Manolo

di Elio Bonfanti
(dal suo profilo fb, 23 novembre 2024)

Dopo un giro in Dolomiti Giancarlo Grassi mi propose di andare a salutare Manolo così il muso della macchina si girò subito in quella direzione perché per me come per altri alpinisti parlare con Manolo era come per un astronauta parlare con Neil Armstrong. L’incontro fu rapido ma molto piacevole e  l’impressione che ne ebbi fu quella di una persona semplice e riservata.

Passarono alcuni decenni prima di incontrarlo nuovamente e l’occasione fu l’inaugurazione di un Alpstation Montura. Lui era testimonial di questa casa e dato che molto immeritatamente lo ero anch’io, ce la raccontammo sino a quando decise di invitarmi a casa sua.

Accettai immediatamente e dopo qualche giorno lo raggiunsi, “casualmente” avevo tutta la roba per arrampicare così quando mi propose di andare a scalare avevo già i rinvii in mano. Ben anche fossi stato molto più bravo di quello che ero, rispetto a lui una brutta figura l’avrei comunque rischiata per cui ero molto rilassato, così ci recammo prima in Val Noana e a seguire andammo nel suo “ufficio”, il Totoga.

Era già bello essere li ma giunti sotto a Lucertola Schizofrenica mi lasciò il primo tiro, non l’originale ma la variante diretta di attacco chiodata a spit. Un palo tale che se ci penso mi ricordo ancora i movimenti e non mi appesi solo per grazia ricevuta. Il tiro dopo sembrava abbastanza domestico, lui moschettonò un chiodo e via sino ad un altro allungato con un cordino poi ascendendo a sinistra andò in sosta.

Su trenta metri avevo contato solo due chiodi per cui pensando che fosse facile partii, ma, superato il primo chiodo la cosa si fece seria. Studiai il passaggio ma niente da fare. Partii a razzo verso il basso e mentre stagionavo feci l’errore di chiedergli che grado fosse: devo dire che prese benissimo il vaffanculo che gli indirizzai dopo che mi disse 6a.

Sul tiro successivo molto lontano dall’unico chiodo lo vidi contorcersi stranamente e quando gli chiesi cosa stesse facendo la sua risposta fu che un ragno aveva fatto una così bella tela che non voleva rovinargliela. A nulla valse il fatto che io gli risposi che mi sarei mangiato pure il ragno ed è li che capii che lui stava facendo un’altra cosa. Io stavo solamente arrampicando…

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