Lupo ucciso in Trentino a colpi d’arma da fuoco

La Provincia di Trento: «La convivenza necessita di regole, senza i singoli agiscono da soli». Ma l’Enpa attacca: «Atto gravissimo e vigliacco. Saremo parte civile contro chi ha sparato».

Lupo ucciso in Trentino a colpi di arma da fuoco
(è il primo caso da 13 anni)
a cura della Redazione di corriere.it
(pubblicato su corriere.it/animali il 17 febbraio 2023)

Un lupo è stato ucciso in Trentino. Il suo corpo senza vita è stato rinvenuto nella giornata di giovedì in località Castel Penede di Nago Torbole. Non si è trattato di un investimento accidentale, come si era ipotizzato in un primo tempo. L’autopsia sulla carcassa dell’animale ha stabilito che ad ucciderlo è stato un colpo di arma da fuoco. Di conseguenza siamo di fronte all’azione di un bracconiere.

È il primo caso di un lupo ucciso volontariamente in questa regione da quando 13 anni fa era stato registrato il suo ritorno nei boschi e sulle montagne. L’esemplare era stato recuperato dal Corpo forestale trentino, dopo la segnalazione della locale Sezione cacciatori.

Si rendono ora necessari gli approfondimenti a cura dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie – riferisce la Provincia autonoma di Trento – che avrà il compito di accertare con precisione le cause della morte dell’animale. Sulla base del referto, il Corpo forestale trentino procederà con la denuncia contro ignoti.

L’episodio è stato commentato dal presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e dalla sua assessora all’Agricoltura, Giulia Zanotelli, con una dichiarazione che suona in parte come giustificativa dell’accaduto. «Uno dei temi posti all’attenzione dei Comitati per l’ordine pubblico e la sicurezza e degli incontri con il Ministero – si legge nelle parole dei due amministratori riportate dall’Ansa — è proprio quello della convivenza tra uomo e grandi predatori. Una convivenza che necessita di regole che sono indispensabili perché la loro assenza può produrre atti di autoregolamentazione adottati dal singolo».

Di tutt’altro tenore la presa di posizione dell’Ente nazionale per la protezione animali (Enpa), che ha parlato di «gravissimo atto» e annunciato la disponibilità a costituirsi parte civile in un eventuale processo.

L’Enpa ricorda che il lupo è una specie protetta, «importantissima per il mantenimento della biodiversità», e che per questo gode di una tutela particolare a vari livelli istituzionali, dalla legge 157/92 alle convenzioni internazionali e, infine, alla direttiva europea «Habitat».

«Confidiamo nelle indagini del Corpo forestale provinciale — sottolinea l’associazione animalista in una nota — affinché l’autore venga individuato e assicurato alla giustizia. Il bracconaggio è un atto che defrauda tutti i cittadini, perché sottrae loro un patrimonio indisponibile dello Stato, rendendo più povera e più debole quella biodiversità tanto decantata ma sempre messa a rischio dal comportamento scellerato di alcuni».

Gli animalisti respingono poi la tesi per cui sarebbe proprio la protezione di queste specie a causare «la loro uccisione vigliacca», rievocando probabilmente proprio le parole dei vertici della Provincia.

«Quando avvengono questi atti inaccettabili in una società che voglia definirsi civile — concludono – la reazione deve essere una sola: più controllo e più severità verso chi infrange le leggi che tutelano l’ambiente, le persone e il nostro diritto a vivere in un territorio ricco di biodiversità».

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