I primi provvedimenti in direzione della metropoli «meno frenetica» indicata da Palazzo Marino.
Milano, trenta all’ora, Ztl, movida controllata
(i segnali della città che vuole rallentare)
di Maurizio Giannattasio
(pubblicato su milano.corriere.it il 21 ottobre 2023)
Sono le prime declinazioni della città che rallenta: il divieto di ingresso alle auto dei privati nel quadrilatero, l’allargamento ad altri pezzi di centro storico, l’aumento del ticket di Area C per limitare le entrate nella Cerchia dei Bastioni, la città a 30 km all’ora, le ordinanza contro la malamovida. E ancora le nuove ciclabili, l’obbligo di sensori per l’angolo cieco, le telecamere da posizionare vicino alle scuole come deterrente alla velocità. Pezzi di un mosaico che si va componendo e che indica un nuovo corso anche politico di una città che vuole modificare i suoi fondamentali e lo intende fare in maniera graduale.
Non un compito facile quello che si è assunto il sindaco Beppe Sala, accerchiato da due lati. Da una parte il centrodestra che vede come il fumo negli occhi ogni limitazione del traffico privato e grida alle mani nel portafoglio ogni volta che viene deciso un aumento, sia quello di Area C, sia quello del biglietto dei mezzi pubblici. Dall’altra, il mondo ambientalista che pur fa parte della sua maggioranza, ma che vorrebbe scelte più radicali e coraggiose, lamentando scarsa trasparenza sui dati del traffico e dell’inquinamento.
Una strada stretta che è fatta di tanti piccoli pezzi. Proviamo a rimetterli insieme. Il primo segnale è arrivato a luglio, con una maxidelibera che poneva le basi di quello che sta succedendo in autunno. L’obbligo, prima città in Italia, di installare un sensore sull’angolo cieco dei mezzi pesanti è scattato il due ottobre. Sempre per salvaguardare la sicurezza dei ciclisti sono arrivate alle conclusione i lavori due ciclabili ritenute strategiche: i quasi cinque chilometri che si sviluppano lungo il Naviglio Pavese, partendo dalla Darsena fino alla fine del territorio del comune e la pista di via Monte Rosa.
Tornando alla maxidelibera tra qualche giorno, e per la precisione dal 30 ottobre, scatterà l’aumento del ticket per Area C. Si passa da 5 a 7,5 euro, mentre quello per i veicoli d servizio passerà da 3 a 4,50 euro. Sempre nello stesso documento sono state poste le basi per il divieto di ingresso nel Quadrilatero della moda. Adesso c’è anche un’indicazione sui tempi. Entrerà in vigore nel primo semestre dell’anno prossimo. Manca invece una data per quanto riguarda un altro provvedimento che va nella stessa direzione di limitare gli ingressi nella Cerchia: l’estensione di Area C anche durante il week end.
Ieri sera (20 ottobre 2023) si è messa alla prova un’altra tessera del mosaico che potrà essere replicata in altre zone della città. Sono entrate in vigore per trenta giorni le nuove regole contro la malamovida nelle aree di via Melzo, Lazzaretto e Porta Venezia-Oberdan. L’ordinanza prevede il divieto di vendita e asporto di alimenti e bevande di qualsiasi tipo, alcoliche e analcoliche, e di utilizzo dei dehors per qualunque attività dall’1 e 30 alle 6 nelle serate di venerdì su sabato e di sabato su domenica e dalla mezzanotte alle 6 nei giorni feriali. Se dovesse fare i suoi frutti riducendo i disagi dei residenti (nella sola via Lecco si contano 80 locali) potrà essere allargata ad altre zone calde della vita notturna milanese. Intanto si va avanti sulla ztl dell’Isola, altro luogo del divertimento notturno. L’ordinanza è stata firmata, si stanno cambiando i cartelli stradali e a primavera arriveranno le telecamere.
Adesso tocca a Palazzo Marino rimettere insieme i tanti pezzi rendendo i provvedimenti organici e coerenti, magari facendoli combaciare con quei due interventi giganteschi che sono la fine dei lavori per la metrò 4 nel 2024 e l’arrivo dei 300 bus elettrici.
Il commento
di Carlo Crovella
Se vogliamo cercare almeno di rallentare il degrado ambientale, al fine di garantirci la sopravvivenza, dobbiamo entrare nello schema mentale che ciascuno di noi dovrà fare dei sacrifici. Anche nella spicciola quotidianità.
Invece se non possiamo girare in auto nel centro cittadino (specie della grandi metropoli) si alzano cori di proteste insofferenti.
Non frequento Milano da un bel po’, nemmeno in giornata, perchè da buon bougianen torinese la metropoli meneghina non mi ha mai affascinato. Non ho quindi un’idea diretta della bontà o meno di queste decisioni comunali. Tuttavia il muro aprioristico che viene sempre innalzato a ogni ipotesi di “contingentamento” costituisce, oggi come oggi, la principale difficoltà a concretizzare manovre di rispetto ambientale.
A quello che dovrebbe essere l’obiettivo prioritario (salvare l’ambiente per salvare noi stessi) si contrappongono interessi corporativistici, in genere di stampo consumistico.
Vale lo stesso per gli sciatori di pista, per i frequentatori dei rifugi-alberghi (con docce calde, cucina stellata e apericena arricchito dalle cubiste), per gli alpinisti che esigono cartellonistica, spit, tacche colorate…
Tutto e subito, business, dané: finché dominano questi concetti siamo ben distanti dal rispetto ambientale. Speriamo di avvicinarsi, giorno dopo giorno.
Dobbiamo convincervi che “rallentare” dovrà diventare la parola d’ordine di tutta l’umanità.
Milano ha vissuto e vive drogata e come ogni tossicodipendente o muore o si deve disintossicare.