Nina, devi tornare al Viso!

(la prima alpinista d’Italia “Poteva battere Quintino Sella”)
di Amedea Franco
(pubblicato su La Stampa del 10 dicembre 2019)

Alessandra Boarelli

A Verzuolo (CN) è stato presentato il 10 dicembre 2019 il libro dedicato ad Alessandra Boarelli, che fu fermata da una tempesta a un passo dal primato italiano sul Monviso.

Se il meteo non si fosse messo di traverso il primato italiano di ascesa al Monviso sarebbe stato suo anziché di Quintino Sella, il 12 agosto 1863. Ma la nobile, di origine torinese, Alessandra Boarelli è comunque passata alla storia per essere stata, un anno dopo, la prima donna a conquistare il «Re di Pietra». Era il 16 agosto 1864. Una sfida all’alpinismo maschile. L’impresa suscitò clamore venendo però minimizzata dagli organi ufficiali. La Sentinella delle Alpi scriveva: «Ora che è provato che perfin le donne raggiunsero quella punta culminante, che fino all’anno scorso si credette inaccessibile, chi sarà quel touriste che si perderà di coraggio all’atto della prova?».

La Boarelli all’epoca aveva 25 anni, era la moglie del sindaco di Verzuolo, e mamma di due bambine. Un tentativo di ascesa lo aveva già fatto l’anno prima, anticipando di 10 giorni Quintino Sella. Raggiunto il pianoro la verzuolese dovette però rinunciare a causa delle cattive condizioni meteo.

La pronipote Francesca Quagliotti: «Per oltre un secolo la mia famiglia ha custodito gelosamente questa importante impresa come fosse una chicca, una cosa preziosa da conservare nei cassetti, tra i nostri ricordi più cari. Poi una decina di anni fa, stabilendomi da Torino a Verzuolo, nella casa dei miei avi, e frequentando più assiduamente il paese, cosa che prima facevo solo durante le vacanze estive, ho trovato persone interessate, come l’amica Paola Bonaria, a riportare alla luce l’impresa della mia trisnonna. Grande donna, molto attiva nel sociale».

Vengono quindi organizzate «cordate in rosa» per rievocare la storica impresa, curati eventi in occasione dei 150 anni dall’ascesa, intitolato un bivacco, proprio alla base del versante sud del Monviso, presso i Laghi delle Forciolline, uno dei pochi dedicati a una donna, nato nel punto in cui fece allestire la sua tenda.

E ora esce il libro della giornalista Linda Cottino Nina devi tornare al Viso,  presentato ieri sera alle 20.45 a Palazzo Drago di Verzuolo. «Un lavoro difficile – spiega la Cottino – per la scarsità di documenti. Ho ricostruito molto attraverso le numerose lettere che Nina, così era chiamata in famiglia, scambiava con i suoi parenti, tra questi la cugina Rosa Sobrero, moglie di Giovanni Giolitti. Il titolo del libro nasce da una frase che Nina disse per esortare se stessa. Dagli scritti non emerge però nulla su come venne affrontata l’ascesa. Solo nel libro dei conti si legge “salita in due al Viso; viaggio, cibario, lire 219”. Il libro prende spunto dall’impresa alpinistica per raccontare una grande donna e il contesto storico in cui visse».

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