Un report FormezPa “racconta” la scelta da parte di alcuni territori di affrontare “uniti” la sfida dello sviluppo.
Nuovi brand e nuovi trend
(le aree interne scommettono sul riscatto turistico)
Redazionale de La Stampa
(pubblicato su lastampa.it del 7 gennaio 2023)
Accoglienza, informazione, marketing territoriale, nuovi brand e nuovi trend… le aree interne “ripartono” dal turismo, consapevoli dell’importanza dei saperi e gli strumenti della modernità, leve per la valorizzazione della tradizione.
In generale, il turismo è carattere dominante dei programmi delle 72 aree che partecipano alla Strategia nazionale per le aree interne, inteso come elemento per il rilancio dei territori. Tra promozione turistica, accoglienza e formazione, gli interventi in SNAI dedicati a questo settore interessano un totale di 220 comuni, per 103 progetti complessivi e un finanziamento di 86 milioni di euro. La maggior parte degli interventi (poco più del 40%) riguarda la realizzazione di strutture e infrastrutture tra siti museali, centri visita, rete dei sentieri, percorsi di mountain bike e ciclovie.
Parole chiave: mettere a terra una fitta rete di sinergie per affrontare le nuove sfide del futuro. L’imponente azione di programmazione, infatti, è stata messa in piedi grazie all’insieme di alleanze che ha coinvolto, in varia misura, enti locali, organizzazioni territoriali di natura privata, imprenditori e sindacati del settore turistico, con la stipula di accordi per la gestione associata di servizi a supporto della domanda e offerta di ricettività. Contraddistinti da ricchezze naturali e culturali che rendono questi territori unici e attrattivi allo stesso tempo, le aree oggetto degli interventi racchiudono un patrimonio diffuso, radicato in contesti per loro natura policentrici, con deboli dotazioni infrastrutturali e segnati da un pluridecennale declino demografico. Come valorizzare questa miniera di risorse? Attraverso il coinvolgimento delle comunità e il rafforzamento della governance territoriale.
Di queste 72 aree, 13 hanno infatti scelto di affrontare la sfida in forma associata. E lo hanno fatto, anche grazie al progetto frutto della collaborazione tra il Dipartimento della Funzione Pubblica e il FormezPA “La Strategia nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali”: la SNAI prevede che l’impegno ad attuare le strategie proposte sia supportato dalla volontà di collaborare, dimostrata dall’avvenuta sottoscrizione di accordi formali tra gli enti coinvolti (siano essi comuni, o unioni di comuni). Politica turistica, dunque, come fattore di integrazione di sistema che dà senso e migliora l’erogazione dei servizi essenziali nelle aree interne, rafforzandone la capacità amministrativa e la crescita economica. E’ questa la chiave di lettura del report La governance del turismo nelle strategie delle aree interne appena pubblicato a cura di Formez Pa, che fornisce una nuova e possibile prospettiva attraverso cui interpretare la gestione turistica a scala comunale, come elemento di integrazione e coordinamento fra politiche e attori, istituzionali e privati. La ricerca ha per oggetto la programmazione e gestione degli interventi turistici nelle aree interne con una focalizzazione sulle tredici aree che hanno scelto di gestire il settore in forma associata.
Queste tredici aree si sono dotate di un proprio schema organizzativo specifico per le politiche turistiche, stipulando accordi per la gestione associata dei servizi a supporto della domanda e offerta di ricettività, una materia che presenta elementi di utilità nella tessitura di azioni strategiche per il rilancio dei territori di margine. I servizi turistici sono, da un lato, una declinazione esplicita della, spesso ancora solo potenziale, vocazione territoriale e, fatto ancora più importante, uno strumento che al pari di altre politiche di sviluppo locale può aiutare l’integrazione intersettoriale e tra attori diversi. “E’ questa l’essenza del nostro lavoro – afferma Clelia Fusco, responsabile per FormezPA del progetto – volto ad accompagnare i piccoli Comuni delle aree interne in un percorso teso a rafforzare sinergie e governance, perseguendo l’obiettivo della realizzazione dei progetti previsti nell’ambito di SNAI”.
Delle 13 aree interne che hanno deciso di puntare sul turismo nell’ambito di SNAI, il programma che coinvolge più comuni (33 in totale), è quello della Valle Bormida in Piemonte, con sei progetti per un finanziamento di circa 6,1 milioni, con un occhio puntato alla promozione delle risorse paesaggistiche e culturali presenti nell’area. Sempre in Piemonte, anche l’area interna della Val di Lanzo in cui insistono 19 comuni: con 7 progetti, per un importo complessivo di 6,1 milioni, verranno attivate azioni di valorizzazione dell’offerta turistica locale, di marketing territoriale e di marketing turistico.
Due i programmi per la Lombardia e cioè quello dell’Area interna Alto Lago di Como e Valli del Lario, che raggruppa 31 comuni delle provincie di Como e Lecco (che beneficeranno di un finanziamento di 7, 1 milioni per attuare 7 progetti per la creazione di un brand del territorio) e quello dell’Appennino Lombardo – Alto Oltrepò Pavese (14 comuni), in provincia di Pavia, che attiverà 7 progetti per 6,2 milioni.
Gli 8 comuni dell’Area interna Dolomiti Friulane (8 progetti e 3,3 milioni di finanziamento), in Friuli-Venezia Giulia, saranno impegnati anche nella promozione del commercio locale, attraverso lo Sportello unico per le attività produttive. Ancora al Nord, in Veneto, nei 7 comuni del territorio Spettabile Reggenza saranno attivati 5 progetti per 4,9 milioni. Tra le azioni previste anche grandi eventi e la partecipazione a fiere di settore.
Scendendo giù per lo stivale, si trovano i programmi dell’Area interna l’Appennino Emiliano, in Emilia-Romagna (7 comuni che beneficeranno di 4,6 milioni per 5 progetti) e di quella Ascoli Piceno, nelle Marche, che raggruppa 17 comuni dove saranno realizzati 14 progetti per 4,4 milioni. Risorse da utilizzare per la promozione dei musei, per studi e ricerche sul territorio, siti web, accoglienza e progettazione partecipata.
È al Sud il programma che gode dell’investimento maggiore: ben 24,8 milioni. In Puglia, nell’area dei Monti Dauni, che raggruppa 29 comuni, sono stati presentati 18 progetti per aumentare l’attrattività – sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo – del sistema dell’ospitalità, attraverso il recupero del patrimonio edilizio, nell’ottica di un ‘albergo diffuso’ sull’intera zona.
In Calabria, nel territorio del Versante Ionico – Serre (14 comuni), si punterà ad attivare un “marchio” d’area, con 10 progetti per 5,5 milioni. La Regione che raccoglie più programmi, tre in tutto, è la Sicilia. Nelle Madonie (21 comuni), sono previsti 2 progetti per 1,2 milioni per cinque ambiti di intervento legati al turismo: energie rinnovabili; risorse naturali e culturali; saper fare e artigianato; sistema agroalimentare; tutela del territorio. Nel Calatino, invece, in programma 8 progetti per 7,6 milioni per promuovere l’attrattività del territorio degli 8 comuni e rilanciarne l’immagine. Nell’Area interna Terre Sicane, infine, i 6 progetti per quasi 4 milioni hanno lo scopo di rilanciare lo sviluppo del territorio dei 12 comuni.
Il commento
di Carlo Crovella
Qualcosa si sta muovendo nel turismo outdoor. Ottima notizia, era tempo di andare oltre al modello dei grandi comprensori, dei mega condominii, dei villaggi stile Club Med. Ma questa storia di voler tirare fuori concetti (pseudo) “innovativi” come “brand” e “trend” mi mette un po’ sulla difensiva: non è che stiamo sostituendo un modello consumistico “vecchio” con un altro modello sì “nuovo”, ma sempre basata sui concetti consumistici? Attenzione a non finire nel detto gattopardesco: cambiare tutto per non cambiare niente. Il punto è, invece, cambiare davvero in profondità. Per ottenerlo, la variabile chiave è cambiare la mentalità dei turisti: se il turista continua ad aspettarsi la jacuzzi per il dopo gita, avere il Club Med o delle baite ristrutturate alla fine poco rileva