di Stefano Michelazzi e Gianfranco Gionny Selvadek De Giacomi
Come è andata?
di Stefano
Abito qui in zona da ormai nove anni e ho girato e rigirato in lungo e in largo il territorio dell’Alto Garda bresciano.
Un territorio del quale ho immediatamente intuito le potenzialità sia da un punto di vista alpinistico che ovviamente escursionistico. Collegando l’Alto Garda poi, alla limitrofa Vallesabbia, che arriva fino alle propaggini meridionali del Gruppo Adamello, il gioco diventa quasi infinito. Un territorio sfruttato (mamma mia che brutto termine…!) da un punto di vista alpinistico molto poco.
Qui le salite più interessanti si devono a Tiberio Quecchia che vi tracciò itinerari anche molto hard, a Ugo Mariani esploratore instancabile e ad Alberto Tonoli ideatore di moltissime linee sulle pareti gardesane.
Proprio Alberto, un giorno che assieme al Presidente del CAI Salò, tracciavamo un nuovo sentiero di approccio alle pareti delle Marmere, mi disse: “Ma perché dove saliva la vecchia ferrata (un tentativo di attrezzatura maldestro e pericoloso che i miei colleghi dismisero su direttiva regionale tre o quattro anni fa) non ci fai tu una bella via?”.
Negli ultimi anni ho attrezzato diverse vie alpinistiche, su una parete all’apparenza poco interessante (Parete di Sanico) ma che si è dimostrata invece estremamente attraente e che vede oggi decine e decine di ripetitori, i quali spesso tornano più volte a ripetere le vie, grazie alla qualità della roccia, completamente diversa da altre zone gardesane e che ricorda molto da vicino le bianche pareti calcaree della Paklenica.
Guardo la linea, lo roccia è spettacolare… “Ci penso dai…”
Poco tempo dopo mi ritrovo appeso con La Leo (la mia compagna di vita e, spesso, di “scorribande”) ad accarezzare le placche lisce e rugose della parete delle Marmere. Quattro lunghezze di corda prendono vita, poi il temporale. Si riscende, rimandando il progetto alla prossima occasione.
Il diavolo fa le pentole ma i coperchi li fa il fabbro… e qui di fabbri ce ne sono stati diversi… prima un periodo piovoso che non ha permesso minimamente di avvicinarsi alla parete, poi… il CoViD-19 e il blocco delle attività…
Passano i mesi a questo punto, ma non dimentico certo la nuova salita da terminare. Poco dopo la riapertura delle attività finisco un lavoro che mi era stato commissionato mesi prima e poi… pronti a terminare la nuova via!
Ed il meteo? Accidenti! Durante la chiusura il tempo era splendido, ora bisogna trovare il momento giusto altrimenti acqua ancora… La Leo col lavoro non può mollare quando le pare perciò, mi dice altruisticamente di trovare qualcun altro per finire il lavoro già cominciato assieme… un po’ mi spiace, sarebbe bello terminare con lei ciò che abbiamo cominciato tanto tempo fa e che nei giorni di clausura abbiamo immaginato, ma alla fine la voglia di terminare prende il sopravvento e…
Gionny Selvadek (soprannome di “battaglia”) è stato un mio cliente ed è molto bravo. Persona colla quale mi piace condividere molte cose, oltre alla passione per i monti.
Un po’ è titubante, per lui è la prima esperienza di questo tipo, ma lo rassicuro e alla fine (neanche troppo difficile farlo accettare…) mi dice di sì.
E così il 30 maggio 2020 la parete è solcata da un nuovo itinerario su belle placconate grigie d’aderenza, una sezione centrale più verticale su fessura da urlo ed una sezione finale un po’ più articolata ma non meno interessante, anzi…
Alla sera ci fermiamo nella solita birreria e, nel giardino davanti a due belle e meritate birre, ci avvolge pungente il profumo dei gelsomini. Il resto è storia, anzi la storia scritta da Gionny.
Così!
di Gionny
Venerdì 29 maggio 2020
Mi trovo sul lago di Garda, in un bar nei pressi di Toscolano Maderno, insieme a un amico che mi ha invitato a condividere un suo progetto precedentemente iniziato: una via di arrampicata.
Personalmente nella completa onestà gli esprimo i miei dubbi, comunicandogli che forse ha scelto il socio meno idoneo per una cosa del genere, ma lui insiste dicendomi: ”Vedrai Gionny che sicuramente te la caverai benissimo!”.
Queste sue parole mi rassicurano, ma il mio timore rimane. Mentre sorseggiamo le nostre birre arriva un suo collega, accompagnato da una cliente.
Parliamo di vie, di arrampicate, di progetti, di varie cose, mentre il tavolo si riempie di aperitivi pirlo (Pirlo è l’aperitivo bresciano per antonomasia (non chiamatelo mai spritz…, NdR).
Le parole si perdono nell’aria mentre l’alcol comincia a prendere il sopravvento. Un giro, due giri, tre giri… fino a non riuscire più a tenere il conteggio.
La cosa buffa è che io e il mio socio dobbiamo andare a dormire al rifugio, guarda caso al rifugio Pirlo (così, tanto per rimanere in tema alcolico). Comunque dopo qualche ora di festa tra amici, ci congediamo e prendiamo la strada per raggiungere il rifugio, dove arriviamo in tarda serata.
Sabato 30 maggio 2020
Ore 6.30, il cielo è nuvoloso con debole pioggia. Personalmente sono contento della situazione meteo, cosi posso tornare tranquillamente a letto. Intanto facciamo colazione, poi valuteremo!
Ma, mio malgrado, le condizioni meteo migliorano in fretta (peccato, addio riposo). Il socio mi dice: “Gionny andiamo!”.
“Beh, andiamo, siamo venuti per questo…”. Mento alla grande, perché sarei ritornato volentieri alla branda.
Camminiamo per circa mezz’ora e mi ritrovo all’attacco della via che il socio vuole completare (sono mesi che aspetta, aveva già salito qualche tiro con la sua compagna, ma poi la pandemia ha fermato tutto e tutti).
Ci prepariamo, lo assicuro mentre lui sale tranquillamente fino alla prima sosta.
Ora tocca a me, calzo le scarpette e inizio a salire, mentre la testa mi gira a causa del pomeriggio precedente, alquanto alcolico. La concentrazione fatica ad arrivare mentre l’ansia mi picchia sulle spalle facendomi piano piano prendere coscienza di dove mi trovo.
Un successivo tiro e inizio a concentrarmi facendomi salire abbastanza disinvolto, mentre timide emozioni mi scorrono nel cervello, comincio a divertirmi. Passa il tempo e, tiro dopo tiro, proseguiamo verso l’alto. Nel frattempo il cielo si è fatto nuovamente nuvoloso… speriamo non piova come stamani a colazione.
I tiri di corda si susseguono e infine usciamo dalla via, una stretta di mano per la salita appena conclusa, dopodiché ci incamminiamo verso la piccola cima delle Marmere. Le emozioni che inizialmente giravano nella testa esplodono e nonostante la stanchezza mi creano sensazioni di benessere: ho conseguito un obiettivo che non pensavo nemmeno lontanamente fattibile e che mi fa sentire intimamente soddisfatto.
Mi ritrovo la sera sdraiato sul divano, pensando alla giornata, stanco morto e con gli occhi che si chiudono, ma con una gioia addosso che solo chi ama veramente la montagna può capire. Grazie Stefano.
Parete delle Marmere
Il profumo dei gelsomini
360 metri circa. Difficoltà: V e VI, 1 passaggio di VI+.
Stefano Michelazzi, Eleonora La Leo Lavo, Gianfranco Gionny Selvadek De Giacomi.
Terminata il 30 maggio 2020 dopo arresto CoViD-19… che ha fermato tutto e tutti…
A proposito la via è già stata ripetuta e devo dire che il commento è stato più che entusiasmante… bella soddisfazione, no…!?