In questa primavera 2024 dal caldo anomalo, siamo andati alla ricerca di luoghi in cui trovare un po’ di ombra e frescura: è il caso della Riserva Naturale di Castelnuovo Scrivia, dove le chiome degli alberi forniscono riparo anche a quanti percorrono la pista ciclopedonale sulla riva del torrente.
Una fascia di natura protetta lungo la Scrivia
di Denise Giusto
(pubblicato su piemonteparchi.it il 16 aprile 2024, aggiornato)
Una fascia di natura protetta lungo la riva destra della Scrivia, di limitata estensione (circa 190 ettari), ma di grande importanza quale luogo di sosta per un gran numero di uccelli in viaggio. E’ la Riserva Naturale di Castelnuovo Scrivia, una delle Aree protette del Po piemontese.
“Riserva” dal 2019
La riserva è stata istituita di recente, solamente nel 2019, per tutelare il torrente Scrivia, che a Castelnuovo conserva una discreta naturalità, che contrasta col circostante contesto ambientale quasi esclusivamente agrario, destinato tradizionalmente alla coltivazione del mais, di altri seminativi irrigui e di pioppeti, che per lunghi tratti raggiungono le sponde del torrente. Si tratta di un’area tutelata che, con l’ampliamento di 152 ettari deliberato dalla Regione Piemonte nel marzo 2020, ha visto il raddoppio della sua estensione. Oggi la Riserva naturale Castelnuovo Scrivia è di oltre centonovanta ettari.
Vi trovano rifugio tante specie stanziali e di passo, come gli usignoli e i gruccioni dai molti colori. La Riserva conta infatti oltre 180 specie di uccelli. Tra quelle di maggiore interesse vi sono: l’occhione, specie nidificante sui greti, il succiacapre anch’esso molto mimetico, l’averla piccola, il martin pescatore, il nibbio bruno e il falco pecchiaiolo. L’area protetta ospita anche la rara orchidea Himantoglossum adriaticum, tutelata dalla Direttiva Habitat, e sono presenti, anche se in modo molto localizzato, due rare farfalle: la Licena azzurra del timo e la Polissena.
La Scrivia presenta ampie zone di greto, occupate da praterie aride e dagli arbusteti mesoxerofili di prugnolo (Prunus spinosa) e sanguinello (Cornus sanguinea). Lungo le sponde si trovano strette fasce di bosco ripario, con presenza di salice bianco (Salix alba), di pioppo nero (Populus nigra) e di pioppo bianco (Populus alba).
Attraversata la provinciale si imbocca la strada sterrata subito a sinistra del ponte. Si entra così nella Riserva, giungendo in breve alla confluenza del Torrente Grue. Dopo un chilometro di percorso leggermente discosti dal fiume, all’ombra del bosco ripariale (salici, pioppi bianchi e pioppi neri), si raggiunge un’ansa dove la Scrivia si concede alla vista.
Il “Parco dei neonati”
A sinistra, una breve variante conduce al Parco dei neonati: 1150 alberi messi a dimora, uno per ogni bambino nato a Castelnuovo (farnie, ciliegi selvatici, aceri campestri, frassini, carpini). Il comune, infatti, decise di aderire alla legge Rutelli fin dal 1992, anno in cui fu promulgata, con una piantumazione regolare. Ogni anno, in occasione della festa di San Giuseppe, si svolge la cerimonia di assegnazione del certificato anagrafico con indicato il numero dell’albero, la provenienza, la tipologia e l’esatta localizzazione nel parco dei neonati. Querce, frassini, aceri campestri, ciliegi selvatici e pioppi bianchi ombreggiano un’area in parte demaniale e in parte di proprietà comunale collocata all’interno della riserva naturale, mezzo chilometro a monte della confluenza con il Torrente Grue
Il torrente Scrivia
Il torrente Scrivia è un torrente “anomalo” con significative variazioni di portata. Le dimensioni dell’alveo in alcune zone ricordano davvero un fiume. Un torrente prezioso per gli uccelli: con il suo andamento sud-nord, la Valle Scrivia costituisce una via di transito ideale per le specie migratorie in transito fra il Mar Ligure e le Alpi. I numeri testimoniano il valore ambientale del torrente: sulla Scrivia sono state censite ben 244 specie, ossia il 50% di tutte le specie di uccelli presenti in Italia.
L’avifauna
Diffusi sono gli ardeidi, dal comune airone cenerino alle nitticore e al più raro airone rosso. Osservabili con relativa facilità sono la pavoncella, il cavaliere d’Italia e molte varietà di anatre, come il codone e il fischione.
La colorazione del piumaggio è l’elemento che facilita l’osservazione del martin pescatore e del gruccione. Proveniente dall’Africa a inizio estate, quest’ultimo è uso fare il nido nelle pareti d’argilla. Abitudini simili ha il topino, piccola rondine un tempo molto diffusa ma che oggi ha, proprio nella bassa Valle Scrivia, fra Castelnuovo e Alzano, una delle poche zone di nidificazione.
Una delle caratteristiche di maggior interesse della riserva naturale è l’estesa zona di praterie aride (denominate anche “gerbidi”), situata nel tratto meridionale. Una zona all’apparenza povera sotto il profilo naturalistico, in realtà ricca di elementi di pregio, a partire dalle farfalle.
La zona in questione ospita infatti specie rare, come Zerynthia cassandra e Maculinea arion. La prima è una specie precoce (vola proprio in questo periodo, tra aprile e maggio, per circa due settimane), molto localizzata, presente sulla Scrivia con pochi individui. Stessa condizione per Maculinea arion, che pur con una popolazione di pochissimi individui è molto importante dal punto di vista della conservazione. Il particolare ciclo biologico la rende infatti molto vulnerabile e, per tale ragione, è specie tutelata dalla Direttiva Habitat e considerata “Endangered” (in pericolo) dalla Lista rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature).
La zona dei gerbidi è anche il luogo ideale per osservare la lepre, Lepus eropaeus. Il nome lepre europea, o anche lepre comune, la contraddistingue dalla lepre variabile alpina. Comune lo è però solo di nome: un tempo diffusa in molte zone di pianura, la specie ha oggi ridotto in modo sensibile il suo areale e, proprio lungo la Scrivia, ha trovato una vera roccaforte di sopravvivenza.
Grande ricchezza vegetale
Particolarmente pregevole è la varietà vegetale lungo le sponde del torrente, che comprende sia specie arbustive e floreali che alberi di alto fusto. Biancospino, ligustro, equiseto, finocchio selvatico, fusaggine, luppolo, rosa canina e sanguinello arricchiscono il paesaggio con la loro profumata e colorata presenza durante la primavera e l’estate.
Un’attenzione speciale è riservata al gualdo, Isatis tintoria, un arbusto che ha svolto un ruolo significativo nella storia locale di Castelnuovo e dei suoi dintorni. Le foglie di questa pianta, utilizzate nel passato per produrre la tinta blu, sono state fondamentali per l’industria tessile, contribuendo alla creazione del celebre “blu dei blue jeans”. Sebbene sia scomparsa nel corso del Novecento, la specie è stata recentemente reintrodotta lungo la riva destra della Scrivia, a monte di Castelnuovo, preservando così un importante legame storico con il territorio.