I nuovi orsi bianchi

I “nuovi” orsi bianchi si abituano ai cambiamenti climatici e diventano resilienti alla riduzione dei ghiacci. Forse c’è ancora una speranza, come una fiammella in fondo al tunnel: la resilienza della Natura, la sua capacità di adattamento ai cambiamenti. Non buttiamola via: cambiamo noi per primi e riportiamo l’ambiente alla dimensione “naturale” (Carlo Crovella).

I nuovi orsi bianchi
a cura della Redazione di lastampa.it
(pubblicato su lastampa.it/ del 19 giugno 2022)

C’è ancora speranza per gli orsi polari minacciati dal riscaldamento globale. Lo dimostra il ritrovamento in Groenlandia di centinaia di esemplari appartenenti a una sottopopolazione finora sconosciuta che si è adattata a vivere in un habitat paragonabile a quello che sarà l’Artico alla fine del XXI secolo per effetto dei cambiamenti climatici.

Una scoperta che è come un’istantanea dal futuro, pubblicata sulla rivista Science da un team internazionale guidato da Kristin Laidre dell’Università di Washington.

I ‘nuovi’ orsi bianchi sono stati individuati grazie al fiuto dei cacciatori indigeni e all’occhio dei satelliti nella parte sud-orientale della Groenlandia, dove si stima che siano rimasti isolati per diversi secoli, chiusi tra le montagne e i fiordi.

«Volevamo esaminare questa regione perché non sapevamo molto degli orsi polari nel sud-est della Groenlandia, ma non ci saremmo mai aspettati di trovare una nuova sottopopolazione», afferma Laidre. «Sapevamo da documenti storici e conoscenze indigene che c’erano alcuni orsi nella zona. Semplicemente non sapevamo quanto fossero speciali».

«Sono la popolazione di orsi polari geneticamente più isolata del pianeta», precisa Beth Shapiro, genetista dell’Università della California a Santa Cruz e ricercatrice presso l’Howard Hughes Medical Institute. «Sappiamo che questa popolazione ha vissuto separatamente dalle altre per almeno diverse centinaia di anni e che per tutto questo tempo ha avuto piccole dimensioni».

A causa della particolare conformazione del territorio, questi orsi hanno accesso al ghiaccio marino solo per quattro mesi all’anno, tra febbraio e fine maggio. Per cacciare le foche, dunque, si sono adattati ad usare come piattaforma i blocchi di ghiaccio d’acqua dolce che si distaccano dalla calotta glaciale della Groenlandia.

«In un certo senso, questi orsi ci danno un’idea di come potrebbero comportarsi gli orsi della Groenlandia nei futuri scenari climatici – aggiunge Laidre – Le condizioni del ghiaccio marino nel sud-est della Groenlandia oggi assomigliano a quelle previste per la Groenlandia nord-orientale entro la fine di questo secolo».

Secondo i ricercatori è plausibile che questi ghiacciai d’acqua dolce che confluiscono nel mare possano diventare dei ‘rifugi climatici’ per gli orsi polari. Però, sottolinea Kristin Laidre, bisogna fare molta attenzione a trarre delle conclusioni, perché il ghiaccio d’acqua dolce che consente la sopravvivenza degli orsi della Groenlandia sudorientale non è particolarmente disponibile nel resto dell’Artico.

«Se ci preoccupiamo della sopravvivenza della specie, allora sì, le nostre scoperte sono promettenti: penso che ci mostrino come alcuni orsi polari potrebbero persistere nonostante il cambiamento climatico, ma non credo che l’habitat dei ghiacciai sosterrà un numero enorme di orsi polari. Non ce n’è abbastanza. Ci aspettiamo ancora di vedere un forte calo degli orsi polari in tutto l’Artico a causa del cambiamento climatico».

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