Alto Medioevo fiorì un’importante comunità monastica, ed è qui che incontriamo il ricco padre di famiglia Nicola Maleinos che intorno al 940 scelse di prendere i voti, adottando per la sua nuova vita il nome di Nilo, l’asceta e santo vissuto nel V secolo. Una scelta difficile, che gli costò la fuga dalla nativa Rossano per sottrarsi al divieto per gli uomini sposati di prendere i voti.
Nilo e la stima dell’imperatore
Il Cammino ricostruisce le peregrinazioni di questo monaco che, pur trascorrendo gran parte della sua esistenza in completa solitudine, era tanto stimato da essere consultato da diverse autorità dell’epoca, come l’imperatore di Germania Ottone III.
Sulle tracce del monachesimo italo-greco
Lungo la strada si incontrano anche numerose testimonianze del monachesimo italo-greco, e a Nilo si affiancano altre figure illustri, come quella del suo maestro san Fantino: i resti di una chiesa a lui dedicata si trovano proprio al termine della prima tappa, che volge le spalle al mare di Sapri per inoltrarsi tra i boschi.
Da qui il percorso si snoda nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, incontrando le cascate dell’oasi Capelli di Venere percorrendo il Sentiero Valle della lontra da Casaletto Spartano a Morigerati. Si prosegue verso Caselle in Pittari, soffermandosi all’eremo di San Michele, ricavato da due grotte naturali, dove i monaci bizantini fondarono una comunità.
Nilo, dal monastero verso la santità
Altra importante sede per il monachesimo italo-greco è il paese di Rofrano, da cui un’escursione può portare al santuario del monte Gelbison.
Si continua tra i boschi e il verde toccando i borghi di Laurito e Montano Antilia, per approdare a San Nazario nel cui monastero (oggi ne restano poche tracce) san Nilo prese i voti, cominciando da qui la sua esistenza eremitica, fatta di privazioni e rinunce estreme che presto gli valsero la fama di santità.
L’ottava e ultima tappa ci porta di nuovo al mare, a Palinuro, dopo aver compiuto un arco di 104 chilometri, da costa a costa.
La tappa da non perdere
La settima, con due luoghi legati a san Nilo – l’abbazia di Santa Cecilia e San Nazario – e l’autenticità dei borghi di Futani e Cuccaro Vetere.