Il Sentiero dei Cacciatori – 1

di Beppe Ley
(pubblicato su camoscibianchi.wordpress.com l’11 novembre 2020)

E’ stato lungo il percorso che ci ha fatto scoprire il sorprendente Vallone di Crosiasse in Val d’Ala (Valli di Lanzo).

Abbiamo iniziato nel 2014 parlando del ripristino del sentiero 241, danneggiato ed impraticabile a causa di eventi meteorologici distruttivi. Poi nel 2018 siamo stati sulla vì dla lòbia (la via del balcone), ardito ed incredibile sentiero storico di pietra che percorre la destra orografica del Vallone. Mancava un altro tassello per placare la nostra curiosità escursionistica, ovvero quel sentiero dei cacciatori che dovrebbe iniziare da Case Belfè, ma si sa, gli amanti delle doppiette fanno di tutto per occultare le partenze dei loro percorsi di caccia… quindi non deve essere facile reperirlo! Così mi disse un valligiano qualche tempo fa. Pensate come iniziò a viaggiare l’immaginazione… Esiste quindi una via che percorre la sinistra orografica di Crosiasse? Ovvero il versante di destra salendo da Bracchiello col sentiero 241?

La “porta” del Vallone di Crosiasse. Siamo a 1107 m sul sentiero 241

Dovete partire da Bracchiello mi scrive con mail Marco Gozzano allegandomi la traccia satellitare. Partenza ed arrivo dalla piazza di Bracchiello, in senso orario.

Siamo a fine ottobre, in uno dei periodi più belli per entrare nel Vallone di Crosiasse. Seguiamo il 241 che parte da Bracchiello 890 m e dopo due ore usciamo dal bosco lasciandoci alla nostra destra i ruderi di una baita in pietra. Appena entrati nel vasto pascolo di Pian Peccio, abbandoniamo alla nostra sinistra il picchetto segnavia per piegare verso nord fino a quando non incrociamo una traccia molto evidente che arriva dalle casere di Pian Peccio di sopra 1510 m, a ovest da noi. La seguiamo verso est per pochi minuti fino ad incontrare una piccola baita in pietra e un piccolo rio, affluente del Rio Crosiasse. Siamo nel punto iniziale del Sentiero dei Cacciatori, a 1500 metri di altezza. Esattamente sopra di noi, a nord, si trova il Monte Pellerin 1853 m.

La parte iniziale del Vallone di Crosiasse è stretta ed incassata. Il sentiero costeggia l’omonimo Rio attraversandolo due volte.
Risalendo il Vallone di Crosiasse 1190 m c.
A Pian Peccio si abbandona il sentiero 241 lasciando alla sinistra il picchetto segnavia. Da qui in 5 minuti di marcia si raggiunge la piccola baita con il rio da guadare.
La traccia (direzione est) che porta alla baita dove inizia il Sentiero dei Cacciatori.
Qui si guada e poi comincia il Sentiero dei Cacciatori che si inoltra nel bosco.

Da qui in poi iniziamo la nostra escursione nell’ignoto seguendo, grazie al GPS, tracce nel bosco che ogni tanto tendono a perdersi. Non ci sono bolli segnavia e nemmeno ometti di pietra. Dal guado, dove la traccia sfuma, il percorso va in direzione est per circa 200 metri di lunghezza e poi segue il versante sinistro orografico del Vallone di Crosiasse (spartiacque Val d’Ala – Val Grande), in direzione sud-est. Da questo cambio di direzione in avanti, osservando la carta escursionistica, si può notare che la traccia si trova a metà sia dal fondovalle (300 metri più in basso) e sia dalla cresta congiungente il Monte Pellerin con il Monte Rosso 1780 m, 300 metri più in alto. Lo possiamo quindi considerare un sentiero balcone che scende, con pendenza impercettibile, fino al colletto di quota 1428 metri (1h e 30 min. dalla quota 1500 m), punto importante perché da qui la traccia piega decisamente verso est, entrando in Val d’Ala (versante Monte Rosso – Colle Rivalsa, 1318 m, valico a est di Case Belfè, 1160 m, diventa sensibilmente più ripida e si rinvengono delle tacche rosse (inizialmente abbastanza frequenti ed evidenti) che ci condurranno fino a Case Belfè, dove si incrocia la strada sterrata che arriva da Bracchiello.

Dopo il guado si prosegue nel bosco in direzione est per circa 200 metri di lunghezza.
Ogni tanto si incontrano delle pietraie che non creano problemi di marcia. Qui stiamo progredendo in direzione sud-est sul versante compreso tra il Monte Pellerin e il Monte Rosso.
Estratto della carta digitale Fraternali Editore n. 8 (Valli di Lanzo). In giallo il giro ad anello con partenza da Bracchiello (890 m, fraz. di Ceres) effettuato in senso orario il 31 ottobre 2020. Il Vallone di Crosiasse è un vallone laterale della Val d’Ala, situato tra Ala di Stura e Ceres.

 

Estratto della carta digitale Fraternali Editore n. 8 (Valli di Lanzo). La linea gialla è la traccia GPS del giro ad anello fatto in senso orario. In alto è indicato in nero la partenza del Sentiero dei Cacciatori (piccola baita e guado). Attenzione che la linea rossa che incrocia il nostro sentiero non è il percorso attualmente dotato di segnaletica ufficiale del 241 (Bracchiello – Colle d’Attia).. Il 241 con segnavia passa a ovest (vedere la linea blu qui)

Per un’ora circa, dalla piccola baita di Pian Peccio con il rio da attraversare, si marcia, con alcuni tratti disagevoli, in boschi talora particolarmente fitti che però in questa stagione fanno filtrare molta luce, potendo così osservare, di tanto in tanto, soprattutto grazie ad alcuni punti esposti, panorami interessanti sull’alto Vallone di Crosiasse con il Colle omonimo 1809 m, sugli scoscesi versanti del Monte Plù 2196 m, sul Monte Doubia in lontananza 2463 m e poi anche sul versante nord della Val d’Ala, nel tratto Monte Rosso d’Ala 2764 m – Testa Pajan 1856 m. Ma soprattutto sulla destra orografica di Crosiasse dove passa la vì dla lòbia, potendo così scattare delle foto con dettagli interessanti su questo sentiero affascinante. In alcuni punti si incontrano delle pietraie dove però si cammina agevolmente. Su questo tratto, riusciamo anche ad individuare i tetti in losa (tegole di pietra) delle baite di Pian Peccio di sotto 1367 m, punto terminale della vì dla lòbia. Quest’ultima comincia da un’arditissima scalinata in pietra che si tuffa – letteralmente – nel Vallone di Crosiasse dalla Cresta della Scuola del Monte Plù, storica palestra di arrampicata esplorata a suo tempo dalla “Gerva“. Terminata la prima ora di cammino da Pian Peccio, incontriamo una pietraia estesa che spalanca il panorama. Qui è suggerita la sosta 1440 m dove potersi godere con tutta calma il paesaggio, molto remunerativo .

La destra orografica del Vallone di Crosiasse. In alto a destra si vede il Monte Doubia 2463 m e subito alla sua sinistra il Monte Plù 2196 m, nei loro versanti esposti a est.
La traccia di sentiero nel bosco, in direzione del colletto 1428 m. Siamo a circa 1480 metri.
Zoom sull’alto Vallone di Crosiasse. In basso si intravedono le baite di Pian Peccio di sopra 1510 m mentre in alto, sfiorate dal ramo in primo piano, quelle dell’Alpe Crosiasse 1786 m, dominato dal Monte Doubia 2763 m, visibile in alto a sinistra.
In alcuni tratti del percorso a mezzacosta, prima del colletto, il bosco tende a diradarsi rendendo più agevole il cammino.
I tetti in losa della baite di Pian Peccio di sotto 1367 m sono visibili al centro della foto, immersi negli alberi (cliccarci sopra per ingrandirla).
Cliccate sulla foto per identificare agevolmente alcuni punti importanti del Vallone di Crosiasse (visualizzazione immagine ad alta definizione e ingrandibile; suggerita l’apertura con Google Drive).
Siamo a circa 1450 metri di quota e qui il panorama si spalanca verso la Val d’Ala con il Monte Rosso d’Ala 2764 m, leggermente innevato, Punta Lusignetto 1952 m alla sua sinistra con i sottostanti impianti del comprensorio sciistico di Pian Belfè – Karfen. A sinistra si individua Testa Pajan 1856 m con i zig-zag della strada sterrata che arriva fino all’Alpe del Conte 1767 m. Alle spalle di Testa Pajan si intravede la Rocca Moross 2134 m, sullo spartiacque Val d’Ala – Val di Viù.
In primo piano la cresta Est del Monte Plù 2196 m che precipita nel Vallone di Crosiasse. L’ultima diramazione rocciosa a sinistra è la Cresta della Scuola. Tra i 1200 – 1300 metri di altitudine passa la vì dla lòbia. Cliccare sulla foto per i particolari (in rosso è indicata approssimativamente la vì dla lòbia).

 

La foto precedente è stata scattata nel punto panoramico 1450 m; pietraia) indicato sulla linea gialla a sinistra del Monte Rosso. La linea blu è la vì dla lòbia. La magnifica e stupefacente scalinata in pietra si trova esattamente al suo inizio (dove è indicato “1417”). Estratto della carta digitale Fraternali Editore n. 8 (Valli di Lanzo).

Ripresa la marcia, si raggiunge, in dieci minuti di cammino su terreno costituito soprattutto da pietre ed erba, un punto molto panoramico 1434 m dove troneggia la vetta del Monte Rosso d’Ala. E’ un ambiente prevalentemente roccioso questo, che consente di superare la prima delle due dorsali che dal Monte Rosso precipitano nel Vallone di Crosiasse. Qui emergono le vette imbiancate della testata della Val d’Ala (confine con la Savoia), nel tratto Monte Servin 3109 m – Croce Rossa 3566 m. La Cresta della Scuola è sempre più evidente in tutto il suo sviluppo e non rimane che sbalordirci pensando alle abilità dei vecchi montanari nel vincere le asprezze della montagna, grazie alla loro caparbietà e ingegnosità nel costruire vie anche in punti scabrosi che, di primo acchito, parrebbero improbabili da superare affidandosi esclusivamente alle gambe. Qui, addirittura, è stata costruita una scalinata con pietre a secco che scende nel vuoto in cinque rampe con quarantanove ampi gradini!

Pietraia a 1450 metri, gradevole punto di sosta dove far spaziare lo sguardo.
Il punto molto panoramico a dieci minuti dalla pietraia dove abbiamo sostato. All’orizzonte si staglia la mole del Monte Rosso d’Ala 2764 m.
La Cresta della Scuola inizia nei pressi dalle baite di Fugias 1170 m c., nel fondovalle del Vallone di Crosiasse. Poco sotto il suo culmine (nella foto in alto a destra), si trova la scalinata in pietra.

Punto sommitale della Cresta della Scuola (zoom della foto precedente). Ingrandendo l’immagine (cliccateci sopra) si nota la stupenda scalinata in pietra dalla vì dla lòbia, situata nell’evidente intaglio.

La Cresta della Scuola era frequentata dagli alpinisti della Scuola Gervasutti. Per i vecchi montanari non c’erano difficoltà insormontabili nei loro orizzonti di vita, nemmeno in ambienti severi ed impervi.

(continua)

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